16 agosto, 2015

Ultima settimana di spettacoli all’Anfiteatro Festival. Di Paolo Leone


Martedì 11 agosto. “Il Conte Tacchia”, commedia musicale di Toni Fornari, regia di Gino Landi. Produzione Achille Mellini. Con: Maurizio Mattioli, Pietro Romano, Bruno Conti, Simona Patitucci, Paola Giannetti, Emy Bergamo, Laura Di Mauro, Giancarlo Teodori, Marco Todisco, Matteo Montalto, Arianna Galletti, Ezio Passacantilli, Adele Vitale, Marco Paolo Tucci, Vasco Giovannelli, Sandro Bilotta, Benedetta Imperatore, Sara Cipollitti, Federico Pisano, Vincenzo Fioretti, Giuliano Surace, Francesca Zanon. Costumi di Graziella Pera. Scene di Gianluca Amodio. Regia e coreografie di Gino Landi.

Un grande ritorno alla commedia musicale italiana, questo bel lavoro targato Fornari – Landi e interpretato, oltre che da Maurizio Mattioli e Pietro Romano, da ben altri venti personaggi. Movimenti scenici belli e suggestivi (la mano di un maestro come Gino Landi), un testo fedele alla vera storia del Conte Tacchia (scritto da un validissimo autore come Toni Fornari), ma anche al contesto storico di Roma nel finire dell’ottocento. Tante canzoni, venti, forse troppe, ma eseguite senza sbavature, danno vita ad uno spettacolo d’altri tempi, sontuoso e corale, che ci riporta all’epoca non solo del Conte alias Adriano Bennicelli, ma anche a quella in cui la commedia musicale italiana era il fiore all’occhiello del teatro popolare. Tutti perfettamente in parte, dal più giovane Marco Todisco, sempre più spigliato, al veterano Maurizio Mattioli nel ruolo del Principe, che porta il suo carisma al servizio della commedia, senza sottovalutare il bravo Pietro Romano che interpreta il Conte Tacchia. Forse un po’ troppo lunga la durata, ma spettacolo godibilissimo.

Giudizio: Spettacolo ricco, ben scritto, ben interpretato, frutto di una produzione coraggiosa. Non fa rimpiangere il film di Corbucci, anzi lo rispetta pur rivisitandolo in chiave musicale.
Ottimo lavoro. Menzione speciale per le scene e i costumi.

Mercoledì 12 agosto. “Strimpelli & Vinile”, di Attilio Fontana e Emiliano Reggente. Interpreti: Attilio Fontana, Emiliano Reggente e Ilaria Porceddu. Musiche di Attilio Fontana e Franco Ventura. La band: Franco Ventura alle chitarre – Roberto Rocchetti al pianoforte, Luca Pirozzi al basso e contrabbasso. Produzione Papik.

Gli assenti hanno sempre torto, si dice. A maggior ragione, lo si può affermare per chi il 12 agosto non è venuto ad assistere a questo spettacolo, privo del nome di grande richiamo ma deliziosamente divertente e poetico. Attilio Fontana ed Emiliano Reggente, con l’espediente drammaturgico di far rivivere le gesta di un fantomatico duo di artisti, Strimpelli & Vinile appunto, danno vita  a qualcosa di insolito, originale ed intelligente sul palcoscenico dell’Anfiteatro. Una storia narrata a colpi di gags, canzoni, litigi, contrasti e dispetti, in una scaletta retrò che si impossessa magicamente dei due, esalta la bravura di un attore straordinario quale Reggente, dalla formazione artistica importante e di un convincente Attilio Fontana. Si ride di gusto senza alcuna volgarità, anzi con un tocco di classe che volutamente si conforma a un’atmosfera d’antan, sulle note originali della band sul palco. La bellissima voce di Ilaria Porceddu (seconda classificata a Sanremo Giovani 2013), la  Vanda della storia, con i suoi interventi cantati, dona profondità e un senso di fuggevolezza della vita di ognuno, in questo circo che è la nostra esistenza, che fa riflettere, tra una situazione ìlare e l’altra.

Giudizio: Teatro “in equilibrio”, come recita la toccante canzone finale, tra sogno e realtà, talento artistico e poesia. Insolito, sorprendente, fresco. Dal “retrogusto” vagamente felliniano. Se vi ricapita, non perdetelo.

Giovedì 13 agosto. “Carmina Burana nella tradizione popolare”, nato da un progetto di Nando Citarella. Con il Coro Lirico Italiano, il Coro della Scuola Popolare di Musica di Testaccio e il Coro Sabbatini di Albano, i pianisti Monaldo Braconi e Desirè Scuccuglio, il Maurizio Trippitelli Percussion Ensemble e l’Ensemble Cymbalus. Soprano Arianna Miceli, baritono Massimo Di Stefano. Le voci naturali sono di Gabriella Aiello, Nando Citarella, Barbara Eramo. Musici: Pietro Cernutto (friscaletto, ciaramella, zampogna, voce), Gabriele Coen (clarinetto e flauto), Carlo Cossu (violino), Giovanni Lo Cascio (percussioni), Mauro Palmas (liuto cantabile, mandola, voce), Stefano Saletti (oud, lauta, chitarra, bouzouki, voce), Pejman Tadayon (bamtar, ney, saz, voce). Direzione musicale del Maestro Renzo Renzi.

