Montepulciano,
Museo Civico - Pinacoteca Crociani e Fortezza, sabato 24 ottobre 2015
Abbracciando un arco di tempo che va
dalla seconda metà dell’800 fino agli inizi del ‘900, la mostra “Dalla
‘macchia’ al Decadentismo – Dipinti privati nelle terre del Poliziano”
ripercorre gli anni d’oro e il declino del movimento artistico dei macchiaioli, e la successiva evoluzione
naturalista e “post-risorgimentale” della pittura italiana e, in particolare,
toscana.
Il movimento dei macchiaioli o macchiaiolismo nasce
a Firenze tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta del
XIX secolo, durante le riunioni al Caffè Michelangelo di un gruppo di giovani
artisti –toscani e non- desiderosi di “rompere” con la tradizione neoclassica
dell’Accademia –l’arte ufficiale- in favore di un’arte figurativa immediata e
semplice, improntata al realismo e tutta giocata sull’utilizzo in chiave
impressionistica del contrasto tra chiari e scuri. Per i macchiaioli – il cui appellativo deriva da alcuni quadri di
paesaggio, dipinti a semplici macchie di colore, presentati all’Esposizione
nazionale di Firenze nel 1861- i forti contrasti di ombra e di luce, cioè le
macchie di colore, rappresentano un valore pittorico assoluto, superiore al
disegno stesso e alla classica espressione plastica delle figure; la pittura a
macchia riesce a ottenere tutti gli effetti espressivi della pittura classica
con il solo utilizzo dei colori e dei chiaroscuri.
I temi preferiti dai macchiaioli sono i paesaggi, le vedute urbane, le scene di vita nei campi e di vita quotidiana: tutte opere caratterizzate da un realismo espressivo asciutto e privo di orpelli, che non esclude comunque la presenza di emozioni intense, come lo stupore contemplativo di fronte alla bellezza della Natura e a certi paesaggi costruiti dall’uomo. Inoltre, attraverso le loro opere i macchiaioli esprimono un ambivalente sentimento di ammirazione nostalgica e amara presa di coscienza delle dure condizioni di vita che lo riguardano, verso un mondo messo a repentaglio dall’avanzata del Progresso: quello della società rurale. Oltre che per le scelte stilistiche, che li rendono senz’altro tra i più originali artisti dell’800, i macchiaioli si distinguono dalle altre correnti artistiche per l’innovativa scelta metodologica di “operare sul campo”: per realizzare i loro paesaggi, i loro scorci e le loro vedute si recano a dipingere e disegnare direttamente sul posto, in modo da poter meglio cogliere “dal vivo”, ancor prima dell’apparenza, il senso profondo e l’atmosfera delle cose, compresa la loro luce. A partire dagli anni ’70 il movimento subisce un inesorabile declino, anche a causa della prematura scomparsa di alcuni dei suoi protagonisti.
I temi preferiti dai macchiaioli sono i paesaggi, le vedute urbane, le scene di vita nei campi e di vita quotidiana: tutte opere caratterizzate da un realismo espressivo asciutto e privo di orpelli, che non esclude comunque la presenza di emozioni intense, come lo stupore contemplativo di fronte alla bellezza della Natura e a certi paesaggi costruiti dall’uomo. Inoltre, attraverso le loro opere i macchiaioli esprimono un ambivalente sentimento di ammirazione nostalgica e amara presa di coscienza delle dure condizioni di vita che lo riguardano, verso un mondo messo a repentaglio dall’avanzata del Progresso: quello della società rurale. Oltre che per le scelte stilistiche, che li rendono senz’altro tra i più originali artisti dell’800, i macchiaioli si distinguono dalle altre correnti artistiche per l’innovativa scelta metodologica di “operare sul campo”: per realizzare i loro paesaggi, i loro scorci e le loro vedute si recano a dipingere e disegnare direttamente sul posto, in modo da poter meglio cogliere “dal vivo”, ancor prima dell’apparenza, il senso profondo e l’atmosfera delle cose, compresa la loro luce. A partire dagli anni ’70 il movimento subisce un inesorabile declino, anche a causa della prematura scomparsa di alcuni dei suoi protagonisti.
Davvero ricca e interessante la proposta
di questa mostra, che presenta circa 120 dipinti e disegni (provenienti da
collezioni private) dei principali esponenti del movimento dei macchiaioli, cioè Odoardo Borrani,
Silvestro Lega, Filadelfo Simi, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Giovanni
Fattori, Vincenzo Cabianca e altri, oltre a opere del periodo successivo alla
fine del movimento. Al fianco di paesaggi (il celebre Arno a Varlungo di Borrani,
Sole a Serravezza di Simi, Spiaggia
all’Elba di Plinio Nomellini, Tramonto
sul Trasimeno di Lorenzo Gelati, Monte
Razzo di Ludovico Tommasi), vedute urbane (Pontevecchio di Borrani, Palestrina
di Cabianca, Volterra di Gelati, Venezia di Signorini), vita in campagna
(Carro di fieno di Luigi Gioli, Nell’aia di Borrani, Il ritorno dei carbonai e Boscaiole a San Rossore di Francesco
Gioli, Butteri in Maremma di Ruggero
Panerai) e vita contemporanea (Riposo
dopo la passeggiata di Adolfo Tommasi, La
visita all’ammalata di Luigi Bechi, L’accattone
che dorme e La lettura di
Lionello Balestrieri, A passeggio di
Borrani), ritroviamo anche un altro importante genere della pittura: il
ritratto (tra i vari, cito almeno il Mazzini
di Lega, il Cavour di Michele
Gordigiani e il Ritratto di gentiluomo di
Borrani).
L’allestimento è stato realizzato in
parte all’interno del Museo Civico (nella Pinacoteca Crociani) e in parte alla
Fortezza di Montepulciano, cosa che consente quindi di visitare anche
l’interessante museo cittadino, che ospita al proprio interno un’opera di
Caravaggio e una di Luca Signorelli. Inaugurata lo scorso 4 aprile, la mostra
chiuderà i battenti domenica 1 novembre.
Francesco
Vignaroli
Nessun commento:
Posta un commento