07 agosto, 2015

ROY HARGROVE A CASTIGLIONE DEL LAGO. Di Francesco Vignaroli


“Jazz alla Rocca”, Castiglion del Lago, Rocca Medievale. Lunedì 3 agosto 2015

Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di musica, un evento da ricordare per molto tempo e di cui vantarsi col prossimo (“IO C’ERO!”): Roy Hargrove, uno dei più grandi trombettisti jazz al mondo, in concerto con il suo quintetto a Castiglione del Lago, nella splendida cornice della Rocca Medievale. Proprio da questo scenario d’eccezione è nato il titolo dell’iniziativa “Jazz alla Rocca”, organizzata dall’intraprendente e appassionato Fabio Giacchetta -proprietario del jazz club “Ricomincio da tre” a San Mariano di Corciano (PG)- in collaborazione con l’associazione “Lagodarte e con lo studio di registrazione Hemiolia, senza dimenticare il patrocinio del comune di Castiglione del Lago.  Ancora fresca di “Trasimeno blues”, la cittadina umbra è dunque tornata di nuovo protagonista ospitando un artista di valore assoluto, che ha ripagato il pubblico con un’esibizione –lo dico subito- meravigliosa.

La serata è stata aperta dal crooner statunitense Gregory Generet che, ben supportato da un quartetto di giovani musicisti italiani, ha deliziato i presenti con la sua voce calda per una quarantina di minuti, reinterpretando brani del calibro di Moondance (Van Morrison) e It don’t mean a thing (Duke Ellington).

Alle 22:40 circa –per dovere di cronaca- l’ingresso sul palco del “Roy Hargrove Quintet”, anche se il batterista del gruppo aveva già rotto il ghiaccio accompagnando Generet nel brano che ha chiuso la sua esibizione. Ad affiancare il leader Hargrove (tromba e flicorno), munito di un paio di occhialoni scuri con montatura arancione à la Miles Davis, i suoi musicisti di fiducia: Sullivan Fortner al piano; Ameen Saleem al contrabbasso; Justin Robinson al sassofono; Quincy Phillips alla batteria.
Sfidando il caldo e –soprattutto- i nugoli e nugoli di moscerini, i nostri hanno suonato fino a mezzanotte inoltrata, alternando composizioni originali a cover di brani altrui (tra le quali una bella versione del classico ‘Round Midnight). Un’ora e mezza abbondante di grande jazz –in stile hard bop- , con Hargrove che ha centellinato i propri interventi concedendo molto spazio agli altri, in particolare al pirotecnico sassofonista Robinson, evidentemente padrone della tecnica della “respirazione circolare” (di cui era maestro il grande Roland Kirk), a giudicare dagli indiavolati e lunghi a solo che ha sciorinato a ripetizione senza mostrare il minimo segno di fatica. Da segnalare, poi, lo spassoso siparietto di cui si è reso protagonista l’estroso batterista Quincy Phillips: a un certo punto, stanco di asciugarsi in continuazione il sudore, si è calato l’asciugamano sulla testa a mo’ di cappuccio coprendosi completamente il viso, e in queste condizioni ha suonato un brano intero, sotto lo sguardo impassibile del serioso Hargrove, che probabilmente sotto sotto ci avrà pure ridacchiato…Chissà, forse qualcuno tra i tanti che hanno ripreso la scena deciderà di pubblicarla su Youtube, a beneficio degli assenti, e pure dei posteri! L’episodio esprime bene il clima rilassato e positivo della serata, un’atmosfera serena e confidenziale che ha pian piano contagiato lo stesso Roy Hargrove, che nel finale si è esibito pure al canto in un paio di pezzi, con un risultato tutt’altro che disprezzabile, anche se il meglio di sé –ovviamente- l’ha dato con i suoi strumenti, flicorno e tromba, quest’ultima suonata spesso in sordina.

Visto il successo di questa prima serata del “Jazz alla Rocca”, c’è solo da sperare che l’iniziativa abbia un futuro…

Francesco Vignaroli



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