Cortona, Cinema Teatro Signorelli. Domenica 11 ottobre 2015
“QUESTO E’ LO SPAZIO. E NON
COLLABORA!” (Mark Watney / Matt Damon,
dal film)
Dopo il deludente Exodus, uscito lo scorso inverno, Ridley Scott si riscatta tornando
alla fantascienza, il genere che forse gli ha dato più soddisfazioni (Alien, Blade Runner), con Sopravvissuto
– The martian, tratto dall’omonimo romanzo di Andy Weir. Il film segna il “ritorno
nello spazio”, stavolta nel ruolo principale, anche per il bravo Matt Damon,
reduce dalla partecipazione al meraviglioso Interstellar
-di cui ci siamo occupati a suo tempo, era il novembre 2014- di Christopher
Nolan.
Marte. A causa di una violentissima
tempesta l’equipaggio della navicella Hermes è costretto all’abbandono della
missione Ares 3. Durante la
precipitosa fuga dalla base spaziale l’astronauta e botanico americano Mark
Watney, colpito da un detrito, perde i sensi. Dopo una breve e vana ricerca i
compagni, credendolo morto, lasciano il pianeta prima che la navicella subisca
danni irreparabili, ma in realtà Watney è riuscito incredibilmente a salvarsi.
Rimasto completamente solo sul “pianeta rosso”, l’astronauta ingaggia una
disperata lotta per la sopravvivenza contro il tempo e contro le avversità di
Marte, sfruttando al massimo le sue conoscenze e le incalcolabili potenzialità
dell’intelletto umano. La sua intelligenza, la sua tenacia e un fortissimo
istinto di sopravvivenza lo portano a ottenere risultati eccezionali: riesce a
coltivare patate in una serra di fortuna e, soprattutto, riesce a stabilire un
contatto con gli uomini della NASA sulla Terra che, in collaborazione con
l’agenzia spaziale cinese e con i compagni superstiti dell’Hermes, mettono a
punto un incredibile piano di salvataggio del “naufrago”…
The
martian è, nel solco del Robinson Crusoe di Daniel Defoe, un
appassionato e ottimistico elogio dell’ingegno e dell’intraprendenza dell’uomo,
ovviamente in chiave fantascientifica. Per la precisione, si tratta di un
doppio elogio: quello dell’eroe solitario (non per sua scelta) Watney, così
attaccato alla vita da inventarsi l’inverosimile per sopravvivere, e quello dei
vari uomini (scienziati, membri della Nasa, astronauti…) impegnati
nell’altrettanto inverosimile missione di riportare il sopravvissuto a casa.
Sottotraccia, il film ribadisce anche l’importanza del motto “l’unione fa la
forza”, con annesso messaggio politico all’insegna della distensione (la
determinante collaborazione Usa – Cina); il tutto, mantenendo ampiamente sotto
la media delle produzioni di questo tipo, e quindi rendendolo più che
sopportabile, il livello di retorica yankee.
Considerazioni ideologiche a parte, il film ha una struttura narrativa solida e
senza cedimenti, dove non mancano momenti di autentica suspense.
Impeccabile la
realizzazione tecnica, con un inevitabile sguardo al modello imperituro
stabilito da Kubrick in 2001 Odissea
nello spazio, il film che, a dir poco, ha indicato la strada al cinema di
fantascienza dagli anni ’70 in poi.
Originale e
divertente la scelta di utilizzare la discomusic
anni ’70 come colonna sonora (gli ABBA di Waterloo,
l’immancabile Hot stuff di Donna
Summer e perfino gli O’Jays di Love Train
nel finale), senza dimenticare la più che “in tema” Starman di David Bowie.
Nel ruolo del
direttore della NASA ritroviamo Jeff Daniels.
Francesco
Vignaroli
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