Teatro Lirico Giuseppe Verdi, Trieste.
Domenica 6 settembre 2015
Eseguire delle prime
assolute in musica è sempre difficile: nessun precedente con il quale
confrontarsi, nessun altro punto di riferimento oltre alla propria capacità di
coglierne il senso avendo la partitura come unico appiglio, similmente
all’apertura di una nuova via scalando una montagna impervia. Lo è ancor di più
quando ciò avviene alla presenza del creatore dell’operache verrà rappresentata
nella sua città, verso il quale si sente una grande responsabilità, perché il
pubblico potrà o meno cogliere l’essenza di quanto ascolterà e rendere
immediatamente al suo autore il proprio giudizio.
La Fondazione Teatro
Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha così deciso con avvedutezza chi incaricare alla
direzione di un’opera ispirata al “Cantico dei Cantici”, poema attribuito a Re
Salomone, ma risultato di una importante contaminazione tra testi provenienti
da epoche e aree geografiche lontane fra loro: “Il Canto”, rapsodia
lirico-sinfonica per soli, coro e orchestra scritta da Marco Podda, ben noto
per la sua importante produzione, sia per la quantità delle composizioni,sia
per il successo riscontrato con il pubblico. Angelo Cavallaro ha infatti nel
suo curriculum, in qualità di direttore d’orchestra, moltissime prime assolute
di autori del calibro di Luciano Berio o di Pierre Boulez. I solisti, il
soprano turco AyşeŞener e il tenore Alessandro D’Acrissa hanno saputo
interpretare con perizia le rispettive parti, come pure l’Orchestra e il Coro
del Teatro Verdi, riuscendo tutti assieme a far arrivare, al pubblico presente,
numerosissimo e particolarmente attento in sala,con leggerezza e “facilità
d’ascolto” una musica sontuosa e densa, ma anche molto complessa da eseguire.
Uomo di grandissima
cultura non soltanto musicale, Marco Podda riesce ad arrivare a ogni
ascoltatore indipendentemente dalla preparazione, sapendo trasmettere, come
pochi, la propria idea a molteplici livelli, gratificando così il senso
esteticodi tutti, esperti e non, persone del mestiere e neofiti. Lo ha dimostrato
quel silenzio particolare che si è percepito in sala per tutti i cinquanta
minuti di esecuzione di quest’opera di musica classica contemporanea, dalle
sonorità che rimandano a tradizioni molteplici, ma che qui si ritrovano in un
dialogo stratificato e dinamico al tempo stesso, con continui rimandi
reciproci. Forza e dolcezza si alternano con una soavità di fondo che dal testo
passa alla musica e al testo ritorna.
I molti giovani in
sala hanno seguito l’esecuzione con la stessa attenzione dei presenti più
anziani, a riprova di quanto sia falsa l’idea che sia necessario proporre
soltanto musica semplice o peggio, semplificata, per avere seguito.
A conclusione,
quindici minuti di applausi agli interpreti e all’autore, richiamato più volte
in palcoscenico in un teatro pieno, a dimostrazione di quanto quest’opera sia
stata apprezzata dai presenti.
Occasione
preziosa questa, nata da una felice collaborazione tra due realtà triestine
molto diverse, l’Ente Lirico triestino ed il “Kol Ha-Tikvà”, incontratesi per
realizzare assieme un grande evento in occasione della XVI Giornata Europea
della Cultura Ebraica. È stato così possibile unire la professionalità di un’importante
realtà, ben presente nel panorama lirico e sinfonico nazionale, con la passione
di un’associazione culturale, aderente all’Usci Trieste, associata a sua volta
a Feniarco. Le ricerche musicologiche effettuate dal “Kol Ha-Tikvà” hannoinfattipermesso,
nel corso dello stesso evento, di ascoltare, per la prima volta in tempi
moderni, la breve sinfonia “In limine” composta nel 1975 da Vito Levi
(1899-2002), compositore, critico musicale e saggista triestino. Il manoscritto
di questa partitura è conservato presso il Civico Museo Teatrale “C. Schmidl”
di Trieste, grazie ad un’imponente donazione fatta dalla figlia Laura, per festeggiare
le nozze della quale con lo scrittore Fulvio Tomizza, Vito Levi compose un
mottetto a quattro voci, “Surgepropera”, tratto anch’esso dal Cantico dei
Cantici. Chi ha assistito al concerto ha potuto ascoltare pure questo brano
nell’orchestrazione composta da Marco Podda appositamente per l’esecuzione al
Verdi.
Ritenuto evento di
rilevanza regionale, il concerto ha avutoil patrocinio della Regione Autonoma
Friuli Venezia Giulia, della Provincia e del Comune di Trieste, oltre che della
locale Comunità Ebraica ed è stata resa possibile grazie al sostegno di enti e
fondazioni locali e nazionali quali, oltre alla Fondazione Teatro Lirico
Giuseppe Verdi, le Fondazioni Foreman Casali, la Fondazione CRTrieste, l’UCEI
(Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - Contributo 8 per mille), l’Albero
Nascosto Hotel Residence, i Lions Club Trieste Europa, Trieste Host e Trieste
Miramar, i Rotary Club Trieste, Trieste Nord e Muggia, Fiori Voci dal Bosco.
Irene Petri
Direttore: Angelo
Cavallaro
Soprano: AyşeŞener
Tenore: Alessandro
D’Acrissa
Orchestra e Coro
della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi di Trieste”
Programma:
Vito Levi (1899-2002)
In limine (1975)
Sinfonia breve per orchestra
Surgepropera (1961)
Mottetto a quattro voci per coro e
orchestra (orchestrazione di Marco Podda)
Marco Podda (1963)
Il Canto (2015)
Rapsodia lirico-sinfonica per soli,
coro e orchestra dallo “Shir Ha-Shirim” (Cantico dei Cantici)
Violino solo: Stefano Furini
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