30 gennaio, 2016

“COME DENTRO A UN FILM”: IL DUO MAGICO FRESU / DI BONAVENTURA. Di Francesco Vignaroli


Arezzo, Auditorium Arezzo Fiere e Congressi. Mercoledì 27 gennaio 2016

Dopo l’acclamatissima doppia esibizione (12 e 24 gennaio scorsi) di Stefano Bollani, l’Associazione Amici della Musica Arezzo ha proseguito la stagione concertistica 2015/2016 portando sul palco dell’Auditorium Arezzo Fiere e Congressi altri due grandi nomi: il trombettista Paolo Fresu, uomo di punta del jazz italiano, e Daniele Di Bonaventura, virtuoso del bandoneon, strumento “fratello” della fisarmonica.

“VANGELO” DI OGNI TENERA ETA’. Di Rossella Traversa


Teatro Argentina, Roma. Dal 19 al 31 gennaio 2016

Il rapporto fra “Vangelo” e il suo regista, Pippo Delbono, è confidenziale, antropomorfico, diaristico. Lo spettacolo in scena al Teatro Argentina di Roma dal 19 al 31 gennaio è l’opera contemporanea di un artista che entra ed esce – fisicamente e vocalmente – da un manuale di traduzione e di volgarizzazione di un testo cardine del cristianesimo cattolico. La rivelazione motrice del racconto è il ricordo dei desideri di una madre, la mamma di Delbono, rispetto agli sforzi artistici del figlio: perché non creare opere sulle parrocchie, sull’incenso e sui riti che assimilano la vita di una vasta comunità di credenti …?

ABBAdream: back to 70s al Teatro Ghione di Roma. Di Flavia Severin


Roma, Teatro Ghione. Martedì 26 gennaio 2016

ABBA: un nome, una garanzia. Il gruppo svedese cult anni ’70 torna a rivivere sul palcoscenico del Teatro Ghione di Roma.

Una serata omaggio dedicataal gruppo scandinavo che ha raggiunto maggior successo al mondo.Nato nel 1970, con oltre 300 milioni di dischi venduti, si sono aggiudicati un posto di rilievo tra i maggiori esponenti del panorama musicale pop internazionale. Pochi sanno, però, che ABBA è l’acronimo delle iniziali dei quattro membri: AgnethaFältskog, BennyAndersson, BjörnUlvaeuse Anni-FridLyngstad(meglio conosciuta come Frida).

29 gennaio, 2016

GAUDEAMUS, adattamento e regia Lev Dodin. Recensione di Daria D.


Piccolo Teatro Strehler, Milano. Dal 27 al 31 gennaio 2016

Gaudeamus è andato in scena per la prima volta al Piccolo nel novembre del 1992 per Milano Aperta, al Teatro Lirico. E’ tornato nel dicembre del 1999 al Teatro dell’Arte in occasione del Festival del Teatro d’Europa. Infine al Teatro Strehler nell’ottobre 2000 per il Festival Milano Europa 2000.
IL  battaglione di giovani attori appena diplomati all’Accademia Teatrale di San Pietroburgo diretti dal loro maestro/generale/istruttore Lev Dodin, ritorna a Milano, con questo testo che il drammaturgo russo aveva scritto subito dopo l’abbattimento del muro di Berlino, nel 1990, quando la Perestrojka stava diventando una speranza di democrazia, di libertà, di futuro per milioni di persone vissute per decenni sotto l’oppressione della dittatura comunista.

27 gennaio, 2016

“I Fiori del Male” approdano al NEW YORK CITY INTERNATIONAL FILM FESTIVAL, grazie a un’attrice preparata e mimetica


Avevamo parlato tempo fa del film “I Fiori del Male”,  prodotto da Christian Vitale, per la regia di Claver Salizzato. Protagonista del film è l’attrice Flora Vona, che interpreta all’interno dello stesso ben tre ruoli differenti. Il lungometraggio parteciperà al NEW YORK CITY INTERNATIONAL FILM FESTIVAL e a seguito pubblichiamo le dichiarazioni del regista Salizzato:
Per interpretare i tre ruoli femminili, di tre epoche differenti, in tre differenti stati d’animo e situazioni, nel nostro film I FIORI DEL MALE, ispirato alla celebre opera maledetta di Baudelaire, era necessaria un’attrice dotata non solo di forza e preparazione drammaturgica , ma soprattutto capace di mimetizzarsi in modo credibile con la pelle dei suoi diversi alter-ego.