Immaginate il suono di una zampogna, o di strumenti indiani, di tamburelli e percussioni, canti dialettali di provenienza dal nostro Sud, e in latino, che vanno a comporre un’inedita versione dei Carmina Burana, in un unicum con un coro, due pianoforti, un soprano, un baritono, e tutto ciò che è necessario per l’esecuzione classica dei 24 componimenti poetici medievali. Impossibile? No, tutto questo è accaduto nella serata del 13 agosto, davanti ad una platea gremita, grazie all’idea di Nando Citarella e alla direzione del Maestro Renzo Renzi. Fortuna Imperatrix Mundi, prologo dell’opera musicale di Orff, ha dato il via ad un concerto dalle sonorità sorprendenti, capace di fondere la musica cosiddetta colta con il calore e l’irruenza di quella cosiddetta popolare, in un ping pong esaltante. Momenti di estasi alternati ad altri in cui era difficile restare fermi al ritmo delle travolgenti percussioni e suggestioni di diversa provenienza, canti religiosi, bacchici, mistici o scherzosi estratti dall’originaria dimensione dei Carmina. Il pubblico entusiasta omaggia gli artisti (circa 100) alzandosi in piedi per applaudire.

Giudizio: Spettacolo unico, inedito. Quando le idee si mettono al servizio della musica, che è cultura e come tale appartenente ad ogni uomo. Sonorità sorprendenti ma rispettose dell’opera di Orff. Un privilegio aver assistito.

Venerdì 14 agosto. “Memorie di Adriano”, di Marguerite Yourcenar. Con Giorgio Albertazzi. Regia di Maurizio Scaparro.

Il capolavoro di Marguerite Yourcenar, un testo profondissimo e con molteplici livelli di lettura. L’interprete, dal lontano 1989, quasi novecento repliche, è lui: il Maestro per eccellenza del nostro teatro, Giorgio Albertazzi. Un monologo in cui, certamente, a parlare è la figura dell’illuminato imperatore dell’arte, della “ humanitas, felicitas, libertas”, quel suo lato umano da cui (e anche in questo è impressionante l’attualità di questo testo) siamo pericolosamente distanti. Ma se a dar vita a Publio Elio Traiano Adriano (117 – 138 D.C.) è Albertazzi, tutto diventa di incantevole, ipnotico realismo. Quanto c’è di Adriano, quanto della Yourcenar, quanto dello stesso grande attore, nel personaggio? Il Maestro, dall’alto della sua veneranda età incanta la platea, che assiste in religioso silenzio. I suoi gesti, le sue parole, anche le sue pause, sono quanto di più naturale possa esserci. Non è recitazione, è vita vissuta resa con maestrìa e carisma infinito. E’ l’Uomo, aldilà della storia. E’ la speranza di non scomparire del tutto. Un privilegio poter dire di esserci stati. Ogni altra considerazione è superflua, tentativo di impossessarsi spocchiosamente di un capolavoro.

Giudizio: Ipnotico, commovente, dalle profondità insondabili. Chapeau.

Sabato 15 agosto. “Vente Conmigo”, con la compagnia Flamenco Vivo. Danzatrici: Lara Ribichini e Dario Carbonelli (direttori artistici, coreografi e primi ballerini), Maria Laura Morgantini, Raffaella Martella, Camilla Orsini, Michela Mancini, Oxana Volkonska. Produzione Encuentro.

Chiude nel migliore dei modi la quarta edizione dell’Anfiteatro Festival, con un bellissimo spettacolo di flamenco. Con musicisti spagnoli di cui purtroppo ignoriamo i nomi, si è esibito un corpo di ballo entusiasmante, allietando l’ultima serata del Festival che ha visto un nutrito pubblico pur essendo ferragosto. Le calde sonorità di origine gitana, la sensualità del flamenco e delle danzatrici in scena, le coreografie perfette, hanno dato vita ad uno spettacolo delizioso, in cui abbiamo potuto ammirare i virtuosismi delle ballerine capitanate dalla bellissima Ribichini e da Carbonelli, entrambi esibitisi in assoli travolgenti. Una vera, piacevolissima sorpresa. Senza sbavature, senza una parola, hanno ballato e suonato ininterrottamente, entusiasmando il pubblico. Finale più gioioso non poteva esserci.

Giudizio: Spettacolo entusiasmante, di alta qualità. Danza, musica e coreografie incantevoli.

Si chiude così la quarta edizione dell’Anfiteatro Festival di Albano. A giorni sul Corriere, il bilancio della manifestazione con il direttore artistico, il Maestro Renzo Renzi, e con il sindaco della città di Albano Laziale, Nicola Marini.

Paolo Leone


Albano Laziale, Anfiteatro Festival.
Foto di scena a cura di Elena Lanfaloni, Patrizio Paganucci e Mariano Fanini.


Si ringrazia l’ufficio stampa del Festival, Comunicazione Integrata, nelle persone di Esa Ugazzi e Fabio Bruno.

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