Esistono svariati modi nel
concepire un'Esposizione, soprattutto se essa accoglie all'interno 141
padiglioni com'è stato nel caso dell'Expo 2015 a Milano, che, dal 1 maggio fino
al 30 ottobre, si è trasformata in un grande evento internazionale, dove centinaia
di culture si sono incontrate sul tema del cibo e della nutrizione.
L'idea era quella di unire in
un'area espositiva di 1,1milioni m/q tutti i Paesi aderenti, seguendo le
direttive del Bureau Internationale des Expositions, al fine di offrire un
evento dove le eccellenze culinarie dei vari Paesi potessero incontrarsi per
mostrare le loro tradizioni agroalimentari e la loro evoluzione attraverso
l'innovazione.
Partecipare all'Expo è stato come
fare parte di una nuova architettura mobile dove l'efficienza dell'energia si
incontrava con la sostenibilità della costruzione e della decostruzione. Di
fatto tutti i padiglioni erano smontabili e riutilizzabili.
Il sito ospitava 4 aree tematiche
e 5 variazioni sul tema. Si partiva dal Padiglione Zero, che presentava il
rapporto dell'uomo con la terra e il cibo, per poi passare al Future Food
District, spiegando come la tecnologia cambierà la concezione della
consumazione, conservazione e produzione del cibo. A tutto questo panorama, si
aggiungevano il Children Park, dove i più piccoli venivano a contatto con ciò
che rappresentava l'Expo e la sua utilità e il Parco della Biodiversità, dove
venivano rappresentati gli ecosistemi che dominano il nostro pianeta. In città,
invece, si è potuto apprezzare Art & Food, ovvero una serie di incontri
dove veniva mostrato com'è cambiato il rapporto tra cibo e arte nel corso degli
anni.
Di fatto, a tutto ciò, sono stati
aggiunti tutti i giorni per 6 mesi di fila eventi artistici e musicali,
convegni, laboratori, workshop, mostre e spettacoli circensi, che hanno
permesso alla città di fare fronte alla mole di visitatori che si dirigevano
verso Milano per il grande evento.
L'effetto prodotto
dall'esposizione universale sulla società italiana è stato enorme. A partire
già dal maggio del 2013, i media hanno iniziato a enfatizzare l'importanza
dell'evento e di quello che riservava il dopo per potere plasmare, controllare
e guidare l'utente finale verso il successo dell'Expo. Mondi paralleli hanno
interagito e continuano a interagire in merito all'argomento per contribuire
alla costruzione della cultura di massa. Nel 2020, sul tema "Unire le
menti, Creare il futuro", l'Esposizione Universale verrà allestita a
Dubai, dove si avvierà la celebrazione del Giubileo d’oro del Paese e sarà il
trampolino di lancio per inaugurare una visione sostenibile e progressista.
In ultimis, ciò che però viene
alla luce è un'evidente frattura tra capitale-lavoro, tra occidente-oriente e
una crisi sociale sulle sorti del Paese nel futuro, mettendo a dura prova gli
ideatori e i visionari sul modello che doveva essere un esempio di gestione
degli spazi urbani, sulla gestione del verde pubblico e sulla qualità nutritiva
della vita.
Viola Banaj
Commento su alcuni Padiglioni visti a Expo:
Austria
– Nella
sua semplicità ottiene un risultato efficace. Il suo padiglione non è altro che
un percorso verde; percorso che si carica di profondi significati, sopra a
tutti quello del rispetto per la natura e per l’ambiente.
Voto:
8 Stefano
Duranti Poccetti
Azerbaijan –
Esternamente un sogno: un globo trasparente dove è possibile intravedere
l’interno. Con le sue tre biosfere, ha voluto sottolineare ancora di più le sue
Biodiversità. A partire, infatti, dall’ingresso che presenta un grande spazio
aperto attraverso scale mobili, si può accedere ai tre piani che rappresentano
queste tre sfere, e che hanno l’obiettivo di ricreare un iter degli ecosistemi
azeri. Al primo livello ci si ritrova subito in un ambiente pieno di tulipani
artificiali, installazioni luminose colorate, che emettono i suoni della
natura, come cinguettii e altro, al solo sfiorarli con la mano. Al secondo,
invece, la biodiversità sfocia nella rappresentazione delle nove zone
climatiche del paese. Il terzo livello, poi, è dedicato alla cultura, alle
tradizioni e alle innovazioni. Infine, all’ultimo piano, è anche presente il
ristorante e la terrazza. Tutto molto inaspettato, curato nei minimi dettagli e
davvero sui generis per una nazione quasi sconosciuta. Complimenti!
