Taormina, Teatro Antico. 15 luglio - 1-7-10-13 agosto 2015
Ciò che fa
dell’Ouverture di Carmen un esempio musicale senza eguali è facilmente
rintracciabile nella capacità narrativa di Bizet. Forse è per questa sua forza
evocativa che il regista Enrico Castiglione l’ha scelta come opera d’apertura
per la stagione lirica di Taormina, sul cui palcoscenico si succederanno anche
il Don Giovanni di Mozart e Il barbiere di Siviglia di Rossini, in quella che
lo stesso regista ha ribattezzato come
la“Trilogia di Siviglia”. Se la musica è universale Carmen è stata e continua
ad essere un’opera di grande attualità. Quando Georges Bizet la propose al
direttore dell’Opéra-Comique, venne rifiutata prontamente. Le tematiche erano
troppo crude, risultava oltraggioso nei riguardi di un pubblico borghese
portare in scena sigaraie, zingari, ladri e contrabbandieri. Inoltre passione,
gelosia, tradimento costituivano un mix letale che sarebbe sfociato in un
finale insolito, dove a scena aperta si mostrava l’omicidio della protagonista.
Fu Halévy, uno dei due autori del libretto, che riuscì a vincerne le ritrosie, facendo leva sia sul couleur localeche sulla figura di Micaela, emblema della ragazza morigerata e di sani valori. Bizet dopo il fiasco della prima rappresentazione morì, non poté quindi assistere ai successivi trionfi e cosa ben peggiore non seppe mai quanto la sua opera avrebbe affascinato molti illustri colleghi. Basta solo pensare che Wagner ebbe a dire: ”Grazie a Dio, qui c’è finalmente qualcuno con idee in testa”.
Fu Halévy, uno dei due autori del libretto, che riuscì a vincerne le ritrosie, facendo leva sia sul couleur localeche sulla figura di Micaela, emblema della ragazza morigerata e di sani valori. Bizet dopo il fiasco della prima rappresentazione morì, non poté quindi assistere ai successivi trionfi e cosa ben peggiore non seppe mai quanto la sua opera avrebbe affascinato molti illustri colleghi. Basta solo pensare che Wagner ebbe a dire: ”Grazie a Dio, qui c’è finalmente qualcuno con idee in testa”.
Castiglione
ancora una volta tiene fede al libretto, senza stravolgere la
sfera temporale e
anzi rispettandola. La linea registica punta molto sul concetto di mutevolezza:
come è mutevole l’amore di Carmen così anche la scena sembra adeguarsi a questo
sentimento. Le decine e decine di grandi mattoni che formano la scenografia,
siglata dallo stesso regista,disposti in
maniera ben precisa serviranno a scandire un luogo diverso per ogni atto. Un’idea
valida che ben si integra con la naturale scenografia del Teatro Greco. L’atmosfera andalusa viene nutrita anche dal
corpo di ballo istruito dalla coreografa Sarah Lanza, con ballerine-cubiste e
danzatori toreri. Inoltre i ballerini nell’ouverture enegli intermezzi hanno illustratocon grande pulizia di
movimenti la vicenda, mimandola e raccontandone le più fini sfumature.
L’approccio è più vicino alla danza contemporanea che a quella classica e
nell’insieme ha una sua valenza ben precisa. A
guidare l’orchestra Taormina Opera Festival il direttore Myron Michailidis
chedopo un traballante inizio ha ripreso magnificamente le redini dell’opera
portandola a conclusione in maniera egregia.Il mezzosoprano Elena Maximova non
ha minimamente deluso le aspettative; se infatti l’esecuzione dell’Habaneraè
stata inficiata da qualche imprecisione vocale, da Chanson Bohèmein poi l’opera
è stata un continuo crescendo. Durante la Seguidilla la cantante ha
mostratotutta la sensualità di Carmen enonostante fosse legata ai polsi è stata
in grado di scoprirsi le gambe afferrando con i denti l’orlo della gonna e con
fare malizioso si è poi destreggiata con il laccio,riuscendo a far capitolare
Don Josè e chiudendo il primo atto con un bacio appassionato. La Maximova oltre
ad avere un bel timbro pastoso, un buon fraseggio e un’ottima intonazione ha
dimostrato di aver compreso appieno il suo personaggio, una qualità che non va
sottovalutatasoprattutto in un’opera di questo tipo. Non si è mai risparmiata,
ha suonato le nacchere mentre ballava, ha cantato sdraiata, si è mostrata
turbata per il responso delle carte, ha nutrito di dolore la fine di un amore e
di gioia l’inizio di un altro, ribadendo fino all’ultimo la sua libertà.