"Fedra" di Paisiello, un gioiello musicale da riscoprire. Di Laura Cavallaro


Catania, Teatro Massimo Bellini. Dal 17 al 24 gennaio 2016

Foto Giacomo Orlando
Un’inaugurazione di stagione degna di nota per il Teatro Massimo Bellini di Catania che, probabilmente anche in un’ottica di rilancio della propria immagine, sceglie di portare sulle tavole del proprio palcoscenico una gemma preziosa del classicismo italiano, “Fedra” di Giovanni Paisiello. Autore particolarmente prolifico, Paisiello viene ricordato per alcuni titoli come: La serva fatta padrona (1769); Socrate immaginario (1775); Il barbiere di Siviglia (1782) e Nina, o sia la pazza per amore (1789) che in particolare ne consacrò la fama, oltre che per molte composizioni religiose, diversi concerti per cembalo e orchestra e una dozzina circa di quartetti.

“THE REVENANT”: MOLTO RUMORE PER…? Di Francesco Vignaroli


Cortona, Cinema Signorelli. Lunedì 25 gennaio 2016

No, non completo la citazione shakespeariana perché costituirebbe un giudizio eccessivamente negativo, ma ciò non toglie che, a parte le tante chiacchiere che si stanno facendo, da questa nuova fatica di Alejandro Gonzales Iñarritu mi aspettavo molto di più, e proprio in virtù della firma prestigiosa che Revenant – Redivivo reca in calce. Invece, dopo il geniale Birdman, giustamente premiato con i due Oscar più importanti –miglior film e miglior regia-, il regista messicano sceglie di non rischiare tornando nelle sale con un’opera solida ma convenzionale, piuttosto piatta e lineare nel suo meccanico –pari a quello del protagonista- incedere narrativo. In altre parole: una storia dal respiro un po’ corto…

26 gennaio, 2016

MONICA GHISLENI, L’ARTIGIANA DELLE BORSE: “IN PRIMAVERA BISOGNA OSARE… MA SOLO NEGLI ACCESSORI”. Intervista di Alberto T.


Quella di Monica Ghisleni, bella 25enne della Provincia di Bergamo, è una storia che sembra uscita dai cassetti di qualche decennio fa. È la storia di una ragazza a cui piace cucire e creare, di una figlia di mamma e nonna sarte che ha preso in eredità il gusto del “fare” con le proprie mani. Quattro mesi fa, dopo essersi laureata in Design della Moda al Politecnico di Milano ed aver lavorato per qualche tempo in azienda, ha deciso di mettersi in proprio e presentare al pubblico la prima collezione autunno-inverno delle proprie borse. Che, alla faccia dei grandi brand, sono belle, leggere e di qualità. Al 100% Made in Italy, in pelle vera, senza cuciture. “Perché una borsa può rendere bella una donna e attirare l’attenzione, più di una minigonna o un vestito appariscente. E poi, non se ne può più di vedere su tutte le donne sempre gli stessi accessori: è ora di tornare al passato, di scegliere ciò che piace ed essere personalizzato”. Ed è così che Monika, il nome della sua collezione (https://www.facebook.com/Monikahandmake/?ref=br_rs&pnref=lhc), ha fatto faville prima a Bergamo e poi in tutta la Lombardia con decine di esemplari venduti nell’arco di qualche settimana. La nuova collezione è alle porte, la Primavera sta per fiorire e l’occasione è buona per qualche consiglio spassionato al genere femminile per essere sempre fashion. Parola d’ordine: osare. Ma non nei vestiti…

Iniziamo da qui: primavera estate 2016, come essere fashion?

