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05 dicembre, 2015

Expo 2015. Ciò che pensiamo, ciò che abbiamo visto. Introduzione di Viola Banaj, con commenti ai Padiglioni di Daria D., Elisabetta Poccetti, Stefano Duranti Poccetti, Flavia Severin e Luca Scalfi


Esistono svariati modi nel concepire un'Esposizione, soprattutto se essa accoglie all'interno 141 padiglioni com'è stato nel caso dell'Expo 2015 a Milano, che, dal 1 maggio fino al 30 ottobre, si è trasformata in un grande evento internazionale, dove centinaia di culture si sono incontrate sul tema del cibo e della nutrizione.
L'idea era quella di unire in un'area espositiva di 1,1milioni m/q tutti i Paesi aderenti, seguendo le direttive del Bureau Internationale des Expositions, al fine di offrire un evento dove le eccellenze culinarie dei vari Paesi potessero incontrarsi per mostrare le loro tradizioni agroalimentari e la loro evoluzione attraverso l'innovazione.
Partecipare all'Expo è stato come fare parte di una nuova architettura mobile dove l'efficienza dell'energia si incontrava con la sostenibilità della costruzione e della decostruzione. Di fatto tutti i padiglioni erano smontabili e riutilizzabili.
Il sito ospitava 4 aree tematiche e 5 variazioni sul tema. Si partiva dal Padiglione Zero, che presentava il rapporto dell'uomo con la terra e il cibo, per poi passare al Future Food District, spiegando come la tecnologia cambierà la concezione della consumazione, conservazione e produzione del cibo. A tutto questo panorama, si aggiungevano il Children Park, dove i più piccoli venivano a contatto con ciò che rappresentava l'Expo e la sua utilità e il Parco della Biodiversità, dove venivano rappresentati gli ecosistemi che dominano il nostro pianeta. In città, invece, si è potuto apprezzare Art & Food, ovvero una serie di incontri dove veniva mostrato com'è cambiato il rapporto tra cibo e arte nel corso degli anni.
Di fatto, a tutto ciò, sono stati aggiunti tutti i giorni per 6 mesi di fila eventi artistici e musicali, convegni, laboratori, workshop, mostre e spettacoli circensi, che hanno permesso alla città di fare fronte alla mole di visitatori che si dirigevano verso Milano per il grande evento.
L'effetto prodotto dall'esposizione universale sulla società italiana è stato enorme. A partire già dal maggio del 2013, i media hanno iniziato a enfatizzare l'importanza dell'evento e di quello che riservava il dopo per potere plasmare, controllare e guidare l'utente finale verso il successo dell'Expo. Mondi paralleli hanno interagito e continuano a interagire in merito all'argomento per contribuire alla costruzione della cultura di massa. Nel 2020, sul tema "Unire le menti, Creare il futuro", l'Esposizione Universale verrà allestita a Dubai, dove si avvierà la celebrazione del Giubileo d’oro del Paese e sarà il trampolino di lancio per inaugurare una visione sostenibile e progressista.
In ultimis, ciò che però viene alla luce è un'evidente frattura tra capitale-lavoro, tra occidente-oriente e una crisi sociale sulle sorti del Paese nel futuro, mettendo a dura prova gli ideatori e i visionari sul modello che doveva essere un esempio di gestione degli spazi urbani, sulla gestione del verde pubblico e sulla qualità nutritiva della vita.

Viola Banaj



Commento su alcuni Padiglioni visti a Expo:


Austria – Nella sua semplicità ottiene un risultato efficace. Il suo padiglione non è altro che un percorso verde; percorso che si carica di profondi significati, sopra a tutti quello del rispetto per la natura e per l’ambiente.


Voto: 8                                                           Stefano Duranti Poccetti


Azerbaijan – Esternamente un sogno: un globo trasparente dove è possibile intravedere l’interno. Con le sue tre biosfere, ha voluto sottolineare ancora di più le sue Biodiversità. A partire, infatti, dall’ingresso che presenta un grande spazio aperto attraverso scale mobili, si può accedere ai tre piani che rappresentano queste tre sfere, e che hanno l’obiettivo di ricreare un iter degli ecosistemi azeri. Al primo livello ci si ritrova subito in un ambiente pieno di tulipani artificiali, installazioni luminose colorate, che emettono i suoni della natura, come cinguettii e altro, al solo sfiorarli con la mano. Al secondo, invece, la biodiversità sfocia nella rappresentazione delle nove zone climatiche del paese. Il terzo livello, poi, è dedicato alla cultura, alle tradizioni e alle innovazioni. Infine, all’ultimo piano, è anche presente il ristorante e la terrazza. Tutto molto inaspettato, curato nei minimi dettagli e davvero sui generis per una nazione quasi sconosciuta. Complimenti!

