19 agosto, 2015

Nel momento dei bilanci, l’Anfiteatro Festival lotta per non snaturare la sua anima. Di Paolo Leone


Si è conclusa la sera del 15 agosto la quarta edizione dell’Anfiteatro Festival di Albano Laziale, con un bellissimo spettacolo di Flamenco. Un cartellone ricco, per tutti i gusti, dalla lirica (fiore all’occhiello della produzione Europa Musica), al teatro, alla musica classica, al jazz, fino agli esperimenti come il fantastico, insolito concerto del 13 agosto, i Carmina Burana nella tradizione popolare. Per la prima volta anche un appuntamento comico con la bravissima Teresa Mannino. Nomi illustri come Paola Quattrini e Ivana Monti, Nicola Piovani, Stefano Di Battista e Nicky Nicolai, la sorprendente Orchestra Nazionale Tzigana di Budapest, le due opere, Traviata e Don Giovanni, la commedia musicale con Maurizio Mattioli, la musica popolare di Nando Citarella.
E poi Giorgio Albertazzi, Gaia De Laurentiis con Roberto Ciufoli, Diego Ruiz e Francesca Nunzi per il teatro, spettacoli divertenti e originali come Strimpelli & Vinile che aveva aperto la stagione del prestigioso Teatro Sala Umberto di Roma.. Senza dimenticare l’omaggio di Fatima Scialdone a Evita Peron, quello alla ballerina Isadora Duncan e il travolgente flamenco finale con Lara Ribichini e Dario Carbonelli. Unica defezione, quella di Antonella Ruggiero che è stata costretta ad annullare il suo concerto per motivi di salute. Il Corriere dello Spettacolo ha seguito per i suoi lettori tutti gli spettacoli, recensiti negli articoli precedenti, e non potevamo non tracciare un bilancio di questa bella manifestazione con chi ha voluto fortemente il Festival per la quarta volta consecutiva e con il suo direttore artistico, rispettivamente il sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, ed il Maestro Renzo Renzi.

Sindaco, so che lei ci tiene molto a questo Festival e lo ha dimostrato con la sua presenza costante tutte le sere. Ho l’impressione, mi dica se sbaglio, che Albano stia puntando ormai da qualche anno sulla cultura, anche in tempi grami come questi.

No, non sbaglia affatto! E’ stata un’iniziativa in cui abbiamo fortemente creduto sin dall’ìnizio, insieme al Maestro Renzo Renzi e con tutta l’associazione di Europa Musica. Devo dire che ci ha dato grandissime soddisfazioni e ce ne ha date anche con questa quarta edizione. Oggettivamente, stiamo cercando di dare grande valore a quella che è l’offerta culturale della nostra città, sia per il cartellone estivo che per quello invernale, anche perché ritengo che, aldilà di quello che può essere il valore intrinseco della cultura e di tutte le sue rappresentazioni, dietro all’offerta culturale si possa anche sviluppare un indotto che porti Albano ad essere sempre più una città ricettiva. Anche con il Teatro Alba Radians facciamo una bella stagione teatrale, spesso ospitiamo delle prime assolute che poi andranno sui cartelloni di Roma. Daremo continuità a tutto ciò e posso dire che stiamo diventando un punto di riferimento per tutto il territorio dei Castelli Romani.

Nonostante le difficoltà e i tagli alle amministrazioni pubbliche, nella sua città si riesce a concretizzare un evento come questo dell’Anfiteatro Festival che dura quasi un mese. La sinergia con Europa Musica di Renzo Renzi è quindi la strada percorribile per realizzare questo appuntamento?

Sicuramente questa collaborazione è stata vincente e devo ringraziarli per tutto il supporto e l’entusiasmo che danno a questa iniziativa. E’ evidente che ci sono dei sacrifici e degli sforzi da fare. Come dicevo prima, riteniamo che la cultura sia un argomento centrale del nostro programma amministrativo e quindi, aldilà dei finanziamenti che gli enti sovracomunali possono elargire come contributo, noi impegniamo tutti noi stessi, non solo le risorse economiche, per poter dare ai cittadini, non solo di Albano, tutti questi spettacoli.

