Milano,
Teatro dell’Arte. Dal 25 al 27 settembre 2015
Una lampadina nuda
che si muove come un pendolo, da una parte all’altra dello schermo, fa sì che noi spettatori si rimanga
ipnotizzati, imprigionati da quella cadenza lenta e ossessiva di musica e
immagini, e lentamente entriamo nel quadro di Renato Guttuso “La Vucciria”,
come facessimo anche noi parte del
dipinto, oppure, fossimo semplici testimoni di
un dramma silenzioso che si consuma nelle viuzze del mercato di Palermo,
che non ha “pause né respiro” .
La lampadina a poco a
poco fa luce sulla vita del mercato che Guttuso e Camilleri hanno dipinto e raccontato con verità e
passione ma che nella ricostruzione del
regista Roberto Andò, prende ancora più
forza e magia, grazie all’immagine cinematografica, così contrastata, così
densa, così viva ma decadente allo stesso tempo, un’atmosfera surreale che nessuna scenografia teatrale, per quanto
fedele fosse stata, avrebbe saputo
ricreare. Quello scorcio di mercato
dipinto da Guttuso, con i suoi colori,
ombre, nebbie, volti, oggetti,
storie nascoste, non ha la falsità di un rifacimento teatrale
ma la verità e la grandezza del
racconto cinematografico.
L’inizio è fatto di
sole voci, la rauca e profonda di Camilleri che legge brani dal suo romanzo,
quelle sensuali e coinvolgenti dei due protagonisti Giulia Andò e Francesco
Scianna, voci che ci circondano, da un
punto all’altro della sala, come echi di vita lontana. Sentiamo raccontare e descrivere i colori della frutta e della verdura, sembra un mondo sereno, quasi
artificiale, irraggiungibile ma il
rumore metallico dei coltelli
affilati che dilaniano le carni appese ai ganci, o l’acqua che con
forza si spande sui pesci esposti per mantenerli freschi, abbattendosi
come una mannaia sulla splendida ripetitiva ossessione della musica di Marco Betta, ci
spalanca davanti la realtà del “quadro nero” . E se quel
quadro nero fosse la vita stessa che dietro l’illusione dei colori nasconde il
dramma della morte che cancella ogni colore e ogni sogno?
Rimaniamo
sorpresi quando, al posto delle tinte allegre, ci troviamo di fronte ad un' immagine i cui
colori non hanno colore, dove il contrasto è tra il grigio e il nero, dove
sembra incombere la tragedia e non la gioia. E poi il quadro silenziosamente,
lentamente si anima, entrano il pescivendolo, il macellaio, la donna, il
vecchio, il fruttivendolo, tutto girato al rallentatore e solo la musica
accompagna le immagini e la recitazione muta degli attori che vale più di mille
parole.
Eppure in quel
silenzio intuiamo parole, frasi, storie, commenti, e quando entrano nel quadro
la Andò e Scianna, lui con una vistoso e allegro girocollo giallo e lei in
bianco, sinuosa, misteriosa, dandoci le
spalle, ecco che i colori si animano, diventano vivaci come se quei due
personaggi con la loro storia avessero il potere di cancellare la rovina che
sentiamo incombere.
Ma la loro storia
come la storia di tutti noi, può avere due aspetti: uno drammatico e uno
felice, e Andò li filma entrambi, come
due lati della stessa medaglia, prendendo spunto dal racconto “La ripetizione”
di Camilleri. Il quadro nero della vita non sempre rimane nero, a volte chiazze
di colore si spandono, per poi asciugarsi, lasciandoci nella consapevolezza che tutto dipende
forse da una marea che sale o che
scende, da un Dio che non c’è, da una partita persa, da un sogno svanito, da
una mossa falsa.
E quando il mercato
finisce, rimangono i gatti e i cani a mangiarsi gli avanzi, i colori sono
spariti, le cassette rovesciate, i rifiuti sparsi sull’asfalto, la nebbia e il
fumo salgono sulle cose, mentre la lampadina riprende ad oscillare, lentamente,
fino a che tutto diventerà buio, nero come la notte, come la morte.
E a noi rimane la
memoria di tanti colori che forse non sono mai esistiti se non nella finzione
artistica.
Daria
D.
Opera
per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta
da Renato Guttuso e Andrea
Camilleri
testo di Andrea Camilleri
con Francesco Scianna e
Giulia Andò
e
con Francesco Scianna e Giulia Andò
e Ettore
Calvaruso, Patrizia Dantona, Shain Farouzi, Paolo Federico,
Oriana
Guarino, Renato Lenzi, Onofrio Nuccio, Daniela Pupella,
Salvatore
Tarantino, Fulvio Tortorici
musica di Marco Betta
ideazione e regia di Roberto
Andò
collaborazione alla regia di
Luca Scarzella
fotografia di Roberto
Barbierato e Gianni Carluccio
scenografia di Gianni
Carluccio
costumi di Gianni Carluccio e
Daniela Cernigliano
suono di Hubert Westkemper
montaggio di Vertov Milano
assistente al montaggio e
compositing Michele Innocente
casting e aiuto regia Chiara
Agnello
produzione esecutiva film Alfio
Scuderi
commissione degli Archivi
Guttuso e della Fondazione Teatro Massimo
Nessun commento:
Posta un commento