Foto Federico Valente |
Barcolana, la “Coppa
d’Autunno”, è una regata speciale, unica. Aperta a qualsiasi barca a vela, ha
una magia tutta sua, particolare, perché nata dalla realizzazione di un sogno
di pochi amici capaci, quarantasette anni fa, di riunire, con questo spirito
egualitario cinquantuno barche. Nell’edizione di quest’anno hanno partecipato
quasi 1.700 natanti e, nonostante la Bora avesse soffiato il giorno prima con
raffiche fino a 70 nodi (circa 130 km all’ora), non c’è stato il più piccolo
incidente e nessuno si è fatto male.
Segno questo di una
grande professionalità, competenza, conoscenza di questo tratto di mare e di un
vento non facile da parte dello staff organizzativo, il cui nucleo, costituito
da sessanta persone, ha dato prova di essere in grado di gestire ogni minimo
imprevisto come se fosse stato tutto programmato.
Foto Federico Valente |
Come giustamente ha
detto MitjaGialuz, il Presidente della Società Velica Barcola-Grignano,
organizzatrice dell’evento, “è una festa del mare e della città, una città in
cui la cultura del mare è profondamente radicata e viva”, dalla quale arte e
letteratura hanno tratto costante ispirazione; quest’anno è avvenuto un'altra
magia: la regata è “sbarcata” ed è giunta a terra con una ricchissima serie di
eventi, proprio grazie alla visione di un altro sognatore con i piedi ben
piantati a terra. MitjaGialuz è riuscito a coinvolgere persone e istituzioni
che hanno risposto quasi non aspettassero altro e per dieci giorni la città ha
offerto, a “forestieri” e ad “autoctoni”, una ricchissima serie di attività
culturali: teatri, musei, e luoghi di solito non agibili hanno aperto le porte.
Il giornale locale “Il Piccolo” ha presentato in anteprima il dvd de
“L’orologio di Monaco” tratto da un racconto di Giorgio Pressburger, autore,
scrittore e regista, triestino d’adozione. Perfino un trenino è stato messo a
disposizione, per passare, in Porto Vecchio, dal Magazzino delle Idee, sede di
mostre e laboratori per ragazzi, alla Centrale Idrodinamica luogo in cui è
stata appositamente allestita la mostra “Borea e i suoi mondi – Passato e
presente del vento di Trieste”, portandovi migliaia di persone. Zeno
D’Agostino, da qualche mese a capo dell’Autorità Portuale di Trieste, crede
molto nella presenza della ferrovia in Porto Vecchio, in vista di una sua
riapertura più ampia al pubblico, “parte ancora sconosciuta, ma porta verso il
futuro”.
Gli spettacoli sono
iniziati il 2 ottobre. A Remo Anzovino è stato chiesto di raccontare la nascita
di questa nuova Barcolana, e di trasportare con la sua musica il pubblico
attraverso le sensazioni che, dice Mitja Gialuz, “solo il navigare a vela può
dare”. La sera successiva, la prima “Notte blu dei teatri”: i cinque maggiori
teatri cittadini si sono riuniti e, per una sera hanno declinato la propria
natura secondo un tema unico, il mare. Ha aperto il Teatro Lirico Giuseppe
Verdi con un concerto in cui Coro e Orchestra hanno proposto musiche di
Vivaldi, Mendelssohn e Beethoven. Il Rossetti, il Teatro Stabile Sloveno e il
Bobbio hanno proposto spettacoli che si sono ripetuti per tre volte, in modo da
permettere lo spostamento al pubblico e il gran finale si è svolto al Miela, la
sala più vicino al mare.
E poi, al Museo
Revoltella il “redivivo” omonimo barone raccontava le sue memorie, in uno
spettacolo itinerante attraverso le “sue” antiche stanze.
Poi, il Pupkin
Cabaret di giovedì e il gran finale con Max Gazzè sabato, la sera della vigilia.
Mitja Gialuz, Foto Federico Valente |
La Bora è stata una
compagna costante per tutti i dieci giorni, costringendo gli organizzatori a
spostare al coperto alcuni eventi previsti all’esterno. E così, racconta
Mitja Gialuz, alla Centrale Idrodinamica, sede della mostra sulla Bora, è stato
cambiato momentaneamente nome in Centrale “Boradinamica”.
“Barcolana”
quest’anno ha perso l’articolo determinativo che aveva, personificandosi in
qualche modo.
È stato un successo,
una festa in mare e a terra, qualcosa da ricordare per chi l’ha vissuta. Se si
chiede a MitjaGialuzquali saranno i progetti per il prossimo anno, lo si vedrà
sorridere stanco, ma già con delle idee ben chiare: “una maggior
internazionalizzazione della regata ed un potenziamento delle attività
culturali a terra”: di nuovo mare e suolo legati assieme.
Segno di una nuova
rinascita della città? I triestini che sanno sognare mantenendo i piedi ben
piantati per terra sono convinti che sia così.
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