07 novembre, 2015

LA CASTELLANA, un noir. Un monologo da brivido. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Stanze Segrete (Via della Penitenza 3 – Trastevere). Dal 4 all’8 novembre 2015

La lucida follia di Eszrébet Bàthory, contessa ungherese vissuta tra la fine del 500 e l’inizio del 600, la più grande serial killer della storia (610 le sue giovani vittime), è dipinta dalla penna del grande drammaturgo Giuseppe Manfridi nella raccolta di sei ritratti al femminile (La Mongolfiera Editrice), testi per attrici soliste. Come tutte le opere di Manfridi, è l’insondabile umano ad essere messo in luce, cristallizzato in un preciso istante. Le sue recondite profondità pur se orribili, grazie alla sua scrittura ricca e poetica, ironica e di impressionante nitidezza. Per la messa in scena di questo testo ha affidato la parte della sanguinaria contessa a Melania Fiore e ne è sorto un sodalizio artistico interessante. Il teatro Stanze Segrete a Roma ha visto la nascita di questa nuova collaborazione. Il momento rappresentato è quello degli ultimi istanti prima dell’arresto da parte degli armigeri che stanno perquisendo il castello.
 

Il testamento di Eszrébet, potremmo dire. Il suo delirio di onnipotenza, la presunzione di ergersi a destino, finanche a sfidare la divinità, lascia trapelare la sua grande solitudine, la percezione dell’altro al di fuori del proprio io. Una sessualità deviata, la bellezza e l’amore soltanto per se stessa come unico fine, nella delirante convinzione di essere un bene per “il paesaggio” nei confronti di “quell’inutile mondo” che la prescinde. Il suo grido, folle e insensato, di ribellione. 

Rivolgendosi al suo servo nano Janos, invisibile nella scena, Melania – Eszrébet riesce ad affascinare il pubblico grazie ad un’interpretazione tra le sue più mature (forse la più matura) degli ultimi anni. Il personaggio, per sua natura, corre il rischio di finire facilmente sopra le righe, e invece è reso inquietantemente normale, anche ironico, a tratti malignamente simpatico. Solo i lampi degli occhi e il fitto eloquio lasciano trasparire l’orrendo precipizio delle sue malefatte. Una sintesi perfetta tra il testo di Manfridi, mai facile nemmeno lessicalmente, e l’interpretazione che ne ha colto le sfumature “umane” senza mai eccedere nei toni o nelle movenze. La suggestiva ambientazione del teatro Stanze Segrete, la regia accurata dello stesso Manfridi, le musiche di Antonio Di Pofi e le luci di Riccardo Santini, nonché il magnifico costume  di Silvia Bruschini e Antonietta Fragale indossato dalla protagonista, hanno realizzato un piccolo gioiello di teatro da camera che, speriamo, possa avere un seguito altrove e con più giorni in scena. Lo merita il testo, lo merita l’attrice che ha saputo entrare in parte con grande accuratezza e umiltà. Monologo forte per la tematica ed emozionante per l’interpretazione.

Paolo Leone


La Mongolfiera Editrice & Spettacoli presenta: La Castellana, un noir.
Scritto e diretto da Giuseppe Manfridi. Con Melania Fiore.
Musiche di Antonio Di Pofi; Tecnico audio e luci Riccardo Santini; Costume ideato da Silvia Bruschini; Sarta Antonietta Fragale; Foto di scena Aldo Emanuele Castellani. Il testo è pubblicato dall’Editrice La Mongolfiera.

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