Teatro Verga, Catania. Dal 9
al 23 dicembre 2015

Una testimonianza toccante non soltanto della vita della poetessa dei Navigli ma anche un’attenta analisi sulla vita nei manicomi e delle condizioni in cui versavano i malati prima della legge Basaglia. Tutto il testo è colmo di poesia, non soltanto per i rimandi alle liriche della Merini ma per la straordinaria capacità di affrontare la durezza del tema con parole soffici che riscaldano quando vengono pronunciate e che riescono ad assorbirti fin nelle ossa. Fava ha costruito un testo ben concepito e di chiara fruizione per lo spettatore, in grado di supportare il grande lavoro tecnico degli attori. E qui, con grande scoperta, osserviamo l’inappuntabile e meticoloso lavoro del regista Alessandro Gassman, autore anche dell’ingegnosa scenografia insieme ad Alessandro Chiti. L’idea di Gassman nasce dall’esigenza di «riprodurre la claustrofobia di un reparto psichiatrico che mi permettesse di interagire con la visionaria immaginazione della nostra protagonista». La sua idea si concretizza lasciando il palcoscenico nudo, senza quinte, e con una scenografia realizzata da due grandi pareti che si muovono nello spazio creando diversi ambienti; al centro delle pareti due porte a spinta che danno un effetto di dinamicità e movimento.
La scelta di non rompere la quarta parete, mantenendo
per tutto lo spettacolo un velatino, lascia lo spettatore esterno al racconto e
inoltrepermette di sfruttare quest’ipotetica parete per proiettare illusioni,
le meravigliose videografie di Marco Schiavoni. Naturalmente il tutto è corredato
dal disegno luci di Marco Palmieri e da un tappeto musicale degno di nota
firmato da Pivio&Aldo De Scalzi in grado di creare le giuste suggestioni.
La dicotomia dentro/fuori viene continuamente sottolineata, anche attraverso i
costumi realizzati da Mariano Tufano. Loro, “i sani”, indossano indumenti ordinari,
come quando Alda arriva in istituto, ma dal momento in cui si varca quella
porta si perde ogni cosa, non soltanto gli abiti, le impronte, i nomi di
battesimo ma anche la dignità, anche la ragione. E allora tutti indossano uniformi
gialle, declinate in varie sfumature,quasi a ricordare le margherite nelle quali il bianco mattutino lascia
spazio a “quel giallo che esce fuori di notte”.

Raggiunto l’acme del pathos, la tensione si scioglie, il velo
si squarcia, i cancelli si aprono e nonostante il manicomio sia come una catena che ti porti dietro, della quale non
riesci a disfarti, puoi tornare ad assaporare la libertà, come un
palloncino verde che spicca il volo mitigando il dolore.
Laura
Cavallaro
Teatro
Verga,
Catania, dal 9 al 23 dicembre 2015. La pazza della porta accantodi Claudio Fava
regia Alessandro Gassmann, ideazione scenica Alessandro Gassmann
con la collaborazione di Alessandro Chiti
costumi Mariano Tufano
musiche originali Pivio& Aldo De Scalzi
disegno luci Marco Palmiericon Anna Foglietta, Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Liborio Natali, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchioproduzione Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile dell’Umbria
regia Alessandro Gassmann, ideazione scenica Alessandro Gassmann
con la collaborazione di Alessandro Chiti
costumi Mariano Tufano
musiche originali Pivio& Aldo De Scalzi
disegno luci Marco Palmiericon Anna Foglietta, Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Liborio Natali, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchioproduzione Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile dell’Umbria
bellissima recensione
RispondiEliminabrava
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