Martedì
11 agosto.
“Il Conte Tacchia”, commedia musicale di
Toni Fornari, regia di Gino Landi. Produzione Achille Mellini. Con: Maurizio
Mattioli, Pietro Romano, Bruno Conti, Simona Patitucci, Paola Giannetti, Emy
Bergamo, Laura Di Mauro, Giancarlo Teodori, Marco Todisco, Matteo Montalto,
Arianna Galletti, Ezio Passacantilli, Adele Vitale, Marco Paolo Tucci, Vasco
Giovannelli, Sandro Bilotta, Benedetta Imperatore, Sara Cipollitti, Federico
Pisano, Vincenzo Fioretti, Giuliano Surace, Francesca Zanon. Costumi di
Graziella Pera. Scene di Gianluca Amodio. Regia e coreografie di Gino Landi.
Un grande ritorno alla commedia musicale
italiana, questo bel lavoro targato Fornari – Landi e interpretato, oltre che
da Maurizio Mattioli e Pietro Romano, da ben altri venti personaggi. Movimenti
scenici belli e suggestivi (la mano di un maestro come Gino Landi), un testo
fedele alla vera storia del Conte Tacchia (scritto da un validissimo autore
come Toni Fornari), ma anche al contesto storico di Roma nel finire
dell’ottocento. Tante canzoni, venti, forse troppe, ma eseguite senza
sbavature, danno vita ad uno spettacolo d’altri tempi, sontuoso e corale, che
ci riporta all’epoca non solo del Conte alias Adriano Bennicelli, ma anche a
quella in cui la commedia musicale italiana era il fiore all’occhiello del
teatro popolare. Tutti perfettamente in parte, dal più giovane Marco Todisco,
sempre più spigliato, al veterano Maurizio Mattioli nel ruolo del Principe, che
porta il suo carisma al servizio della commedia, senza sottovalutare il bravo
Pietro Romano che interpreta il Conte Tacchia. Forse un po’ troppo lunga la
durata, ma spettacolo godibilissimo.
Giudizio:
Spettacolo ricco, ben scritto, ben interpretato, frutto di una produzione
coraggiosa. Non fa rimpiangere il film di Corbucci, anzi lo rispetta pur
rivisitandolo in chiave musicale.
Ottimo
lavoro. Menzione speciale per le scene e i costumi.
Mercoledì
12 agosto. “Strimpelli &
Vinile”, di Attilio Fontana e Emiliano Reggente. Interpreti: Attilio Fontana,
Emiliano Reggente e Ilaria Porceddu. Musiche di Attilio Fontana e Franco
Ventura. La band: Franco Ventura alle chitarre – Roberto Rocchetti al
pianoforte, Luca Pirozzi al basso e contrabbasso. Produzione Papik.
Gli assenti hanno sempre torto, si dice. A
maggior ragione, lo si può affermare per chi il 12 agosto non è venuto ad
assistere a questo spettacolo, privo del nome di grande richiamo ma
deliziosamente divertente e poetico. Attilio Fontana ed Emiliano Reggente, con
l’espediente drammaturgico di far rivivere le gesta di un fantomatico duo di
artisti, Strimpelli & Vinile appunto, danno vita a qualcosa di insolito, originale ed
intelligente sul palcoscenico dell’Anfiteatro. Una storia narrata a colpi di
gags, canzoni, litigi, contrasti e dispetti, in una scaletta retrò che si
impossessa magicamente dei due, esalta la bravura di un attore straordinario
quale Reggente, dalla formazione artistica importante e di un convincente
Attilio Fontana. Si ride di gusto senza alcuna volgarità, anzi con un tocco di
classe che volutamente si conforma a un’atmosfera d’antan, sulle note originali
della band sul palco. La bellissima voce di Ilaria Porceddu (seconda
classificata a Sanremo Giovani 2013), la Vanda
della storia, con i suoi interventi cantati, dona profondità e un senso di
fuggevolezza della vita di ognuno, in questo circo che è la nostra esistenza,
che fa riflettere, tra una situazione ìlare e l’altra.
Giudizio:
Teatro “in equilibrio”, come recita la toccante canzone finale, tra sogno e
realtà, talento artistico e poesia. Insolito, sorprendente, fresco. Dal
“retrogusto” vagamente felliniano. Se vi ricapita, non perdetelo.
Giovedì
13 agosto. “Carmina Burana nella tradizione popolare”, nato da un
progetto di Nando Citarella. Con il Coro Lirico Italiano, il Coro della Scuola
Popolare di Musica di Testaccio e il Coro Sabbatini di Albano, i pianisti
Monaldo Braconi e Desirè Scuccuglio, il Maurizio Trippitelli Percussion
Ensemble e l’Ensemble Cymbalus. Soprano Arianna Miceli, baritono Massimo Di
Stefano. Le voci naturali sono di Gabriella Aiello, Nando Citarella, Barbara
Eramo. Musici: Pietro Cernutto (friscaletto, ciaramella, zampogna, voce),
Gabriele Coen (clarinetto e flauto), Carlo Cossu (violino), Giovanni Lo Cascio
(percussioni), Mauro Palmas (liuto cantabile, mandola, voce), Stefano Saletti
(oud, lauta, chitarra, bouzouki, voce), Pejman Tadayon (bamtar, ney, saz,
voce). Direzione musicale del Maestro Renzo Renzi.
