“Aperitivo in concerto” si congeda, per questo 2015, dai
suoi affezionati spettatori che ogni domenica alle 11 del mattino dal’8
novembre hanno affollato numerosissimi il Teatro Manzoni, presentando uno splendido
concerto della cantante Catherine Russell, per la prima volta sulle scene
italiane. La vocalist che il Wall Street Journal considera “The best blues
and jazz singer going today”. E senza
dubbio, in questo “Concerto di Natale” la cantante, nata a New York e
diplomatasi all’American Academy of Dramatic Arts, ha dato il meglio di sé, ma
essendo un talento naturale, anche se figlia di Luis Russell, leggendario
band-leader e a lungo direttore musicale dell’orchestra di Louis Armstrong, e
di Carline Ray, contrabbassista e chitarrista, tutto le riesce facile, senza
sforzi, smooth and vibrant, per farci compiere un viaggio a ritroso alla
ricerca delle origini del jazz.
La Russell esordisce subito
dichiarando “It’s a little early
to have a party but anytime we can have a party”.
E quale party può essere più eccitante che sentire
cantare pezzi musicali che risalgono all’epoca d’oro del jazz? Sì perché,
diciamoci la verità, anche quelli che non amano particolarmente il jazz,
conoscono però la tradizione musicale degli anni venti e trenta, quella nata a
New Orleans, nei bordelli e nelle cantine, tra balli, whisky e risse, la musica
fatta dai neri per i neri che poi incontrò quella dei bianchi e insieme si
fusero dando origine al Dixieland.
Chi non apprezza il leggendario Armstrong o la voce roca
e sensuale di Billie Holiday? Per questo Catherine, affiancata da un eccellente
sestetto, ci ha proposto un excursus dalle origini, molto vario e piacevole
come è del resto la sua voce: energica e melodiosa, dolce e penetrante, a
cominciare dal classico “Everybody loves my baby” di Louis Armstrong a “Bring
it back” che dà il titolo al suo ultimo cd, da Maxine Sullivan ad alcune
canzoni che il padre scrisse per Armstrong e che ora appartengono a lei. “The
older the better” esclama la Russell, lei così appassionatamente legata alla tradizione e mentre lo dice ci
confida che le piace anche ballare e se fossimo stati in un’altra sede, magari
avremmo accettato il suo invito a danzare sulle note di quei suoni frenetici e
dinamici che erano tanto innovativi negli anni venti e che ancora ci appaiono
pieni di vitalità, di gioia, privi di quel razionalismo che venne in seguito e
che tolse un po’ di spontaneità e di voglia di divertirsi.
Catherine è simpatica e talentuosa, ci intrattiene per
quasi due ore, sembra non voler smettere di cantare, anche se all’inizio aveva
dichiarato che era un po’ presto per fare festa, alle 11 del mattino, i
jazzisti si sa, fanno le ore piccole. Mentre la sentivo cantare, in questo
concerto di Natale, mi venivano in mente
tutte le messe di mezzanotte cui ho assistito nelle chiese dei quartieri neri
di Los Angeles, quelli più poveri e più pericolosi, ascoltando i loro gospel,
ballando insieme con loro, celebrando la gioia di vivere e di cantare, sempre
divertendomi e con l'impressione che solo lì dentro potevo avvicinarmi ad una
autentica spiritualità. E questo grazie a quelle meravigliose voci che
riempivano chiese magari non belle come le nostre, ma ugualmente superlative,
divine e laiche insieme, come è quella di Catherine Russell.
Al Teatro Manzoni il merito di averla ospitata, non
venendo meno al suo slogan che proclama:
Il bello di viaggiare nella musica è che non ci sono confini.
Al prossimo anno, allora e che la musica sia con voi,
sempre e ovunque, ma quella buona, s'intende.
Daria
D.
Catherine
Russell, voce
tromba
Jon-Erik Kellso
sassofono tenore, clarinetto Mark
Lopeman
chitarra Matt Munisteri
pianoforte Mark Shane
contrabbasso Tal Ronen
batteria Darrian Douglas
TEATRO MANZONI, Milano
Traduzione
in inglese di Daria D. :
“Aperitivo in concerto” (Aperitif in concert) says
good bye, for the time being, to its
fond audience, who every Sunday, at 11 a.m. from November 8th had
crowded Manzoni Theater, presenting, for the first time in Italy, the splendid
voice of Catherine Russell. The Wall Street Journal regards her as “the best
blues and jazz singer going today” and indeed, for this Christmas Concert, the singer, born in New York city and
graduated at the American Academy of
Dramatic Arts, gave the best of herself. She is a natural talent, though
daughter of Luis Russell, legendary band-leader and Music Director of Louis
Armstrong orchestra, and Carline Ray, guitarist and bass player. She sings effortlessly any tune, smoothly and vibrantly,
letting the audience going back in time, the jazz time.
Catherine begins the concert with these words: “It’s a
little early to have a party but anytime we can have a party”. And which party
could be better then listening to her singing tunes belonging to the Golden Era
of Jazz? Lets’ face it, even those who don’t particularly like jazz, however
they know and love the musical tradition of the twenties and thirties, the one
born in New Orleans, in brothels and taverns, dancing, smoking and boozing,
music made by blacks for blacks, later merged with the white music to give
birth to Dixieland.
Who doesn’t appreciate the mythical Louis Armstrong or
the raspy and sensual voice of Billie Holiday?
For this reason the singer, accompanied by a superb
sextet, had offered to the audience a journey from the origins of the jazz
music, various and pleasant like her voice: energetic and melodious, sweet and
penetrating, starting with the classic “Everybody loves my baby” by Louis
Armstrong to the “Bring it back” that gives the title to her latest CD, from
Maxine Sullivan to some songs written by his father for Armstrong and now
belonging to her repertoire.
“The older the better” says the Russell, she so
passionately fond to the tradition and while she tells that, she confesses her
love for dancing. Maybe we would have accepted her invitation to dance with
her, to the tune of those sounds hectic and dynamic, so innovative in the
twenties. Those tunes, even today, sound so
full of vitality, joy, free of the rationalism that came later on and
that took off a bit of spontaneity and desire to have fun.
Catherine is friendly and talented, entertains us for
almost two hours, does not seems to stop singing, even though at first she had
said that it’s a bit “too early to celebrate” (the jazz musicians, you know, make
the wee hours).
During the concert, came to my mind all the Midnight
Masses I attended in the churches of the black quarters of Los Angeles, the
poorest and most dangerous, listening to the gospels, dancing with them,
celebrating the joy of singing and living, always having fun, and with the
feeling that only in there I could get close to the authentic spirit
and spirituality of Christmas. So
I thanked those wonderful voices able to fill churches maybe not as nice and
ancient as ours, but equally superlative, sacred and secular together, like is
that of Catherine Russell. God bless her.
At the Manzoni Theater the merit of having hosted her,
not failing in its slogan that proclaims: The beauty of traveling in music is
that there are no boundaries.
We will meet next year, then, and may the music be
with you, always and everywhere, but the good one, of course!
Io sono un appassionato di Jazz e sono venuto da Roma per ascoltare la mia vocalist preferita che per la prima volta è venuta in Italia. E' stata splendida. Sarebbe bello poterla riavere in Italia di nuovo
RispondiElimina