Voto: 8.5                                                                Flavia Severin


Cina -  Non si è badato a spese per costruire questo gigantesco padiglione formato da due pagode che hanno la forma di onde costruite in legno. Entriamo fiancheggiati da alte canne di bambù che insieme ai tradizionali ombrellini che oscillano e sono ovunque giriamo lo sguardo, rappresentano  il leitmotive della visita nel continente asiatico, ormai così vicino a noi ma ancora tutto da scoprire. E tra installazioni video che raccontano la storia del cibo, pitture e disegni tridimensionali, grafici e pannelli, oggetti e statue, saliamo su quella che è chiamata terrazza panoramica e da lassù possiamo ammirare un'immensa distesa di canne, ovviamente non di bambù, che si illuminano di tanti colori proiettando diverse forme e simboli che serpeggiano in questo mare “cinese”.

Voto: 9                                                                                   Daria D.


Emirati Arabi – Il padiglione gioca la carta dell’interazione. Vi sono differenti piccoli schermi che i presenti possono azionare tramite pulsanti; sono schermi che attraverso immagini rispondono a determinate domande presenti in ulteriori schermi, domande perlopiù sul problema ambientale. Il percorso si conclude con la proiezione di un filmato, che racconta il cambiamento degli Emirati Arabi in questi ultimi quaranta anni, cambiamento che da stato povero ma pieno di risorse, li ha fatti diventare uno degli stati più potenti del mondo. Il complesso è piacevole, ma dai prossimi detentori di Expo ci si aspettava forse qualcosa di meglio.

Voto: 7                                                           Stefano Duranti Poccetti


Francia – Uno dei pochi padiglioni all’aperto, che ci fa respirare la genuina atmosfera francese, fatta di boulangerie, di fromages, ma anche e soprattutto di rispetto per l’ambiente e di protezione del prodotto. I video presenti ci spiegano come una sana agricoltura e un sano rapporto con il cibo possa aiutarci a dare luogo a un mondo migliore. Con pochi elementi e senza manie di grandezza la Francia esibisce la sua cultura culinaria in modo spontaneo, senza ostentazione.

Voto: 9                                                           Stefano Duranti Poccetti



Germania – Il padiglione è all’insegna del gioco e dell’interazione digitale. Prima di entrare vengono distribuiti particolari “libretti” che al contatto con la luce delle apparecchiature poste in sala danno luogo a proiezioni di immagini. All’interno del padiglione sono ricostruiti, come se fossero giocattoli, i piatti culinari, la frutta, la verdura… tutto all’insegna del gioco quindi, con un finale sorprendentemente musicale. Da apprezzare anche la camminata esterna, lungo la quale vengono spiegate con illustrazioni le differenze tra le diverse regioni tedesche.

Voto: 9                                                           Stefano Duranti Poccetti
       

Giappone – Certamente uno dei migliori padiglioni presenti, anche questo all’insegna della virtualità. Al suo interno ci si perde in un mondo a sé stante, “patafisica”, se vogliamo usare un’espressione di Jarry. Stupenda la sala immersa da ninfee luminose, dove si vedono avvicinarsi samurai e figure dell’immaginario giapponese; come è meravigliosa la fontana digitale, dove nel suo flusso vediamo scorrere le foto dei nostri cellulari. Alla fine c’insegnano anche a mangiare con le bacchette!

Voto: 9.5                                                         Stefano Duranti Poccetti


Gran Bretagna – Attraverso un percorso verde si giunge al grande alveare in alluminio. La Gran Bretagna ha infatti focalizzato il suo padiglione sulle api, il cui movimento è fedelmente riprodotto a livello virtuale all’interno della struttura, graziosamente illuminata. Buona la tematica, solo forse un po’ freddo e poco viscerale.

Voto: 7.5                                                                 Elisabetta Poccetti


Italia - Non si poteva non visitare il padiglione che ci ha rappresentato per sei mesi anche se l'interno non è così entusiasmante, dato lo spreco di spazio e le modeste esposizioni, come l'architettura esterna, che ha la forma di un castello medievale proiettato nel futuro, destinato, così ci auguriamo, a rimanere anche nel periodo post-Expo come polo dell’innovazione tecnologica al servizio della città di Milano. Il progetto è stato concepito dallo Studio Nemesi & Partners S.r.l., insieme a Proger S.p.A. e BMS Progetti S.r.l., seguendo il concetto ispiratore del Direttore Creativo Marco Balich.

Voto: n.d.                                                                               Daria D.


Korea – Il padiglione è all’insegna della tecnologia e sembra illustrarci come un buon utilizzo di questa possa portare i suoi frutti per quanto riguarda la salvaguardia dell’ambiente e dei prodotti. Un percorso breve ma intenso, che finisce con uno spettacolare feto pulsante – la nascita di una nuova era forse?

