Roma,
Teatro dei Conciatori (via dei Conciatori 5 – zona Piramide). Dal 15 al 20
dicembre 2015
La vita che non basta mai. Averla davanti ed
essere paralizzati dalla paura di viverla. Una tragedia nel passato che pian
piano emerge nel dialogo di Lea e Leo, uniti dal torbido irrisolto delle loro menti.
Una relazione familiare sbagliata, ossessiva, che mette in luce angosce e dubbi
contemporanei, il desiderio di riuscire a provare ancora meraviglia, una spiritualità
alta ed altra, un sentimento sano, sempre che esista. Come due mosche che, pur
continuando a sbattere contro la finestra, non mutano comportamento e compiono
sempre lo stesso giro, fino allo sfinimento. Colpe taciute, redenzioni,
espiazioni, non bastano ad uscire dalla claustralità delle menti dei due
fratelli, avvitate l’una sull’altra. Condizione ben rappresentata
dall’interpretazione di Alessandra Fallucchi ed Alessandro Averone, due tra i
migliori attori nel nostro panorama teatrale, e dalla scena claustrofobica di
Maria Alessandra Giuri, apparente studio di registrazione ma invece stanza di
un istituto per disagiati psichici.
Interpretazioni forti e ricche di silenzi che gridano dolore, desideri incoffessabili, torbidi, devastanti come può esserlo pensare autentica una vita infantilmente immaginata. Ricerca di nuova identità, ricerca di una luce per due anime in pena, ma la strada è lunga e per essere davvero percorsa bisogna separarsi e seguire ognuno la propria musica. E la donna è quella che sembra aver capito la direzione giusta, aprendo uno spiraglio di speranza.
Interpretazioni forti e ricche di silenzi che gridano dolore, desideri incoffessabili, torbidi, devastanti come può esserlo pensare autentica una vita infantilmente immaginata. Ricerca di nuova identità, ricerca di una luce per due anime in pena, ma la strada è lunga e per essere davvero percorsa bisogna separarsi e seguire ognuno la propria musica. E la donna è quella che sembra aver capito la direzione giusta, aprendo uno spiraglio di speranza.
Il testo di Alberto Bassetti, pluripremiato
autore, che va a chiudere un’ideale “trilogia della famiglia” (dopo Le due
sorelle e I due fratelli, premio Vallecorsi 2013), in scena al Teatro dei
Conciatori fino al 20 dicembre, è senza dubbio interessante e tocca molti
argomenti, con più livelli di lettura che si evidenziano col passare del tempo,
dopo aver assistito allo spettacolo. Unica personale perplessità sul ritmo
della pièce che ho trovato piuttosto lento, ma la qualità attoriale è alta e
capace di parlare al cuore dello spettatore anche con i silenzi, soprattutto in
quelli della Fallucchi. Regia pulita, essenziale, al servizio dei due in scena.
Paolo
Leone
Il
Carro dell’Orsa in collaborazione con Zerkalo presenta: Alessandra Fallucchi e
Alessandro Averone in Sorella con fratello, di Alberto Bassetti. Regia di
Alessandro Machìa. Scene di M.A. Giuri; Costumi di Sara Bianchi; Luci di Paolo
Macioci; Aiuto regia Vittoria Sipone. Foto di scena Manuela Giusto.
Organizzazione Rossella Compatangelo.
Si
ringrazia l’ufficio stampa del Teatro dei Conciatori, nella persona di Maya
Amenduni.
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