Trieste, Politeama Rossetti, Sala
Bartoli
L’angoscia e lo
spaesamento che si provano alle prime battute di “Rosso Venerdì”(testo di
RobertoCavosi, regia di Igor Pison)si stemperano rapidamente, per lasciar
spazio alla curiosità e alla sensazione di trovarsi immersi in un “luogo
teatrale” conosciuto. La scenografia di Petra Veber, giustapposizione di
diversi piccoli elementi, ispiratisi alla cifra surreale e caricaturale di
David LaChapelle, che a sua volta si rifà a PieterBruegel il Vecchio e a
Hieronymus Bosch fornisce i primi indizi; se a ciò si aggiunge la musica (la
cui scelta è stata curata dal regista), fondamentale in questa messinscena,
ecco che appaiono le immagini dei Misteri medievali, delle antiche Passioni,
con i personaggi dalla caratterizzazione solo accennata che compiono azioni ed
esprimono emozioni elementari, facendo da sfondo a ciò che avviene sul Monte
Calvario; azione che aleggia su tutti, ma che non si vede mai: narrazione ed
evocazione di qualcosa che non riesce ad essere, oggi come allora, compresa
nella sua portata.
Assieme ad altre
musiche provenienti da epoche e tradizioni molto distanti, l’Hallelujah di
Leonard Cohen troneggia, accompagnando il pubblico e segnando, assieme
all’acqua contenuta in bottiglie di plastica, il passaggio da una stazione
all’altra di questa Via Crucis contemporanea, nella quale i personaggi non
interagiscono fra loro, ma i cui monologhi lasciano a poco a poco trasparire i
legami reciproci.
Il venditore porta a
porta di aspirapolveri (Riccardo Maranzana), privo di successo nel proprio
lavoro, abbandonato da qualche giorno da Maddalena, l’amante scomparsa senza
dar notizie di sé e con una moglie (Ester Galazzi) alla quale lascia il peso di
ogni cosa, dalla figlia febbricitante alla madre (Maria Grazia Plos) colpita
dal Morbo di Alzheimer, senza preoccuparsi che proprio quel giorno la donna si
debba recare all’ennesimo colloquio di lavoro dopo essere stata licenziata. Il
fratello di lei (Adriano Braidotti), apparentemente uomo di successo, ma che in realtà è un borseggiatore. Il piccolo industriale di
calzature (Andrea Germani) costantemente preoccupato per l’andamento dei propri
affari che non riuscirà a reggere la pressione data da questi continui pensieri
materiali. Ad interagire con gli altri personaggi, seppure silenziosamente, ci
sono soltanto l’autista d’ambulanza (si alternano nel ruolo Federica De
Benedittis e Lara Komar) e l’angelo taxista (Filippo Borghi), incapace di
aiutare alcuno. Unico personaggio presente in scena, che sia anche collegabile
al Mistero della Passione, è Simon Pietro (Francesco Migliaccio); tutti gli
altri, Maria, la Maddalena, Giuda, i due ladroni e Cristo stesso sono soltanto
evocati dalle narrazioni dei singoli. Gli interpreti hanno saputo ben muoversi
in tale contesto: presentata quest’estate in anteprima al 37° Festival
Astiteatro diretto da Pippo Delbono, questa nuova produzione del Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia, preceduta in cartellone da “Scandalo” di Arthur
Schnitzler e rappresentata dagli stessi attori, ha costituito il promettente debutto
della nuova Compagnia Stabile e mostra, nel suo svolgimento la contrapposizione
tra le miserie quotidiane di ognuno e quanto avviene sul Golgota che tutti
colpisce seppure in modo diverso e, anche in questo caso, individualmente e
senza coinvolgere gli altri. Non c’è condivisione di emozioni, sentimenti,
parole, fino alla fine.
Troppo spesso la
componente sonora risulta slegata rispetto alla rappresentazione costituendo a
volte un semplice accompagnamento, quando invece dovrebbe, a buon diritto,
essere parte integrante dello spettacolo. In “Rosso Venerdì”, al contrario, le
molteplici disarmonie provocate da un’idea drammaturgica come questa risultano
fra loro coerenti proprio grazie alla regia, alla scenografia, ma soprattutto
alla musica, che contribuisce in modo importante a dare senso all’intero dramma,
mostrando così quanto sia determinante la cura e l’attenzione per questo
fondamentale elemento nella costruzione di uno spettacolo di prosa.
Lunghi applausi
finali, a conferma del gradimento dello spettacolo.
Paola Pini
Rosso Venerdì
Di:
Roberto Cavosi
Scene: Petra Veber
Costumi: Petra Veber
Regia: Igor Pison
Produzione: Teatro Stabile del Friuli Venezia
Giulia
Interpreti: con la Compagnia del Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia: Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De
Benedittis (attrice ospite), Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar,
Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos
La
scena è stata costruita nel Laboratorio del Teatro Stabile del Friuli Venezia
Giulia e scenografata dal Laboratorio del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di
Trieste
Nessun commento:
Posta un commento