30 agosto, 2015

“Piccolo e squallido carillon metropolitano”. Un gioiello brilla al Fontanone. Di Paolo Leone


Roma, Fontanone Estate (Via Garibaldi 30). Sabato 29 agosto 2015

La polvere non si vedeva, né il tanfo della piccola casa, soffocante microcosmo di sentimenti e dolori repressi tra tre fratelli, arrivava alle nostre narici. Ma lo spettacolo allestito nel piccolo giardino del Fontanone il 29 agosto, quel carillon di umanità richiamato dal titolo, è di così rara potenza e bellezza, tali da portare lo spettatore all’interno di vissuti straziati, a cui non si può rimanere indifferenti. Tre personaggi, tre solitudini diverse e legate dal filo rosso della famiglia. Macerie di vite vissute a metà, tra senso del dovere e vigliaccheria, tra diversità non accettate e vergogna, tra amore e paura. Microcosmi che non riescono ad incontrarsi, nonostante il legame di sangue. Ognuno chiuso nel suo acquario, come il pesciolino Fefè della storia, tra le pareti trasparenti delle proprie fobìe e convinzioni. Si gira, come un carillon, senza toccarsi mai.
E’ solo sul palco che accade questo, o il bellissimo testo di Davide Sacco e le interpretazioni straordinarie dei tre attori in scena (Eva Sabelli, Orazio Cerino e Giovanni Merano) riescono a far male a chi assiste, anche noi nelle nostre ampolle di sicurezza? Il grande merito di questo spettacolo è forse proprio questo. Con atmosfere che a tratti ricordano il teatro di Ruccello, con quelle sensazioni claustrofobiche, i tre attori in scena disintegrano la quarta parete, sin dalla prima scena, scenograficamente bellissima, in cui danno le spalle al pubblico, immobili, (e con il conforto di una splendida vista su Roma). Tre fratelli rimasti soli, con un bagaglio di degrado e disagio. Un piccolo mondo, non antico, dove non c’è spazio per gli sconfitti, dove anche gli sguardi uccidono, in cui il diverso (a qualsiasi titolo) è ai margini, dove nell’illusione di potersi sottrarre a tutto quel peso, si tenta di tracciare una linea divisoria tra bene e male, tra bello e brutto. Ma è solo un gioco, la realtà è diversa, sfuggevole è la verità, se mai ce ne sia una. L’unica certezza è che siamo lontani, soli, e tutti speriamo in un piccolo, squallido miracolo che non arriva mai.
Difficile trovare un difetto in questa pièce. Bello il testo, bella la regia, le luci, i movimenti in scena, i costumi. Forse il testo, in qualche frangente, risulta eccessivamente verboso, sottraendo veridicità alle interpretazioni dei tre protagonisti, che rimangono straordinariamente intense e coinvolgenti. Nel complesso, questo piccolo carillon metropolitano non è affatto squallido, anzi brilla come un gioiello. Il nostro Paese è ricco di giovani validi e preparati e i direttori dei nostri teatri dovrebbero avere più coraggio nel proporli al pubblico. La qualità, alla lunga, paga. E in questo spettacolo, di qualità, ce n’è davvero tanta.

Paolo Leone


Avamposto Teatro presenta: Piccolo e squallido carillon metropolitano, di Davide Sacco. Con: Orazio Cerino, Giovanni Merano ed Eva Sabelli. Regia di Davide Sacco.
Premio miglior attore a Orazio Cerino  - La corte della formica, Teatro Bellini 2013
Premio speciale migliore scenografia a Luigi Sacco – La corte della formica, Teatro Bellini 2013

Scene di Luigi Sacco; Costumi di Silvia Tagliaferri; Luci di Francesco Barbera; Organizzazione di Ilaria Ceci; Addetto stampa: Marta Scandorza.

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