Roma, Teatro Stanze Segrete
(Via della Penitenza 3 – Trastevere). Dal 4 all’8 novembre 2015
La lucida follia di
Eszrébet Bàthory, contessa ungherese vissuta tra la fine del 500 e l’inizio del
600, la più grande serial killer della storia (610 le sue giovani vittime), è
dipinta dalla penna del grande drammaturgo Giuseppe Manfridi nella raccolta di
sei ritratti al femminile (La Mongolfiera Editrice), testi per attrici soliste.
Come tutte le opere di Manfridi, è l’insondabile umano ad essere messo in luce,
cristallizzato in un preciso istante. Le sue recondite profondità pur se
orribili, grazie alla sua scrittura ricca e poetica, ironica e di
impressionante nitidezza. Per la messa in scena di questo testo ha affidato la
parte della sanguinaria contessa a Melania Fiore e ne è sorto un sodalizio artistico
interessante. Il teatro Stanze Segrete a Roma ha visto la nascita di questa
nuova collaborazione. Il momento rappresentato è quello degli ultimi istanti
prima dell’arresto da parte degli armigeri che stanno perquisendo il castello.
Il testamento di Eszrébet, potremmo dire. Il suo delirio di onnipotenza, la
presunzione di ergersi a destino, finanche a sfidare la divinità, lascia
trapelare la sua grande solitudine, la percezione dell’altro al di
fuori del proprio io. Una sessualità deviata, la bellezza e l’amore soltanto per
se stessa come unico fine, nella delirante convinzione di essere un bene per “il
paesaggio” nei confronti di “quell’inutile mondo” che la prescinde. Il suo
grido, folle e insensato, di ribellione.
Rivolgendosi al suo servo nano Janos,
invisibile nella scena, Melania – Eszrébet riesce ad affascinare il
pubblico grazie ad un’interpretazione tra le sue più mature (forse la più
matura) degli ultimi anni. Il personaggio, per sua natura, corre il rischio
di finire facilmente sopra le righe, e invece è reso inquietantemente normale,
anche ironico, a tratti malignamente simpatico. Solo i lampi degli occhi e il
fitto eloquio lasciano trasparire l’orrendo precipizio delle sue malefatte. Una sintesi perfetta tra il testo di
Manfridi, mai facile nemmeno lessicalmente, e l’interpretazione che ne ha colto
le sfumature “umane” senza mai eccedere nei toni o nelle movenze. La
suggestiva ambientazione del teatro Stanze Segrete, la regia accurata dello
stesso Manfridi, le musiche di Antonio Di Pofi e le luci di Riccardo Santini,
nonché il magnifico costume di Silvia
Bruschini e Antonietta Fragale indossato dalla protagonista, hanno realizzato
un piccolo gioiello di teatro da camera che, speriamo, possa avere un seguito
altrove e con più giorni in scena. Lo merita il testo, lo merita l’attrice che
ha saputo entrare in parte con grande accuratezza e umiltà. Monologo forte per
la tematica ed emozionante per l’interpretazione.
Paolo
Leone
La Mongolfiera Editrice
& Spettacoli presenta: La Castellana, un noir.
Scritto e diretto da
Giuseppe Manfridi. Con Melania Fiore.
Musiche di Antonio Di Pofi;
Tecnico audio e luci Riccardo Santini; Costume ideato da Silvia Bruschini;
Sarta Antonietta Fragale; Foto di scena Aldo Emanuele Castellani. Il testo è
pubblicato dall’Editrice La Mongolfiera.
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