Roma,
Teatro Eliseo. Dal 13 ottobre all’1 novembre 2015
Foto Federico Riva |
Una probabile fine imminente, come un rombo
lontano, annunciato, accolto quasi distrattamente. Perché qui, sul pianeta
terra, le devastazioni dell’uomo e nell’uomo sono in atto da tempo, tanto al
punto, quasi, di desiderarla sul serio una fine. Vera, risolutiva. Altro che
tempeste solari. Nei testi di Luca De Bei l’essere umano, le sue relazioni (o
meglio le sue difficoltà di relazione), la famiglia con le sue immagini
patinate non ne escono mai molto bene. I suoi spettacoli sono sempre una lente
d’ingrandimento sulla disperata ricerca, quasi impossibile da portare a
termine, se non della felicità, almeno di un’esistenza meno tormentata. In Tempeste solari, il suo nuovo spettacolo
in Prima nazionale al Teatro Eliseo dal 13 ottobre e fino all’1 novembre, lo
scenario apocalittico è quaggiù, più che in cielo. Una inquietante
deflagrazione a catena, dal principio di una famiglia borghese fino alle
appendici più lontane, che vanno oltre i figli e arrivano alle relazioni
personali di questi, in un perpetuarsi di fallimenti.
Rat Race, cantava Bob Marley tanti anni fa. C’è sì una famiglia e la sua storia, ma c’è soprattutto l’uomo di fronte a se stesso, alle sue ipocrisie, alle menzogne a cui tenta disperatamente di aggrapparsi per non affrontare la verità, per non guardarsi dentro seriamente. Devastando la propria vita e quella degli altri intorno a sé.
Rat Race, cantava Bob Marley tanti anni fa. C’è sì una famiglia e la sua storia, ma c’è soprattutto l’uomo di fronte a se stesso, alle sue ipocrisie, alle menzogne a cui tenta disperatamente di aggrapparsi per non affrontare la verità, per non guardarsi dentro seriamente. Devastando la propria vita e quella degli altri intorno a sé.
Foto Federico Riva |
Almeno fino a quando un evento particolare,
che sia una minaccia dal cielo o un padre (ed ex marito) che sta per morire,
non lo costringa a farlo e a dare un senso alla vita vissuta fino a quel
momento, magari comprenderla un po’ di più. Una resa dei conti, che di solito
avviene quando ormai non c’è nulla da perdere, quando tutto sembra stia
finendo. Tutto questo, forse, contribuirà a prendere coscienza degli errori
commessi o se non altro, della propria personale natura per poter proseguire il
cammino, in questa o in un’altra dimensione spazio-temporale.
Lo spettacolo, in nove scene dove i
personaggi compaiono sempre in coppia, affronta tante tematiche e suscita
moltissimi spunti di riflessione, forse anche troppi, in un’atmosfera algida
appositamente resa dalla bella scenografia di Francesco Ghisu, una sorta di
capsula spaziale i cui due portelloni scorrevoli, alternativamente, inghiottono
e fanno uscire le singole ambientazioni in un bellissimo effetto visivo Pian
piano si svelano gli intrecci tra i 6 personaggi che andranno a comporre il
puzzle, come nella sua precedente opera, quel Nessuno muore che aveva clamorosamente e positivamente
impressionato. In questo caso c’è da dire che, come nello sport, dai
fuoriclasse ci si aspetta sempre qualcosa in più. Stavolta la messa in scena
non convince totalmente.
Foto Federico Riva |
Se le tematiche, come sempre, sono di alto
livello ed elevata è la qualità degli interpreti in scena, tra i quali una
Paola Quattrini felicemente scelta per un ruolo dalle note fosche, sono i tempi
lunghissimi delle singole scene e la prolissità dei dialoghi e delle situazioni
in alcune di esse ad inficiare in parte la bellezza del testo e della pièce nel
complesso, diluendone le emozioni. Necessario qualche sostanzioso taglio per
rendere più godibile quello che potrebbe diventare un grande spettacolo, con
dei ritmi sostenuti che qui, contrariamente ad altri suoi lavori, non ci sono
stati. Bellissima la scenografia e accurata, come sempre, la scelta delle luci,
firma d’autore sui “quadri” di De Bei
Era una prima nazionale, di tempo per
migliorare ce n’è.
Paolo
Leone
Produzione
Casanova Teatro presenta: Tempeste solari, di Luca De Bei.
Con
Ugo Pagliai, Paola Quattrini, David Sebasti, Pia Lanciotti, Mauro Conte, Chiara
Augenti. Regia di Luca De Bei.
Scene
di Francesco Ghisu; Assistente scenografo Lorena Curti; Costumi di Sandra
Cardini; Luci di Marco Laudando; Musiche di Marco Schiavoni.
Si
ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Eliseo, nelle persone di Maria Letizia
Maffei e Antonella Mucciaccio.
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