Superlativa anche Joanna Parisi nei panni di Micaela. Il sopranoha eseguito con
una grazie e un’eleganza senza pari sia il duetto Parle-moi de ma mére!, che
l’aria del terzo atto Je disquerien ne m'épouvante. Una vocalità leggera eppure
sostenuta sia nelle parti centrali che negli acuti.Giancarlo Monsalve, che il
pubblico potrà ascoltare nelle recite del 10 e 13 Agosto è stato un buon Don
Josè, anche se non indimenticabile. Discreto il timbro, buona l’intonazione e
l’interpretazione di un uomo soggiogato dall’amore, che in una forma di rivalsa
e di possesso toglierà la vita alla donna amata.Il baritono Michael Bachtadze è
stato uno straordinario Escamillo, trionfando sulla scena con la Chanson du
Toreador.Ha sfoggiato una lodevole estensione e un ottimo controllo vocale.
Degno di lode anche
il livello degli altri cantanti impegnati nei ruoli minori: bravi sia il
baritono Giovanni Di Mare nei panni del sergente Morales,che il basso Gianluca
Lentini in quelli del tenente Zuniga. Esaltanti
le performance dei due soprani Irene Molinari e Madina
Kabeli,rispettivamente Mercedes e
Frasquita, le quali hanno ostentato una certa sfacciataggine che molto si
addice a due zingarelle atto al gioco e alla lascivia. Notevoli anche i due
contrabbandieri Federico Cavarzan e
Giuseppe Di Stefano nei ruoli di Dancairoe Remendado.
Ottimamente preparato
il Coro Lirico Siciliano, il quale ha ben figurato sia sotto l'aspetto vocale
che interpretativo grazie alla guida del Maestro Costa, il cui nome è ormai
sinonimo di qualità. Di grande livello anche la performance del coro di voci
bianche Progetto suono diretto da Agnese Carrubba. I costumi firmati da Sonia
Cammarata ci hanno trasportati in Spagna e hanno riempito di colori il
palcoscenico creando un giusto contrasto con la tinta neutra della scenografia.
Unica nota stonata gli abiti indossati da Carmen, Mercedes e Frasquita nel
quarto atto, eccessivi e pomposi poco adatti al finale.
Laura Cavallaro
Taormina Teatro antico
15
Luglio, 1/7/10/13 Agosto 2015
“CARMEN”
Opera-comique in quattro atti di Henri Meilhac e Ludovic Halévy da una novella di ProsperMérimée.
Musica di Georges Bizet
“CARMEN”
Opera-comique in quattro atti di Henri Meilhac e Ludovic Halévy da una novella di ProsperMérimée.
Musica di Georges Bizet
Carmen Elena Maximova
Don José Giancarlo Monsalve /Warren Mok
Escamillo Michael Bachtadze/ Sun Li
Dancairo Federico CavarzanRemendado Giuseppe Di Stefano
Morales Giovanni Di Mare
Zuniga Gianluca Lentini
Micaela Joanna Parisi/ BingBingWang/Daniela CarvalhoFrasquita Madina Kabeli
Mercedes Irene Molinari
Coro Lirico Siciliano diretto da Francesco Costa
Coro di Voci Bianche Progetto suono diretto da Agnese Carruba Taormina Opera Festival Orchestra
Don José Giancarlo Monsalve /Warren Mok
Escamillo Michael Bachtadze/ Sun Li
Dancairo Federico CavarzanRemendado Giuseppe Di Stefano
Morales Giovanni Di Mare
Zuniga Gianluca Lentini
Micaela Joanna Parisi/ BingBingWang/Daniela CarvalhoFrasquita Madina Kabeli
Mercedes Irene Molinari
Coro Lirico Siciliano diretto da Francesco Costa
Coro di Voci Bianche Progetto suono diretto da Agnese Carruba Taormina Opera Festival Orchestra
Direttore Myron Michailidis
Regia e scene Enrico Castiglione Costumi Sonia Cammarata
Coreografie Sarah Lanza
Nuovo Allestimento Taormina Opera Festival
Regia e scene Enrico Castiglione Costumi Sonia Cammarata
Coreografie Sarah Lanza
Nuovo Allestimento Taormina Opera Festival
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