IL TEATRO CERCA CRITICA: BANDO PER LA II EDIZIONE DEL LABORATORIO PER ASPIRANTI CRITICI TEATRALI 2.0. Di Francesco Pace


Nel mondo teatrale si dà, da parecchio tempo a questa parte, ampio spazio alla “formazione” delle tante figure che gravitano attorno al mestiere “teatro”: dalle scuole di recitazione, ai corsi di sceneggiatura, per finire poi a corsi di laurea pensati proprio per i futuri scenografi. C’è anche però anche colui al quale il teatro piace raccontarlo: è il critico teatrale che da sempre ha fatto “tremare” le migliori Compagnie del mondo con le proprie “sentenze”. E’ grazie ai critici se oggi conosciamo l’andamento di alcune storiche rappresentazioni teatrali diventate famose e degne di ricordo proprio grazie ai loro giudizi positivi. Con l’avvento del web poi si è assistito al proliferare di questa importante figura del mondo teatrale. Ma chi è il critico teatrale? Un giornalista, certo, ma non come tutti gli altri forse.

Da Parzialmente Stremate a Stremate dalla Luna: una commedia tutta al femminile. Di Flavia Severin


Teatro 7, Roma, Via Benevento 23. Giovedì 21 gennaio 2016

Se non avete visto il capitolo precedente “Parzialmente Stremate”, non vi preoccupate: sarà proiettato un riassunto che vi farà già capire il mood sarcastico e divertente che prenderà piega nello spettacolo “Stremate dalla Luna”.

La trama riprende dopo un anno e mezzo dai trascorsi accaduti e ora le quattro protagoniste si trovano a dover affrontare insieme ancora altri intrighi e disavventure. Ed è così cheMirella, Marisa, Silvana ed Elvira saranno più “Stremate” prima! Stavolta, però, sono “Stremate dalla Luna”. Sì, più precisamente stremate da Luna, la sorella di Elvira, che arriva da Napoli e che creerà ulteriore scompiglio portando con sé una sorpresa totalmente inaspettata.

25 gennaio, 2016

“IL PICCOLO PRINCIPE”, OVVERO: ALLA SCOPERTA DELL’INFANZIA PERDUTA. Di Francesco Vignaroli


Cortona, Cinema Teatro Signorelli. Sabato 16 gennaio 2016

“L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI” (Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe)

“HAVE YOU SEEN MY CHILDHOOD?” (dalla canzone Childhood di Michael Jackson)

Nell’odierna società dell’efficienza e dei numeri, dove la competizione è feroce, se si vuol avere successo nella vita occorre programmare quest’ultima fin dall’inizio. Ed è proprio il caso della nostra piccola protagonista, una bambina qualunque che, incalzata da una madre ambiziosa e perennemente indaffarata nel lavoro, vuole (deve) entrare alla prestigiosa Werth Academy. Fallito il colloquio di selezione, bisognerà puntare tutto sulla prova d’appello. A tale scopo la mamma le predispone una minuziosa tabella di marcia in cui c’è scritto tutto ciò che dovrà fare durante l’estate, minuto per minuto, ora per ora, giorno per giorno: quando e cosa mangiare, quando e cosa studiare, ecc… Insomma: anche così si nega l’infanzia! Sennonché, dopo il trasloco in un’abitazione più consona alle aspirazioni di mamma e figlia (un’anonima villetta moderna, proprio uguale a tutte le altre di un altrettanto anonimo quartiere), la piccola si imbatte nel nuovo vicino di casa (una casa strana, diversa dalle altre), un buffo e stralunato vecchietto che cerca di far volare un aereo nel proprio giardino e che ha una storia interessante, la sua storia, da raccontarle: l’incontro col Piccolo Principe.

