Trieste, Teatro Giuseppe
Verdi. Dal 27 novembre al 5 dicembre 2015
“Werther”, dramma lirico in quattro atti di Jules
Massenet (1842-1912) ha avuto una storia alquanto travagliata: il libretto, tratto
dall’opera di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) fu realizzato da Paul
Milliet con l’aiuto di ÉdouardBlau e con l’importante intervento dello stesso editore
dell’opera, Georges Hartmann: fu necessario l’intervento di tre autori per
riuscire ad adattare alle esigenze sceniche e drammaturgiche un romanzo
epistolare, figlio di un’epoca completamente diversa, scritto da un Goethe
venticinquenne cinque anni prima della Rivoluzione Francese e divenuto
rapidamente simbolo dello Sturm und Drang,
il movimento culturale che fece da ponte tra l’Illuminismo e il primo
Romanticismo affermando, tra l’altro, il ritorno alle fonti della tradizione
spirituale tedesca in polemica con il predominio della cultura francese in
terra germanica.
Massenet iniziò a
lavorarvi nel 1880, ma lo compose tra il 1885 e il 1887 e lo vide andare in
scena per la prima volta appena nel 1892, il 16 febbraio, allo Staatsoper di
Vienna con libretto tradotto in tedesco. Passò poi per Weimar e soltanto a
Ginevra, nello stesso anno, fu rappresentato in lingua originale. La prima
parigina porta la data del 16 gennaio 1893.
Il
romanzo di Goethe descriveva in modo potente la solitudine di un personaggio,
dotato di uno spirito nutrito da passioni assolute e senza regole, costretto a
vivere in un mondo in cui dominano le norme di una quotidianità borghese; dopo
più di un secolo la vicenda fu ripresa per il teatro d’opera, in un mondo in cui le
logiche del senso pratico imperavano assieme alla cieca fiducia nel progresso.
Tutto questo mostra
l’inattualità dell’idea di Massenet che, dedicandosi ampiamente a evidenziare
con la musica la figura di Werther,pone inevitabilmente in relativo secondo
piano gli altri personaggi. Nonostante il tempo passato da allora, tutto ciò
rende quest’opera non semplice da realizzare. Meglio allora partire dalle
suggestioni offerte dalle note di regia di Giulio Ciabatti, nelle quali è
chiara la volontà di far convivere, seguendo la traccia data dal compositore,
entrambi i testi.
Quasi
tutto il primo atto, in cui poco a poco appaiono tutti i personaggi e in cui
maggiormente è presente il pensiero di Goethe, appare come un lunghissimo
preludio all’opera vera e propria che sembra iniziare veramente con
l’intervento orchestrale che precede il duetto notturno di Charlotte con
Werther e che ci porta senza urti nello spirito di un secolo dopo. Qui i
colori, sfumati fino a poco prima, diventano più intensi, per aumentare sempre
più nell’atto successivo assieme alla disperazione del protagonista, che inizia
a considerare la morte come unica soluzione per risolvere il suo rifiuto di
scindere le esigenze della realtà da quelle del sentimento. La lettura che
Charlotte fa delle lettere di Werther nel terzo atto costituisce un delizioso
gioiello musicale che accompagna e sostiene in modo perfetto il senso del
contenuto del testo, ora esaltato, ora disperato. L’irreparabile avviene nel
quarto atto, quando Charlotte accorre al capezzale di Werther feritosi
mortalmente. La crudeltà del contrasto fra i gioiosi canti natalizi dei bambini
in un simile momento e che riprendono quelli all’inizio del primo atto,ci
riporta con forza allo scontro fra due mondi totalmente inconciliabili fra
loro.
Nel nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico
Giuseppe Verdi di Trieste, in coproduzione con la Fondazione Teatro Lirico di
Cagliari, si riesce a cogliere con chiarezza tutto questo, grazie alla
raffinata regia di Giulio Ciabatti, alle belle scene di Aurelio Barbato, ai
costumi, giustamente sobri, di Lorena Marin, e alle luci puntuali di Claudio
Schmid.
Christoper Franklin ha diretto in modo preciso e
appassionato, seguito con altrettanta passione e precisione dall’orchestra e
dai cantanti in scena. Il cast è ben bilanciato: i “Piccoli Cantori della Città
di Trieste”, diretti da Cristina Semeraro, hanno dimostrato ancora una volta
l’ottima preparazione dal punto di vista vocale e nel saper stare in scena;
Mickael Spadaccini, Werther per la quarta volta, ha saputo rendere in modo efficace
il contrasto lacerantepresentenell’animo del protagonista; la voce di
OleysaPetrova, ha regalato al personaggio di Charlotte l’intensità che la
musica di Massenet richiede; Elena Galitskaya ha cantato con la leggerezza che
ci si aspetta di ascoltare in Sophie; IlyaSilchukov,ha portato, sia vocalmente
sia nella recitazione, un Albert ben presente nel proprio ruolo; convincenti le
coppie Le Bailli (Ugo Rabec) –Kätchen
(Silvia Verzier) e Johann (Dario Giorgelè) – Schmidt (Alessandro D’Acrissa).
Il pubblico della prima, presente numeroso in sala
nonostante il freddo improvviso giunto in città, ha dimostrato di apprezzare lo
spettacolo e le voci dei cantanti con applausi a scena aperta e con numerose
chiamate alla fine della rappresentazione.
Paola Pini
Werther
Direttore: Christopher Franklin
Dramma lirico in quattro atti di Edouard
Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann, da Goethe
in lingua originale con sopratitoli
Regia Giulio Ciabatti
Scene Aurelio Barbato
Costumi Lorena Marin
Luci Claudio Schmid
NUOVO
ALLESTIMENTO DELLA FONDAZIONE TEATRO LIRICO "GIUSEPPE VERDI DI
TRIESTE"
IN COPRODUZIONE CON LA FONDAZIONE TEATRO
LIRICO DI CAGLIARI
Orchestra della Fondazione Teatro
Lirico “Giuseppe Verdi di Trieste”
Con la partecipazione de
“I Piccoli Cantori della Città di Trieste”
diretti da Cristina Semeraro
Personaggi ed interpreti
Werther (tenore)
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Mickael
Spadaccini (27,29/11 - 3,5/12)
Luca
Lombardo (28/11 - 1/12)
IlyaSilchukov
(27,29/11 - 1,5/12)
Christian
Lujàn (28/11 - 3/12)
Ugo
Rabec (27,28,29/11 - 1,3,5/12)
OlesyaPetrova (27,29/11
- 1,5/12)
Carol
Garcia (28/11 - 3/12)
Elena
Galitskaya (27,29/11 - 1,5/12)
DušicaBijelić (28/11
- 3/12)
Alessandro
D'Acrissa (27,28,29/11 - 1,3,5/12)
Dario
Giorgelè (27,28,29/11 - 1,3,5/12)
Silvia
Verzier (27,28,29/11 - 1,3,5/12)
Giuliano
Pelizon (27,28,29/11 - 1,3,5/12)
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Albert (baritono)
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Le Bailli / il Podestà (basso)
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Charlotte, filleduBailli(mezzosoprano)
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Sophie, sa soeur(soprano)
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Schmidt (tenore)
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Johann (baritono)
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Käthchen (soprano)
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Brühlmann (tenore)
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I bambini: Fritz, Max, Hans, Karl, Gretel,
Clara.
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Abitanti di Wetzlar, invitati, ragazzi,
ecc.
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La vicenda si svolge a Wetzlar, nei pressi
di Francoforte, dal luglio al dicembre 178…
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