17 settembre, 2015

Teatro Kopò, l’originalità al potere. Di Paolo Leone


Teatro Kopò, Roma (Via Vestricio Spurinna 47) - Metro A: Numidio Quadrato

Al Teatro Kopò, fucìna di iniziative e dinamismo comunicativo, una ne fanno e cento ne pensano, si potrebbe dire. In realtà, ne fanno molte di più. Piccolo diamante nel panorama dei teatri off romani, incastonato in una delle più grandi periferie europee, il Tuscolano/Quadraro/Cinecittà, ha presentato la sua terza stagione il 16 settembre. Il miracolo di questo minuto ma confortevole teatro (50 posti) che in due soli anni di vita ha visto più che raddoppiato il numero di spettatori (5000 nella passata stagione), continua a sorprendere sia per gli spettacoli proposti che per la sua straordinaria capacità di comunicazione e fidelizzazione di un pubblico composto, come ci ha detto il Direttore Artistico Francesca Epifani, per un buon 80% dai residenti nel quartiere. Drammaturgia contemporanea, interessantissima, con autori e compagnie giovani, è il merito di questo teatro che riesce a scovare ogni anno delle chicche imperdibili. Questa stagione 2015/2016 si distingue per una maggior varietà di stili teatrali e registici.
Si va infatti dal teatro civile a quello musicale, da quello multimediale a quello di figura, tutti uniti dal filo rosso delle problematiche, dei sogni, dei drammi e delle contraddizioni dei nostri giorni, dell’uomo moderno. Uno sguardo dentro ognuno di noi, ma filtrato dalla magia di rappresentazioni originali. Cose che difficilmente il pubblico potrebbe vedere se non ci fossero realtà come queste. Si comincia dal 1° ottobre con uno spettacolo che, per il secondo anno consecutivo (dopo Silvio Barbiero nella precedente edizione), porta sul palco uno dei migliori attori dell’ultimo Fringe Festival di Roma, Fabrizio Paladin, con l’interessante Dr. Jekill e Mr. Hide, The strange show,  una rivisitazione sorprendente del genio di Stevenson. Dal 15 ottobre entreremo nello smarrimento di un militante di sinistra con il bel testo di Lorenzo Misuraca, Belle Bandiere, interpretato da Emiliano Valente, divertente ma non superficiale, nella linea di questo teatro. Un graditissimo ritorno, dal 30 ottobre, quello di Antonello Taurino con il suo nuovo spettacolo, Trovata una sega, un approccio molto particolare ad una delle bufale più clamorose dei tempi moderni, quella del ritrovamento in un canale di Livorno, nel 1984, di due sculture attribuite a Modigliani, raccontata con lo stile affascinante e satirico di questo bravo attore. Con la Compagnia dei Kilowattori, a novembre, avremo la possibilità di riflettere sulle tensioni latenti nei nostri rapporti,  grazie ad Amici Diversi. Divertimento e poesia sono  garantiti da Cyrano dans la lune (storia di un naso che voleva arrivare sulla luna), un originale punto di vista dal quale osservare la celebre storia di Cyrano de Bergerac, popolare pièce di Rostand, interpretato da Daniele Villari che ne è anche l’autore, e Massimiliano De Luca, dal 26 novembre. Come detto, in questa stagione diversi sono gli stili, i toni del teatro proposto. Se temi drammatici sono proposti, e in maniera molto emozionante, con Le bombe sono tutte buttane, di Giuseppe Arnone (Produzione Kopò) e con Padroni delle nostre vite, di Ture Magno (spettacolo elegantemente multimediale) che affrontano nel mese di dicembre la tematica delle mafie, altri più leggeri ma sempre in modo molto originale sono assicurati da opere come La supercasalinga, di e con Roberta Paolini, che aprirà l’anno nuovo, surreale combattimento tra lei e la Macchia in uno scontro feroce. Novità assoluta a febbraio con The acquired inability di scappare, della Compagnia Metaskenè di Como, spettacolo che incuriosisce molto per le assonanze con il teatro sperimentale. Un classico della drammaturgia contemporanea, Xanax di Angelo Longoni, sarà portato in scena da Luca Losito e Valeria Alzari, compagnia sassarese. L’uomo e l’importanza delle radici sono analizzate in Cingomma, pirotecnico monologo di Jessica Leonello ambientato sull’Espresso Milano – Palermo. Il momento della commedia musicale sarà ad aprile con Elisabetta Tulli, eccezionale performer attualmente impegnata nel grande musical Billy Elliot al Sistina, ed il suo Le ragazze di Via Savoia, un delicato affresco che prende spunto da un fatto vero di cronaca che accadde a Roma nel 1951. Chiude la stagione un’altra produzione Teatro Kopò, con il celebre testo di Franca Rame, Una donna sola, interpretato dal direttore Francesca Epifani.
Insomma, un cartellone ricco di originalità e mai banale, un teatro “eco-friendly” che non spreca carta per i comunicati e per le tessere associative, che fornisce alla stampa la pen-drive con tutte le informazioni utili, che regala al suo pubblico l’aperitivo prima di ogni spettacolo, tutto a soli 10 euro, che ha saputo coinvolgere tante attività commerciali del quartiere in cui opera, aspetta il suo pubblico per il terzo anno consecutivo. Avete ancora dubbi? Il Kopò è un teatro tutto da vivere.

Paolo Leone


Teatro Kopò, Roma (Via Vestricio Spurinna 47) - Metro A: Numidio Quadrato

Per ogni info: www.teatrokopo.it , pagina Facebook e App disponibile su Apple e Android

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