Voto:
8.5 Flavia
Severin
Cina
- Non si è badato a spese per costruire questo
gigantesco padiglione formato da due pagode che hanno la forma di onde
costruite in legno. Entriamo fiancheggiati da alte canne di bambù che insieme
ai tradizionali ombrellini che oscillano e sono ovunque giriamo lo sguardo,
rappresentano il leitmotive della
visita nel continente asiatico, ormai così vicino a noi ma ancora tutto da
scoprire. E tra installazioni video che raccontano la storia del cibo, pitture
e disegni tridimensionali, grafici e pannelli, oggetti e statue, saliamo su
quella che è chiamata terrazza panoramica e da lassù possiamo ammirare
un'immensa distesa di canne, ovviamente non di bambù, che si illuminano di
tanti colori proiettando diverse forme e simboli che serpeggiano in questo mare
“cinese”.
Voto:
9 Daria D.
Emirati Arabi – Il padiglione gioca la carta dell’interazione. Vi sono differenti piccoli schermi che i presenti possono azionare tramite pulsanti; sono schermi che attraverso immagini rispondono a determinate domande presenti in ulteriori schermi, domande perlopiù sul problema ambientale. Il percorso si conclude con la proiezione di un filmato, che racconta il cambiamento degli Emirati Arabi in questi ultimi quaranta anni, cambiamento che da stato povero ma pieno di risorse, li ha fatti diventare uno degli stati più potenti del mondo. Il complesso è piacevole, ma dai prossimi detentori di Expo ci si aspettava forse qualcosa di meglio.
Voto: 7 Stefano Duranti Poccetti
Francia
– Uno
dei pochi padiglioni all’aperto, che ci fa respirare la genuina atmosfera
francese, fatta di boulangerie, di fromages, ma anche e soprattutto di
rispetto per l’ambiente e di protezione del prodotto. I video presenti ci
spiegano come una sana agricoltura e un sano rapporto con il cibo possa
aiutarci a dare luogo a un mondo migliore. Con pochi elementi e senza manie di
grandezza la Francia esibisce la sua cultura culinaria in modo spontaneo, senza
ostentazione.
Voto:
9 Stefano
Duranti Poccetti
Germania
– Il
padiglione è all’insegna del gioco e dell’interazione digitale. Prima di
entrare vengono distribuiti particolari “libretti” che al contatto con la luce
delle apparecchiature poste in sala danno luogo a proiezioni di immagini.
All’interno del padiglione sono ricostruiti, come se fossero giocattoli, i
piatti culinari, la frutta, la verdura… tutto all’insegna del gioco quindi, con
un finale sorprendentemente musicale. Da apprezzare anche la camminata esterna,
lungo la quale vengono spiegate con illustrazioni le differenze tra le diverse
regioni tedesche.
Voto:
9 Stefano
Duranti Poccetti
Giappone
–
Certamente uno dei migliori padiglioni presenti, anche questo all’insegna della
virtualità. Al suo interno ci si perde in un mondo a sé stante, “patafisica”,
se vogliamo usare un’espressione di Jarry. Stupenda la sala immersa da ninfee
luminose, dove si vedono avvicinarsi samurai e figure dell’immaginario
giapponese; come è meravigliosa la fontana digitale, dove nel suo flusso
vediamo scorrere le foto dei nostri cellulari. Alla fine c’insegnano anche a
mangiare con le bacchette!
Voto:
9.5 Stefano
Duranti Poccetti
Gran
Bretagna – Attraverso un percorso verde si giunge al grande
alveare in alluminio. La Gran Bretagna ha infatti focalizzato il suo padiglione
sulle api, il cui movimento è fedelmente riprodotto a livello virtuale all’interno
della struttura, graziosamente illuminata. Buona la tematica, solo forse un po’
freddo e poco viscerale.
Voto:
7.5 Elisabetta
Poccetti
Italia
- Non
si poteva non visitare il padiglione che ci ha rappresentato per sei mesi anche
se l'interno non è così entusiasmante, dato lo spreco di spazio e le modeste
esposizioni, come l'architettura esterna, che ha la forma di un castello
medievale proiettato nel futuro, destinato, così ci auguriamo, a rimanere anche
nel periodo post-Expo come polo dell’innovazione tecnologica al servizio della
città di Milano. Il progetto è stato concepito dallo Studio Nemesi & Partners S.r.l.,
insieme a Proger
S.p.A. e BMS
Progetti S.r.l., seguendo il concetto ispiratore del Direttore
Creativo Marco Balich.
Voto:
n.d.
Daria D.
Korea
– Il
padiglione è all’insegna della tecnologia e sembra illustrarci come un buon
utilizzo di questa possa portare i suoi frutti per quanto riguarda la
salvaguardia dell’ambiente e dei prodotti. Un percorso breve ma intenso, che
finisce con uno spettacolare feto pulsante – la nascita di una nuova era forse?