Voto: 8.5                                                        Stefano Duranti Poccetti


Marocco - Un padiglione molto accogliente, pieno di colori e suoni della tradizione marocchina, ma senza esagerazioni, che punta all'essenza di questa terra nord africana che da sempre ha affascinato per la sua collocazione tra il mare e il deserto. Appena entriamo siamo avvolti da profumi intensi di piante e frutti di cui belle fotografie appese alle pareti spiegano le origini, la coltivazione, l'uso. E vaghiamo annusando l'aria, cercando di riconoscere una spezia piuttosto che un'altra, un tè o un sapone, attratti da ciotole di semi e frutti molto spesso a noi sconosciuti. E magari progettando il nostro prossimo viaggio proprio qui.

Voto: 8                                                                                   Daria D.


Paesi Bassi – Si tratta di un padiglione esterno, molto folcloristico e circense, che propone il tema ludico, appunto, del circo e del divertimento, con tanto del tradizionale tendone e delle giostre. Sicuramente piacevole!



Voto: 8                                                           Stefano Duranti Poccetti


Qatar - L'aspetto esteriore rende onore a uno dei padiglioni più belli dell'esposizione. La sua forma ricorda un'enorme cesta di vimini e invita i visitatori a esplorare la mostra sulla cultura alimentare locale. Nonostante l'interno sia più scarno di quanto ci si potrebbe aspettare, la visita è comunque piacevole e dà una chiara idea della cultura alimentare locale.

Voto: 8                                                                           Luca Scalfi


Russia – Ci dà il benvenuto una sala piena di schermi multicolori, rappresentanti le diverse specie vegetali. Emerge un bellissimo “bar laboratorio”, che sembra appunto un vero e proprio laboratorio scientifico, con alcuni elementi reali e altri che sembrano provenire dall’immaginario fantastico. Una bella prova quella della Russia a Expo.





Voto: 8                                                           Stefano Duranti Poccetti


Spagna – Piacevole il padiglione spagnolo. Il suo pezzo forte è una stanza alle cui pareti sono attaccati piatti, che danno luogo a giochi multicolore di luce e sui quali stanno scritti nomi di piatti tipici della loro cultura.



Voto: 7.5                                                        Stefano Duranti Poccetti


Stati Uniti – Si presentano portando un’egocentrica presentazione di sé, con una gigantografia di Obama che ci attende all’entrata e con una grandiosa bandiera a stelle e strisce, visibile dall’esterno, in onore dei bei tempi che furono (adesso anche per gli States c’è aria di decadenza). Padiglione senza idee, senza impatto emotivo e senza entusiasmo.

Voto: 4                                                           Stefano Duranti Poccetti


Vietnam - Uno dei padiglioni in assoluto più belli. Il visitatore si trova proiettato in una foresta artificiale già dall'ingresso, dove piante imponenti sovrastano l'area. La nazione ha saputo ricostruire nel dettaglio uno spaccato di realtà vietnamita e invoglia chiunque a tornare più di una volta all'interno.


Voto 9                                                                            Luca Scalfi


Padiglione Zero – Una libreria imponente e cupa, stile Harry Potter si stanzia all’ingresso. Si entra poi in una successiva sala con un gigantesco albero al centro e una proiezione di un film su tutta una parete. Proseguendo si trovano diverse altre sale, ognuna con una “sorpresa” diversa. Uno schermo con numeri che si susseguono impazziti come se si fosse in Borsa (chiamata infatti La Borsa del Cibo), e modellini di architettura di città come New York, ricostruzioni varie di cibo, frutta e verdura, teche trasparenti con moltissimi semi presenti in tutto il mondo, ricostruzioni di animali da fattoria, e non solo, tutti dipinti di bianco e a grandezza naturale a rappresentare gli animali cacciati e allevati dall’uomo dai secoli passati: ecco tutte le meraviglie che meritano di essere viste al Padiglione Zero, all’ingresso di Expo. Da non dimenticare poi, la sala con i mulini a vento, davvero da fiaba: donchisciottesca.
Un insieme di realtà e naturalità che rappresentano idealmente delle parti del globo, che hanno “visto” il processo evolutivo dell’uomo. Dall’agricoltura all’allevamento, dal cibo, tema principale dell’Expo milanese, alla cultura stessa, dalla campagna alla città. Molto interessante dal punto di vista scenografico e concettuale. L’interpretazione attraverso tutti i modelli architettonici ricrea perfettamente la sensazione di meraviglia e di stupore da quando si entra attraverso tutte le stanze.

Voto: 8.5                                                                 Flavia Severin


Zimbabwe – Padiglione molto semplice, con una parete esterna zebrata, e la bandiera dello Stato. La chicca è che da Luglio è stato possibile mangiare il Croco Burger ovvero l’hamburger di coccodrillo e assaggiare la bevanda al Baobab tipica dei paesi africani. Queste novità culinarie hanno attirato molti curiosi e hanno reso il Padiglione sempre molto affollato.


Voto: 7.5                                                                 Flavia Severin

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