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27 dicembre, 2015

THE BEST(IA) OF RIVERA! Menestrello di amarezze. Di Paolo Leone


Roma, Sala Uno Teatro (Piazza di Porta San Giovanni 10). Fino al 10 gennaio 2016

Torna in teatro (quel luogo con il quale non si fa un soldo) Andrea Rivera con il suo nuovo spettacolo non spettacolo. Eh si, perché lui ama improvvisare, coinvolgere il pubblico, più o meno reattivo a secondo delle serate o a secondo che ci sia o meno. Il dramma dell’attore (di quasi tutti), che si sbatte a raccontare le sue verità alla sua maniera e che deve  combattere l’impari guerra contro la televisione, dove diventi una star che pochi poi seguono dal vivo. Scherzi a parte (mica tanto), Andrea Rivera, moderno esponente dell’antica arte del cantastorie, con la sua ironia e satira a cui siamo poco abituati, anestetizzati ormai dall’ovvio, dal facile, è in scena alla Sala Uno Teatro di Roma, a due passi dalla Basilica di San Giovanni fino al 10 gennaio 2016. In tempi di allarmismi e allarmati, all’entrata siamo quindi accolti da un improbabile controllore vestito con la mimetica e con una cartuccera a tracolla e dotato di un togli peluchi elettrico che ci scansiona i vestiti e quando si entra uno alla volta nella bella platea, i belati di un gregge di pecore (guarda caso) ci accompagna fino alle poltrone.
Inizia uno strano show, con toni confidenziali, dove Andrea, con l’ausilio di filmati, inizia a mettere alla berlina il dominio assoluto dei cellulari, padroni ormai delle nostre vite, con le sue gag surreali farcite di giochi di parole. E via via, tanti aspetti della nostra quotidianità vengono affrontati, smontati, ridicolizzati, anagrammati. Dalla ricerca d’amore tramite annunci sui giornali, alla situazione della cultura in Italia, della sanità, con le sue incursioni tra le poltrone in cui, apriti cielo, balena la luce di un cellulare, e con le sue canzoni (ce ne fossero di più sarebbe meglio) la panoramica sui disastri italiani si amplia fino a toccare l’amara fine della sinistra, le rivoluzioni “da tastiera” a colpi di “like”, una finta libertà in cui ci crogioliamo, zitti e “mutui”.Il suo è un cantico disilluso, dove tra una “inutile” schitarrata da street-art (“da lì vengo e lì tornerò”) sui nostri mali, si fa largo, pur con il sorriso, l’amarezza per l’oggi che viviamo. Forse l’unico modo per cambiare qualcosa sarebbe tornare indietro nel tempo, avvisare il bambino che eravamo, come fa lui parlando allo schermo (bellissima trovata) con il piccolo Andrea Rivera che gioca a pallone in un prato. Forse soltanto un ritorno al futuro potrebbe salvarci, chissà. Nel bis finale, immancabile l’omaggio a Roma e ai suoi quartieri, e all’indimenticato Remo Remotti, in compagnia della fedele cagnolina Pigna. Insolito, spiazzante, imprevedibile.

Paolo Leone


Roma, Sala Uno Teatro (Piazza di Porta San Giovanni 10) fino al 10 gennaio 2016.

La Fabbrica dell’attore – Teatro Vascello presenta:The Best(ia) of Rivera!, scritto e molto diretto da Andrea Rivera. Chitarre: Matteo D’Incà; Disegno luci e consigli utili: Hossein Taheri; Foto locandina e collaborazione ai testi: Manolo Bernardo; Attrice cagna: Pigna Rivera. Si ringrazia l’ufficio stampa della Compagnia: Valeria Buffoni.

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