Maestro Renzo Renzi
Le lancio una piccola provocazione… Sta prendendo sempre più piede, fortunatamente, la riqualificazione di importanti siti archeologici grazie al teatro e ad eventi culturali. Ma è così difficile far vivere un posto meraviglioso come questo anche oltre il periodo del Festival?

Le difficoltà sono di carattere organizzativo e logistico. Però il fatto che l’anfiteatro sia tornato ad ospitare quello che ospitava duemila anni fa beh..già questo è una grande soddisfazione! Attorno a questa iniziativa noi vogliamo costruire qualcosa che diventi un contenitore culturale a 360 gradi. Ormai l’Anfiteatro Festival è un marchio riconosciuto, conosciuto anche sul mercato romano e quindi intendiamo valorizzarlo sempre più, facendolo diventare un contenitore con eventi di vario genere durante tutto l’anno, anche con altri appuntamenti culturali quali presentazioni di libri, tavole rotonde e quant’altro. Gli daremo senz’altro un respiro più ampio di quanto ne ha ora.
Potete vederlo aggirarsi come un ossesso prima degli spettacoli, dal palco al botteghino, all’ufficio stampa, soprattutto quando in ballo c’è la musica e l’opera lirica, suoi grandi amori. Il Maestro Renzo Renzi si è concesso graziosamente al Corriere.

Allora Maestro, è terminata la quarta edizione del Festival. Parto subito in quarta: sovvenzioni vicine allo zero, come fa ogni anno Europa Musica a produrre questo evento straordinario?

Eh, con l’impegno di tante persone che con entusiasmo remano tutte nella stessa direzione, con competenza, cercando di risparmiare, lavorando tantissimo e, devo dire, portando risorse dagli altri lavori che realizziamo in questo piccolo sogno che ogni anno cerchiamo di portare avanti. Questo è un posto meraviglioso, lo vediamo anche dall’espressione degli artisti che vengono, sono tutti affascinati da questo luogo. E’ talmente bello che merita i sacrifici che facciamo per svilupparlo.

Tracci un bilancio di questa edizione.

Aumenta il pubblico, ha uno zoccolo di spettatori già affezionati dopo quattro anni. Non è facile, perché questo è un posto bellissimo ma sconosciuto ai più. Incredibilmente, tante persone di Albano non c’erano mai state. Non è una zona di transito, bisogna venirci, e questo è un primo problema. Ma per noi quello più grande è l’investimento nella promozione. La nostra debolezza economica si vede molto in questo aspetto deficitario. Il nostro lavoro di produzione, in questi anni, ci fa avere tanti rapporti con musicisti, con artisti, e questo ci permette di farli venire qui chiedendogli di venirci incontro per un progetto di crescita, di sviluppo. Ed è bello vedere quanto tutti capiscano questo. Ma il nostro punto debole rimane la promozione. D’altro canto non vogliamo snaturare la qualità, non vogliamo snaturare la bellezza del posto..quindi l’allestimento, l’accoglienza, deve essere ben fatta, altrimenti è inutile. Chiaramente questa nostra debolezza ci mette in difficoltà anche nella scelta dei prodotti da offrire. Quest’anno abbiamo aperto un pochino di più all’aspetto ludico, ma sempre di qualità, con lo spettacolo comico di Teresa Mannino, con il Conte Tacchia, ma vogliamo che chi viene qui stia in un posto bello e veda spettacoli di qualità.

La produzione è la strada per far sì che questo Festival cresca sempre più?

