Roma,
Teatro Kopo (Via Vestricio Spurinna 47/49 – Metro A Numidio Quadrato). Dal 10
al 13 dicembre 2015
Titolo quanto mai significativo quello del
nuovo spettacolo in cartellone al Kopo ed estremamente riferibile
all’attualità. Ma il testo di Giuseppe Arnone prende spunto da fatti di sangue
accaduti in un preciso momento storico, quel tremendo 1978 quando la mafia
uccise Peppino Impastato, attivista, giornalista e poeta, una personalità da
azzittire. Un’Italia preda della paura, di vecchie e nuove guerriglie armate.
Quello che potrebbe pacificamente definirsi teatro civile, viene però ammantato di un afflato onirico che lo eleva verso una rappresentazione ancor più impegnata. Due personaggi, Fabrizio (Giuseppe Arnone) e Mimmo (Alessandro Giova), il primo un killer di cosa nostra, il secondo apparentemente affetto da un ritardo cognitivo, si trovano nello stesso strano luogo, un limbo sospeso nel tempo, dove pian piano si capirà chi sono loro e cosa sta accadendo. Diretto dalla regia di Simona Epifani, con ritmi serrati e con luci e bui che scandiscono tempo e scene, con una suggestiva scenografia che “inscatola” i due protagonisti, come nella nuvola di un sogno, lo spettacolo non è di facilissima lettura al primo impatto. Col passare dei minuti, dispiega le vele di una drammaturgia ermetica al vento liberatorio e sempre più deciso di due interpretazioni forti, convincenti seppur differenti. Giuseppe Arnone ha una bella potenza espressiva, Alessandro Giova interpreta magistralmente il personaggio che lentamente si rivelerà centrale ai fini dell’intera storia, che apre e chiude la messa in scena. Importante come può esserlo un moderno Caronte, traghettatore verso una nuova dimensione. Sorrisi e brividi. Spettacolo toccante, duro, onirico, interessante.
Quello che potrebbe pacificamente definirsi teatro civile, viene però ammantato di un afflato onirico che lo eleva verso una rappresentazione ancor più impegnata. Due personaggi, Fabrizio (Giuseppe Arnone) e Mimmo (Alessandro Giova), il primo un killer di cosa nostra, il secondo apparentemente affetto da un ritardo cognitivo, si trovano nello stesso strano luogo, un limbo sospeso nel tempo, dove pian piano si capirà chi sono loro e cosa sta accadendo. Diretto dalla regia di Simona Epifani, con ritmi serrati e con luci e bui che scandiscono tempo e scene, con una suggestiva scenografia che “inscatola” i due protagonisti, come nella nuvola di un sogno, lo spettacolo non è di facilissima lettura al primo impatto. Col passare dei minuti, dispiega le vele di una drammaturgia ermetica al vento liberatorio e sempre più deciso di due interpretazioni forti, convincenti seppur differenti. Giuseppe Arnone ha una bella potenza espressiva, Alessandro Giova interpreta magistralmente il personaggio che lentamente si rivelerà centrale ai fini dell’intera storia, che apre e chiude la messa in scena. Importante come può esserlo un moderno Caronte, traghettatore verso una nuova dimensione. Sorrisi e brividi. Spettacolo toccante, duro, onirico, interessante.
Paolo
Leone
Roma,
Teatro Kopo (Via Vestricio Spurinna 47/49 – Metro A Numidio Quadrato). Dal 10
al 13 dicembre 2015
PTK
presenta: Le bombe sono tutte buttane, di Giuseppe Arnone.
Con
Giuseppe Arnone e Alessandro Giova. Regia di Simona Epifani.
Si
ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Kopo nella persona di Pasquale Musella.
Nessun commento:
Posta un commento