29 ottobre, 2015

LA MODA E LA MORTE di Magdalena Barile con la regia di Aldo Cassano. Di Daria D.


Sala Bausch dell'Elfo Puccini, Milano. 27 - 31 ottobre 2015


Definire lo spettacolo puro trash dovrebbe fare felici gli autori visto che il loro intento era quello di buttare nella spazzatura i capisaldi della nostra vita, della nostra conoscenza, della nostra esperienza, del nostro essere umani: la Morte, la Moda e la Storia. E l’alternativa dov’è?
Eppure ci sembra che sia  l’Esagerazione  alla fine  l’unica protagonista dello spettacolo, tutto è sovrabbondante e carico, recitazione, costumi, scenografie, suoni, tutto è seduto su quel w.c. in attesa di evacuare parole, gesti, urla, silenzi. Basato sul dialogo tra  la Moda e la Morte che Leopardi il rivoluzionario scrisse nel 1824, e che fa parte delle Operette morali, le due Madame, dirette da Aldo Cassano della Compagnia Animanera,  figlie della caducità ed entrambe immortali, una petulante e insopportabilmente vanesia e superficiale (indovinate chi è), l’altra come da cliché  vecchia, stanca e brutta, sempre  con la sigaretta in bocca perché è certamente cattivo chi fuma, litigano tutto il tempo su come raggirare gli uomini, su chi è più potente ed influente, su chi ne sa di più di filosofia e immortalità.  La Morte è come un vampiro, la Moda una manipolatrice, entrambe antipatiche fino alla… morte.
Ma tra le due comari, sembrano uscite da un film di Harry Potter o da “Arsenico e vecchi merletti” il famoso film di Frank Capra, si intromette a forza, sì perché la sua stazza è abbastanza ingombrante e non di facile collocazione,  la Storia, che è la nipote cattivissima, oscena, sguaiata, un travestì tutto trine e merletti, beh se è stata addobbata dalla zia Moda mi pare logico, urla e urletti, che dà di sé una pessima impressione, nessuno vorrebbe una nipote così eppure c’è e ce ne dobbiamo fare una ragione.
Ma ecco che tra i tre, sì lo so che erano due, litiganti il terzo gode ed è un maschio, belloccio, armato di tutto, pronto a tutto, il maschio violento, che spara, che scopa, che fugge, che trema, che impazza. Non si sa alla fine da dove venga ma ce ne facciamo una ragione.

Qualche francobollo sui social, il digitale, i selfie da rituale “anti-qualcosa”, gli sbarchi degli emigranti, anzi direi i naufragi, per essere più attuali, le critiche all’Economia e al Profitto che nelle intenzioni dell’autrice hanno tolto lo scettro alla povera innocua Morte, che forse morirà di tumore ai polmoni e la Moda crollerà dal suo trono girevole e così instabile.
Alla fine non è che ci siamo fatti tanto una ragione del perché tutto era così terribilmente trash.
Questa non è una recensione trash.

Daria D.


LA MODA E LA MORTE
di Magdalena Barile
regia Aldo Cassano
con Benedetta Cesqui, Natascia Curci, Fabrizio Lombardo, Matthieu Pastore
assistente regia e suoni Antonio Spitaleri
scene Valentina Tescari, costumi Lucia Lapolla, luci Giuseppe Sordi
Animanera

prima nazionale

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