Roma,
Teatro Ambra Garbatella. Dal 16 al 18 ottobre 2015
Ci sono artisti del nostro teatro di
cui senti parlare da tempo e che, per una serie di sfortunate coincidenze, non
riesci ad ammirare sul palcoscenico. La pecca è finalmente svanita perché,
nonostante per sole tre serate, Paolo Perelli all’Ambra Garbatella ha portato
in scena il suo Pirandello in bianco e
nero, dandomi l’opportunità, in extremis, di poter godere della sua arte.
Il suo omaggio ad uno dei più grandi drammaturghi del '900 è poesia, uno
spettacolo semplice ma geniale, in cui prendono vita alcuni dei personaggi
delle novelle e del teatro di Pirandello, oltre all’autore stesso, in una
girandola di interpretazioni di rara intensità. E’ istrionico Perelli, che in
un baleno si trasforma da scrittore a personaggio, facendoci penetrare
profondamente in quella umanità tormentata e in quelle tematiche eterne
indagate dal genio di Girgenti.
Dalla tragedia del dottor Fileno, che implora per esser reso immortale dalle pagine pirandelliane, alla follia (?) di Belluca colpevole di accorgersi, grazie al fischio di un treno, che esiste un’esistenza altra, un mondo da vivere oltre le miserie della sua condizione, dalla disperazione struggente e avvinghiata alla vita dell’uomo dal fiore in bocca, fino a La verità e a La trappola, tra le novelle più toccanti. Paolo Perelli porta in scena con inconsueta potenza la bellezza sempre attuale della fragilità umana descritta da Pirandello, dove ogni faccia ha la sua verità, una nessuna e centomila vien da dire, e lo fa con tale poetico trasporto, che dopo pochi minuti si è davvero nel salotto di Pirandello, tanto da non distinguere la finzione scenica dalle verità interpretate. La sua potenza espressiva, passione, profondità di voce e d’animo riescono ad ammaliare il numeroso pubblico (quando la qualità paga) con un teatro d’arte, semplice, dove tutto il corpo dell’artista è al servizio dello spettatore, che resta affascinato dalla voce, dalla mimica accurata e da una scenografia suggestiva, nonché dal bizzarro eppure efficacissimo utilizzo delle musiche di Modugno e Moby. Un esempio e un monito a chi, presuntuosamente, spaccia ciarpame per innovazione di un’arte di cui non conosce nemmeno le origini. Perelli ci riconduce all’essenza del teatro, con una recitazione forse a tratti enfatica, d’altri tempi, ma assolutamente travolgente, entusiasmante, convincente. Ha ragione lui, il teatro ha un potere salvifico, rivoluzionario. Quando poi è di grande qualità come il suo, è un piacere lasciarsi travolgere dalle emozioni. Da vedere, da vivere. Affascinante.
Dalla tragedia del dottor Fileno, che implora per esser reso immortale dalle pagine pirandelliane, alla follia (?) di Belluca colpevole di accorgersi, grazie al fischio di un treno, che esiste un’esistenza altra, un mondo da vivere oltre le miserie della sua condizione, dalla disperazione struggente e avvinghiata alla vita dell’uomo dal fiore in bocca, fino a La verità e a La trappola, tra le novelle più toccanti. Paolo Perelli porta in scena con inconsueta potenza la bellezza sempre attuale della fragilità umana descritta da Pirandello, dove ogni faccia ha la sua verità, una nessuna e centomila vien da dire, e lo fa con tale poetico trasporto, che dopo pochi minuti si è davvero nel salotto di Pirandello, tanto da non distinguere la finzione scenica dalle verità interpretate. La sua potenza espressiva, passione, profondità di voce e d’animo riescono ad ammaliare il numeroso pubblico (quando la qualità paga) con un teatro d’arte, semplice, dove tutto il corpo dell’artista è al servizio dello spettatore, che resta affascinato dalla voce, dalla mimica accurata e da una scenografia suggestiva, nonché dal bizzarro eppure efficacissimo utilizzo delle musiche di Modugno e Moby. Un esempio e un monito a chi, presuntuosamente, spaccia ciarpame per innovazione di un’arte di cui non conosce nemmeno le origini. Perelli ci riconduce all’essenza del teatro, con una recitazione forse a tratti enfatica, d’altri tempi, ma assolutamente travolgente, entusiasmante, convincente. Ha ragione lui, il teatro ha un potere salvifico, rivoluzionario. Quando poi è di grande qualità come il suo, è un piacere lasciarsi travolgere dalle emozioni. Da vedere, da vivere. Affascinante.
Paolo
Leone
Essenza
Teatro Presenta: Pirandello in bianco e nero (un omaggio a Luigi Pirandello
dalle novelle al teatro), diretto e interpretato da Paolo Perelli.
Tecnico
audio e luci Deborah Ponzo; Organizzazione e promozione Francesco Perelli;
Costumi e accessori Luana Santachiara; Foto di scena Danilo Giovannangeli
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