02 novembre, 2015

Elisa Silvestrin. Sogno di potermi esprimere con l’arte. Intervista di Paolo Leone


Elisa Silvestrin, giovane attrice classe 1987. Nel 2006 si classifica seconda al concorso di Miss Italia. Qualche anno dopo entra in Rai come annunciatrice, poi conduttrice, inviata. Ruoli in qualche fiction (Un passo dal cielo 3, Le tre rose di Eva 2). Diplomatasi all’Accademia di Arte Drammatica Pietro Scharoff di Roma, non abbandona il suo amore per il teatro e, dopo esser diventata mamma, riprende prima con Antigone, insieme a Giuseppe Pambieri per la regia di Lia Tanzi e ora sta per debuttare con un nuovo spettacolo, al Teatro dell’Angelo di Roma, con un classico della drammaturgia statunitense: Lo zoo di vetro, di Tennesse Williams. Con piacere, l’abbiamo raggiuta per i lettori del Corriere dello Spettacolo.

Elisa, benvenuta sul Corriere dello Spettacolo! Tanta televisione, conduttrice, inviata, annunciatrice in Rai, rubrica Sette Note sempre su Raiuno. In teatro, ho visto che in passato hai fatto parte del cast in Sogno di una notte di mezza estate per la regia di Luigi Rendine…

Eh sì, poi…sono diventata mamma e ncessariamente ho dovuto fermarmi un attimo (ride – ndr). Poi ho ricominciato e ho fatto Senza via d’uscita , che è tratto da Porte chiuse, di Sartre, a novembre 2014, e questa estate appena passata ho recitato nell’Antigone – cronache da un teatro di guerra, con Giuseppe Pambieri e Barbara Bovoli, per la regia di Lia Tanzi. E ora sono pronta per questo nuovo debutto.

Bene, allora sveliamo ai nostri lettori che sarai ne Lo zoo di vetro, di Tennessee Williams, al Teatro dell’Angelo di Roma, nel ruolo di Laura. Un ruolo molto impegnativo. Come hai affrontato questo personaggio che è patologicamente timido?
 
Hai ragione, è così Laura! Mah, guarda, diciamo che ho esplorato tutta la mia fragilità interiore, la mia timidezza. Mia madre mi diceva che non era il mio ruolo, pensa! Invece io credo che dentro ognuno di noi c’è di tutto e quindi sono andata a fondo in tutte le mie insicurezze e le ho estrapolate. Fragilità ma anche bontà d’animo, in fin dei conti. Tipica di chi soffre, di chi vive una grande sensibilità. E anche molta limpidezza nel personaggio di Laura, molto puro. E’ molto bello, è un lavoro che mi piace molto. Penso di aver toccato le corde giuste. Provengo dal metodo Stanislavskij e quindi vado sempre ad elaborare quello che ho dentro di me.

Elisa, ti sei diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica Pietro Scharoff. Quindi il tuo sogno è sempre stato il teatro? Ho letto in qualche tua intervista che ameresti fare cinema.

Sì, vero, anche se ancora non l’ho mai fatto. Sto esplorando questo mondo dello spettacolo in tutti i suoi aspetti. Guarda Paolo, io amo tutto quello che mi consente di esprimermi. Sin da piccola facevo danza classica, quindi ho imparato ad esprimermi con l’arte. Sono molto curiosa, quindi mi piace capire cosa mi piace di più. Adesso, devo dire sinceramente, avendo iniziato a fare teatro sul serio, che mi piace molto. Credo che sia questa la mia strada. La preparazione, lo studio…sono davvero felice, mi sembra di volare facendo teatro. Il cinema rimane un’esperienza che vorrei provare.

Finora hai fatto parti drammatiche. In un ruolo brillante non ti ci vedi?
Mah, finora non li ho mai fatti, mi piacerebbe provare. Però credo che il dramma sia più nelle mie corde

Facciamo un salto indietro nel tempo. Nel 2006 ti classifichi seconda nel concorso di Miss Italia, glamour, foto, poi dopo un po’ entri in Rai. Cosa ti hanno insegnato le esperienze televisive in tutti questi anni?

Quando partecipai a Miss Italia, non mi sarei mai aspettata tutto quello che sarebbe avvenuto dopo, di avere la possibilità di fare tutto quello che poi ho fatto. Ero sul serio una ragazza molto timida, la prima volta in tv mi vergognavo di pronunciare nome e cognome (ride – ndr). Quindi ho fatto i conti con questo. Per me è stato superare il limite della timidezza e poter avere più fiducia in me stessa. I corsi di dizione…tutto è stato utile anche per fare teatro oggi. Diciamo che l’esperienza in Rai è stata propedeutica a quel che sto facendo adesso. Dalle esperienze, belle o brutte, si impara sempre qualcosa.

Elisa, in questo Zoo di vetro che metterete in scena sarai sul palco insieme a Pamela Villoresi, che interpreterà Amanda, la madre del tuo personaggio.

Ah, guarda…la adoro! Quando facciamo le prove mi incanto ad osservarla!

Il regista sarà Giuseppe Argirò, che è anche un fine autore teatrale. Con lui come stai lavorando?

Mi trovo molto bene anche con lui, stiamo lavorando molto sulla tecnica. Lui era anche Professore all’Accademia Pietro Scharoff, ma non ci siamo incontrati quando la frequentavo, io sono arrivata dopo.

Vai spesso al cinema o a teatro?

Sì, mi piace molto andare a teatro! Recentemente ho visto Albertazzi al Quirino, sono andata a vedere Piera Degli Esposti, Pasotti.. insomma mi piace tanto. Compatibilmente con gli impegni di lavoro e con mio figlio, appena posso vado.

Dopo questo nuovo debutto teatrale, hai altri progetti in cantiere?
Sì sì, in realtà ho altri due bei progetti teatrali dopo questo. Uno per l’estate e l’altro per la prossima stagione. Sarei felice di poter continuare col teatro.

Ah, bene! Quando sento queste cose sono felice anche io!

(ride – ndr) Guarda, sto cominciando a portare anche mio figlio a teatro, che ha quasi sei anni. E gli piace! Pensavo che si annoiasse, invece no!

Elisa Silvestrin, al di fuori dello spettacolo, chi è?

Una mamma! Da quando ho mio figlio, il mio ruolo più importante è quello. Ma riesco a conciliarlo con il lavoro. Questa è Elisa.

Un sogno grande? Puoi sparare alto, anche qualcosa di apparentemente impossibile.

Mah, non saprei. Adesso ho in mente una cosa, un progetto che coinvolge sia il teatro che la danza. Ecco, forse il sogno è quello di potermi sempre esprimere attraverso le doti che ho. Unire teatro e danza. E magari anche il canto, vediamo.

Grazie Elisa, verremo a vederti al Teatro dell’Angelo prossimamente!

Grazie a voi e un saluto a tutti i vostri lettori. Vi aspetto in teatro allora. Noi saremo lì il 13, 14, 15 e poi il 21 e 22 novembre.


Curata da Paolo Leone

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