Roma,
Teatro Lo Spazio (Via Locri 32/44). Dal 20 al 23 ottobre e il 25 ottobre 2015
Prima nazionale al Teatro Lo Spazio, a
Roma, di uno spettacolo che è annunciato
come il primo di una trilogia della
disobbedienza scritta dalla giovane autrice croata Ivana Sajko. Banalmente,
si potrebbe parlare di una storia d’amore ai tempi non del colera, ma della
guerra. Ma in questo caso c’è molto di più. Lo si scopre se ci si lascia andare
al ritmo incalzante del testo, inizialmente spiazzante, difficile da seguire
nella sua logica. Attrazione, disgiunzione, amore e orrore sono un unico
vissuto, da cui l’autrice estrae frammenti apparentemente impazziti di ricordi,
immagini, odori, visioni, in un vortice di parole e immagini che investono lo
spettatore. Se non ci si lascia andare alla voce, alle parole, al loro suono e
ritmo che la bravissima ed esperta Sabrina Jorio catapulta dal palco, si
rischia di non afferrarne la disperata, feroce poesia, il suo lirismo. Frasi
che sono immagini, immagini che diventano concetti, tra un divano con
tappezzeria di rose e cadaveri sventrati sulla strada, tra l’odore di due corpi
avvinghiati in un unico respiro e quello di ignari passeggeri che muoiono
bruciati dentro un autobus.
Il casino nelle strade, così lo chiama
l’autrice, dilagante tra propaganda di Stato, ironia, in un continuo e ossessivo rimando tra passato e presente, tra il ricordo
del dolore e la ricerca di una fuga possibile, tra l’Apocalisse e la speranza
che i divani diventino roseti. Il
testo di Sajko e la sua messa in scena è un caleidoscopio di tenebre e luci che
pretendono spazio nella vita di due amanti investiti dal miracolo di un
sentimento in mezzo al caos di un Paese in un determinato momento, ma è anche
universale e ce lo fa capire quando si chiede, e ci chiede, di chi è veramente
la colpa di tutto quel che accade ovunque, se veramente quel che ci dicono sia
la realtà dei fatti. Altre violenze, altre fiamme, altri scontri, collegati in
un’unica, inquietante, dimensione spazio-temporale. Ma quel che colpisce di questo primo appuntamento è la forza dirompente
della scrittura. Veloce,
frammentata, cinica, disperata, romantica e durissima, un’esplosione che
reclama i suoi frammenti e li ricuce
pazientemente, dalla fine all’inizio della storia e di nuovo alla fine, in
un processo che prende forma strada facendo. Non facile ad un primo impatto, va
detto, ma maledettamente affascinante. Voci, suoni, immagini, dolore, amore,
crudezza e speranza. Letteratura che si fa teatro, brillantemente, per la regia
di Tommaso Tuzzoli, con la scena intrigante di Pier Paolo Bisleri e con
bellissime animazioni a cura di Marco Lucisano e Barbara La Torraca. La rosa balcanica di
Ivana Sajko e Sabrina Jorio (eccezionale nell’uso del corpo e della voce) ha
spine che graffiano e lasciano il segno, profondamente.
Paolo
Leone
Produzione
Golden Show/Tinaos in collaborazione con Comune di Muggia – Residenza Idra –
Valli del Natisone Trough Lanscape presenta: Rose is a rose, is a rose, is a
rose, di Ivana Sajko.
Traduzione
di Elisa Copetti.
Con
Sabrina Jorio.
Spazio/Installazione
di Pier Paolo Bisleri; Suono di Paolo Cillerai; Luci di Angelo Ugazzi;
Animazione e grafica di Marco Lucisano e Barbara La Torraca. Elementi
scenici realizzati da Davide Di Donato e Laboratori Fondazione Teatro G. Verdi
di Trieste. Foto di scena e video di Teresa Terranova. REGIA di Tommaso
Tuzzoli.
Si
ringrazia l’ufficio stampa nella persona di Carla Fabi.
Nessun commento:
Posta un commento