Immaginate il suono di una zampogna, o di
strumenti indiani, di tamburelli e percussioni, canti dialettali di provenienza
dal nostro Sud, e in latino, che vanno a comporre un’inedita versione dei
Carmina Burana, in un unicum con un coro, due pianoforti, un soprano, un
baritono, e tutto ciò che è necessario per l’esecuzione classica dei 24
componimenti poetici medievali. Impossibile? No, tutto questo è accaduto nella
serata del 13 agosto, davanti ad una platea gremita, grazie all’idea di Nando
Citarella e alla direzione del Maestro Renzo Renzi. Fortuna Imperatrix Mundi, prologo dell’opera musicale di Orff, ha
dato il via ad un concerto dalle sonorità sorprendenti, capace di fondere la
musica cosiddetta colta con il calore e l’irruenza di quella cosiddetta
popolare, in un ping pong esaltante. Momenti di estasi alternati ad altri in
cui era difficile restare fermi al ritmo delle travolgenti percussioni e
suggestioni di diversa provenienza, canti religiosi, bacchici, mistici o
scherzosi estratti dall’originaria dimensione dei Carmina. Il pubblico
entusiasta omaggia gli artisti (circa 100) alzandosi in piedi per applaudire.
Giudizio:
Spettacolo unico, inedito. Quando le idee si mettono al servizio della musica,
che è cultura e come tale appartenente ad ogni uomo. Sonorità sorprendenti ma
rispettose dell’opera di Orff. Un privilegio aver assistito.
Venerdì
14 agosto. “Memorie di Adriano”,
di Marguerite Yourcenar. Con Giorgio Albertazzi. Regia di Maurizio Scaparro.
Il capolavoro di Marguerite Yourcenar, un
testo profondissimo e con molteplici livelli di lettura. L’interprete, dal
lontano 1989, quasi novecento repliche, è lui: il Maestro per eccellenza del
nostro teatro, Giorgio Albertazzi. Un monologo in cui, certamente, a parlare è
la figura dell’illuminato imperatore dell’arte, della “ humanitas, felicitas,
libertas”, quel suo lato umano da cui (e anche in questo è impressionante
l’attualità di questo testo) siamo pericolosamente distanti. Ma se a dar vita a
Publio Elio Traiano Adriano (117 – 138 D.C.) è Albertazzi, tutto diventa di
incantevole, ipnotico realismo. Quanto c’è di Adriano, quanto della Yourcenar,
quanto dello stesso grande attore, nel personaggio? Il Maestro, dall’alto della
sua veneranda età incanta la platea, che assiste in religioso silenzio. I suoi
gesti, le sue parole, anche le sue pause, sono quanto di più naturale possa
esserci. Non è recitazione, è vita vissuta resa con maestrìa e carisma
infinito. E’ l’Uomo, aldilà della storia. E’ la speranza di non scomparire del
tutto. Un privilegio poter dire di esserci stati. Ogni altra considerazione è
superflua, tentativo di impossessarsi spocchiosamente di un capolavoro.
Giudizio:
Ipnotico, commovente, dalle profondità insondabili. Chapeau.
Sabato
15 agosto. “Vente
Conmigo”, con la compagnia Flamenco Vivo. Danzatrici: Lara Ribichini e Dario
Carbonelli (direttori artistici, coreografi e primi ballerini), Maria Laura
Morgantini, Raffaella Martella, Camilla Orsini, Michela Mancini, Oxana
Volkonska. Produzione Encuentro.
Chiude nel migliore dei modi la quarta
edizione dell’Anfiteatro Festival, con un bellissimo spettacolo di flamenco.
Con musicisti spagnoli di cui purtroppo ignoriamo i nomi, si è esibito un corpo
di ballo entusiasmante, allietando l’ultima serata del Festival che ha visto un
nutrito pubblico pur essendo ferragosto. Le calde sonorità di origine gitana,
la sensualità del flamenco e delle danzatrici in scena, le coreografie
perfette, hanno dato vita ad uno spettacolo delizioso, in cui abbiamo potuto
ammirare i virtuosismi delle ballerine capitanate dalla bellissima Ribichini e
da Carbonelli, entrambi esibitisi in assoli travolgenti. Una vera,
piacevolissima sorpresa. Senza sbavature, senza una parola, hanno ballato e
suonato ininterrottamente, entusiasmando il pubblico. Finale più gioioso non
poteva esserci.
Giudizio:
Spettacolo entusiasmante, di alta qualità. Danza, musica e coreografie
incantevoli.
Si chiude così la quarta edizione
dell’Anfiteatro Festival di Albano. A giorni sul Corriere, il bilancio della
manifestazione con il direttore artistico, il Maestro Renzo Renzi, e con il
sindaco della città di Albano Laziale, Nicola Marini.
Paolo
Leone
Albano
Laziale, Anfiteatro Festival.
Foto
di scena a cura di Elena Lanfaloni, Patrizio Paganucci e Mariano Fanini.
Si
ringrazia l’ufficio stampa del Festival, Comunicazione Integrata, nelle persone
di Esa Ugazzi e Fabio Bruno.
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