Voto:
8.5 Stefano
Duranti Poccetti
Marocco
-
Un padiglione molto accogliente, pieno di colori e suoni della tradizione
marocchina, ma senza esagerazioni, che punta all'essenza di questa terra nord
africana che da sempre ha affascinato per la sua collocazione tra il mare e il
deserto. Appena entriamo siamo avvolti da profumi intensi di piante e frutti di
cui belle fotografie appese alle pareti spiegano le origini, la coltivazione,
l'uso. E vaghiamo annusando l'aria, cercando di riconoscere una spezia
piuttosto che un'altra, un tè o un sapone, attratti da ciotole di semi e frutti
molto spesso a noi sconosciuti. E magari progettando il nostro prossimo viaggio
proprio qui.
Voto:
8 Daria D.
Paesi
Bassi – Si tratta di un padiglione esterno, molto folcloristico
e circense, che propone il tema ludico, appunto, del circo e del divertimento,
con tanto del tradizionale tendone e delle giostre. Sicuramente piacevole!
Voto:
8 Stefano
Duranti Poccetti
Qatar
- L'aspetto
esteriore rende onore a uno dei padiglioni più belli dell'esposizione. La sua
forma ricorda un'enorme cesta di vimini e invita i visitatori a esplorare la
mostra sulla cultura alimentare locale. Nonostante l'interno sia più scarno di
quanto ci si potrebbe aspettare, la visita è comunque piacevole e dà una chiara
idea della cultura alimentare locale.
Voto:
8 Luca Scalfi
Russia
– Ci
dà il benvenuto una sala piena di schermi multicolori, rappresentanti le
diverse specie vegetali. Emerge un bellissimo “bar laboratorio”, che sembra
appunto un vero e proprio laboratorio scientifico, con alcuni elementi reali e
altri che sembrano provenire dall’immaginario fantastico. Una bella prova
quella della Russia a Expo.
Voto:
8 Stefano Duranti Poccetti
Spagna
– Piacevole
il padiglione spagnolo. Il suo pezzo forte è una stanza alle cui pareti sono
attaccati piatti, che danno luogo a giochi multicolore di luce e sui quali
stanno scritti nomi di piatti tipici della loro cultura.
Voto:
7.5 Stefano Duranti Poccetti
Stati
Uniti – Si presentano portando un’egocentrica presentazione di
sé, con una gigantografia di Obama che ci attende all’entrata e con una
grandiosa bandiera a stelle e strisce, visibile dall’esterno, in onore dei bei
tempi che furono (adesso anche per gli States
c’è aria di decadenza). Padiglione senza idee, senza impatto emotivo e senza
entusiasmo.
Voto:
4 Stefano Duranti Poccetti
Vietnam
-
Uno dei padiglioni in assoluto più belli. Il visitatore si trova proiettato in
una foresta artificiale già dall'ingresso, dove piante imponenti sovrastano
l'area. La nazione ha saputo ricostruire nel dettaglio uno spaccato di realtà
vietnamita e invoglia chiunque a tornare più di una volta all'interno.
Voto
9 Luca Scalfi
Padiglione
Zero
– Una libreria imponente e cupa, stile Harry Potter si stanzia all’ingresso. Si
entra poi in una successiva sala con un gigantesco albero al centro e una
proiezione di un film su tutta una parete. Proseguendo si trovano diverse altre
sale, ognuna con una “sorpresa” diversa. Uno schermo con numeri che si
susseguono impazziti come se si fosse in Borsa (chiamata infatti La Borsa del
Cibo), e modellini di architettura di città come New York, ricostruzioni varie
di cibo, frutta e verdura, teche trasparenti con moltissimi semi presenti in
tutto il mondo, ricostruzioni di animali da fattoria, e non solo, tutti dipinti
di bianco e a grandezza naturale a rappresentare gli animali cacciati e
allevati dall’uomo dai secoli passati: ecco tutte le meraviglie che meritano di
essere viste al Padiglione Zero, all’ingresso di Expo. Da non dimenticare poi,
la sala con i mulini a vento, davvero da fiaba: donchisciottesca.
Un insieme di realtà
e naturalità che rappresentano idealmente delle parti del globo, che hanno
“visto” il processo evolutivo dell’uomo. Dall’agricoltura all’allevamento, dal
cibo, tema principale dell’Expo milanese, alla cultura stessa, dalla campagna
alla città. Molto interessante dal punto di vista scenografico e concettuale.
L’interpretazione attraverso tutti i modelli architettonici ricrea
perfettamente la sensazione di meraviglia e di stupore da quando si entra
attraverso tutte le stanze.
Voto:
8.5 Flavia Severin
Zimbabwe –
Padiglione molto semplice, con una parete esterna zebrata, e la bandiera dello
Stato. La chicca è che da Luglio è stato possibile mangiare il Croco Burger
ovvero l’hamburger di coccodrillo e assaggiare la bevanda al Baobab tipica dei
paesi africani. Queste novità culinarie hanno attirato molti curiosi e hanno
reso il Padiglione sempre molto affollato.
Voto:
7.5 Flavia
Severin
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