Allora, Europa Musica e il Festival sono due cose un po’ separate. Mi spiego…ognuno deve operare nel suo campo, altrimenti non sarebbe serio. Noi siamo musicisti e ci occupiamo essenzialmente di produzione di  allestimenti operistici, oltre che sinfonici e da camera. La cosa bella di un Festival è che oltre che ospitare, abbia una sua anima! Nella produzione io ci credo molto. In un contesto come quello dell’opera lirica, in uno spettacolo lavorano 150/180 persone, si ha bisogno dell’eccellenza come in una fabbrica. Eccellenza della sartoria, della scenografia, del canto, della recitazione, del trucco, delle acconciature e altro. Noi nel Lazio, insieme al Teatro dell’Opera di Roma, siamo gli unici che accolgono i giovani in stage di formazione. Opportunità di lavoro, crescita, sviluppo. Lasciami dire che tutto questo non è assolutamente riconosciuto da tante istituzioni, soprattutto quelle regionali. Comune di Roma e Regione Lazio sono completamente assenti!

Ce l’ha un sogno alto per questo Festival, anche qualcosa di apparentemente impossibile?

Ma guarda, questo Festival ha delle potenzialità tali che nulla è impossibile, credimi. Abbiamo rapporti con tante persone, perciò l’impossibile non esiste. Il problema è che, a parte il Ministero ed il Comune di Albano , molto attento a questo evento, e in parte ACEA, non abbiamo sponsor che ci sostengano. Non si può certamente fare un grandissimo Festival con soltanto questi aiuti. Ma ci sono le competenze, i rapporti, il luogo, un Comune che, devo dire, ci sostiene per quello che può, e per un Comune come questo è un grande sacrificio, ma è comunque poco per un grande Festival.

Lei sta tergiversando…voglio che mi confidi un suo sogno!

Sindaco Nicola Marini
(ride – ndr) Vabbè dai…allora, aldilà delle Opere, e ti dico in anteprima che l’anno prossimo porteremo ad Albano una gigantesca Turandot, ti do questo scoop, sarà un allestimento imponente, se proprio devo dirti…un  mio sogno sarebbe fare un grande progetto qui all’anfiteatro col Maestro Roberto De Simone! Due sogni di sinfonica qui dentro: mi viene in mente il concerto di Mikis Theodorakis, il Canto General che fu eseguito a Salonicco in occasione della caduta della dittatura…farlo qui dentro sarebbe un sogno. E poi il bellissimo Requiem che De Simone ha scritto per Pasolini, un grande coro, una grande orchestra…il gruppo jazz, l’ottetto di canto popolare…meraviglioso! E infine Paolo, il mio sogno vero è avere un pubblico che venga a vedere ciò che non conosce. Quello ancora non ce l’abbiamo. Proporre ciò che non si conosce dovrebbe essere la vocazione di un Festival…purtroppo ogni volta che proponiamo qualcosa, magari di bellissimo, una vera chicca, ma sconosciuta, il pubblico non ci segue.

E come si può evitare questo problema?

Con il tempo, con l’autorevolezza di un Festival. Il problema è che per resistere nel tempo ci vuole un sostegno economico e, torno a ripetere, la possibilità di arrivare a comunicare, a promuoversi. Altrimenti è dura. Spesso, nelle cose più originali ed interessanti, il pubblico non ci ha seguito in questi anni. A proposito, io devo ringraziare voi del Corriere dello Spettacolo che avete seguito l’intera manifestazione. Ti ho detto che abbiamo carenza proprio nella promozione. Avere una testata che segue tutti gli spettacoli, per noi è un regalo immenso! Ed è il più grande aiuto, concreto, che possiamo ricevere. L’Anfiteatro Festival funziona perché siamo pochi, siamo competenti e lavoriamo tantissimo. Avere avuto il Corriere dello Spettacolo che ha raccontato e valutato il nostro lavoro ai suoi lettori, è stato importantissimo. Grazie, ve lo dico con tutto il cuore!


Paolo Leone

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