14 ottobre, 2015

“Tempeste solari”. L’uomo davanti a una scelta. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Eliseo. Dal 13 ottobre all’1 novembre 2015

Foto Federico Riva
Una probabile fine imminente, come un rombo lontano, annunciato, accolto quasi distrattamente. Perché qui, sul pianeta terra, le devastazioni dell’uomo e nell’uomo sono in atto da tempo, tanto al punto, quasi, di desiderarla sul serio una fine. Vera, risolutiva. Altro che tempeste solari. Nei testi di Luca De Bei l’essere umano, le sue relazioni (o meglio le sue difficoltà di relazione), la famiglia con le sue immagini patinate non ne escono mai molto bene. I suoi spettacoli sono sempre una lente d’ingrandimento sulla disperata ricerca, quasi impossibile da portare a termine, se non della felicità, almeno di un’esistenza meno tormentata. In Tempeste solari, il suo nuovo spettacolo in Prima nazionale al Teatro Eliseo dal 13 ottobre e fino all’1 novembre, lo scenario apocalittico è quaggiù, più che in cielo. Una inquietante deflagrazione a catena, dal principio di una famiglia borghese fino alle appendici più lontane, che vanno oltre i figli e arrivano alle relazioni personali di questi, in un perpetuarsi di fallimenti.
Rat Race, cantava Bob Marley tanti anni fa. C’è sì una famiglia e la sua storia, ma c’è soprattutto l’uomo di fronte a se stesso, alle sue ipocrisie, alle menzogne a cui tenta disperatamente di aggrapparsi per non affrontare la verità, per non guardarsi dentro seriamente. Devastando la propria vita e quella degli altri intorno a sé.  

Foto Federico Riva
Almeno fino a quando un evento particolare, che sia una minaccia dal cielo o un padre (ed ex marito) che sta per morire, non lo costringa a farlo e a dare un senso alla vita vissuta fino a quel momento, magari comprenderla un po’ di più. Una resa dei conti, che di solito avviene quando ormai non c’è nulla da perdere, quando tutto sembra stia finendo. Tutto questo, forse, contribuirà a prendere coscienza degli errori commessi o se non altro, della propria personale natura per poter proseguire il cammino, in questa o in un’altra dimensione spazio-temporale.
Lo spettacolo, in nove scene dove i personaggi compaiono sempre in coppia, affronta tante tematiche e suscita moltissimi spunti di riflessione, forse anche troppi, in un’atmosfera algida appositamente resa dalla bella scenografia di Francesco Ghisu, una sorta di capsula spaziale i cui due portelloni scorrevoli, alternativamente, inghiottono e fanno uscire le singole ambientazioni in un bellissimo effetto visivo Pian piano si svelano gli intrecci tra i 6 personaggi che andranno a comporre il puzzle, come nella sua precedente opera, quel Nessuno muore che aveva clamorosamente e positivamente impressionato. In questo caso c’è da dire che, come nello sport, dai fuoriclasse ci si aspetta sempre qualcosa in più. Stavolta la messa in scena non convince totalmente. 

Foto Federico Riva
Se le tematiche, come sempre, sono di alto livello ed elevata è la qualità degli interpreti in scena, tra i quali una Paola Quattrini felicemente scelta per un ruolo dalle note fosche, sono i tempi lunghissimi delle singole scene e la prolissità dei dialoghi e delle situazioni in alcune di esse ad inficiare in parte la bellezza del testo e della pièce nel complesso, diluendone le emozioni. Necessario qualche sostanzioso taglio per rendere più godibile quello che potrebbe diventare un grande spettacolo, con dei ritmi sostenuti che qui, contrariamente ad altri suoi lavori, non ci sono stati. Bellissima la scenografia e accurata, come sempre, la scelta delle luci, firma d’autore sui “quadri” di De Bei
Era una prima nazionale, di tempo per migliorare ce n’è.

Paolo Leone


Produzione Casanova Teatro presenta: Tempeste solari, di Luca De Bei.
Con Ugo Pagliai, Paola Quattrini, David Sebasti, Pia Lanciotti, Mauro Conte, Chiara Augenti. Regia di Luca De Bei.
Scene di Francesco Ghisu; Assistente scenografo Lorena Curti; Costumi di Sandra Cardini; Luci di Marco Laudando; Musiche di Marco Schiavoni.

Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Eliseo, nelle persone di Maria Letizia Maffei e Antonella Mucciaccio.

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