NERONE, DUEMILA ANNI DI CALUNNIE. Teatro d’arte. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Quirino. Dal 19 al 31 gennaio 2016

La storia, si sa, la scrivono i vincitori, in ogni epoca. Non immuni da un’ottica di parte, a volte obnubilata da interessi di vario tipo. Col passare dei secoli, non è infrequente una parziale riscrittura alla luce di nuovi elementi, scoperte, documenti occultati. Lo è stato per Caligola, nell’immaginario collettivo un povero folle dedito alle orge sfrenate, quando i più recenti studi hanno dimostrato ben altro. La damnatio memoriae dell’antica Roma, come quella più recente, colpisce anche con le calunnie, con le affermazioni ripetute all’infinito che, veritiere o no, diventano giocoforza  verità. Nerone, duemila anni di calunnie, tratto dall’omonimo saggio di Massimo Fini e messo meravigliosamente in scena da Edoardo Sylos Labini, ci mostra con tutta la bellezza possibile nella mente di un autore, l’Imperatore alle prese con i suoi fantasmi ripercorrere il suo declino.

Il Rossetti di Trieste mette in scena, in prima nazionale, “Doktoršuster” di Dušan Kovačević. Di Paola Pini


Trieste, Il Rossetti-Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Bartoli. Dal 12 al 31 gennaio 2016

Un chirurgo, il dottor Nikola Kos (Riccardo Maranzana) vive in bilico tra la professione medica, dalla quale è stato dimissionato e quella del calzolaio (šuster, appunto) che praticava da studente; trascina la propria vita incontrandosi e scontrandosi con la sorella Bella (Ester Galazzi), vedova del famoso cantante lirico Sergej Donski e la figlia Anna (Lara Komar), giornalista di cronaca nera, fidanzata da anni con Elcriso Stefanović (Andrea Germani), cantante lirico. Presenti nelle loro vite anche i due fratelli Brezdan: Branko, detto il Filosofo (Francesco Migliaccio), che avrebbe voluto insegnare filosofia, ma si trova invece poliziotto colluso con la mafia locale e in seguito amante di Anna, e Lele (Filippo Borghi), criminale dalla nascita cui gli è stata mozzata la lingua perché logorroico; appaiono fugacemente altre figure, Johnny, un uomo sul lungofiume del Danubio, un compare (tutte interpretate da Adriano Braidotti).

24 gennaio, 2016

PARASSITI FOTONICI di PHILIP RIDLEY. Recensione di Daria D.


Milano, Teatro Filodrammatici. Dal 21 Gennaio al 7 febbraio 2016

Cosa si può scrivere quando uno spettacolo è perfetto? Che è perfetto! Potrei fermarmi qui, con la mia recensione, altre parole sarebbero un di più, aggiungerei solo un caloroso  invito per il pubblico ad andare a vederlo.
Ma tranquilli, non sarò così parca di parole, né vi lascerò senza qualche commento extra. Sennò che recensione sarebbe, anzi, per meglio dire, che contributo sarebbe?
Prima di tutto, interessante e originale è la scelta di rappresentare il testo “Radiant Vermin” del drammaturgo inglese Philip Ridley, messo in scena per la prima volta a Londra nel 2015 e il cui humour, sì signori lo humour e l’ho scritto all’inglese e non all’americana humor è ancora molto e solo britannico,  facciamocene una ragione, e non importa quanto nero sia, qui pervade tutta la storia, con l' aggiunta di una fantastica visione della vita, il che è assolutamente strategicamente necessario, se vogliamo rafforzare concetti che si basano sulla vita reale.

Beckett e Pinter secondo Farau: un canovaccio del secolo breve. Di Chiara Cataldo


Parma, Teatro Due. Venerdì 22 gennaio 2016

PARMA (Scénario) - “Catastrofe,  il linguaggio della montagna,  il bicchiere della staffa,  il nuovo ordine mondiale” è la metafora del Novecento,  dell’inumano e il suo opposto che si incontrano e dove a trionfare è il primo. Sempre.  Il dramma,  per la regia di Massimiliano Farau,  è andato in scena ieri al Teatro Due di Parma, dove ci ha accolto un’aria da interrogatorio avvolta da un bagliore fioco tra gli sbuffi di fumo di un sigaro. Si incontra poi un fantoccio sbiancato e senza volto, privato di sé da quelli che lo manipolano.

Il Győri Balett al Teatro Toniolo di Mestre. Di Luca Benvenuti


Andato in scena il 21 gennaio 2016 al Teatro Toniolo di Mestre (VE)

Iván Markó fu primo ballerino del Ballet du XXe siècle di Maurice Béjart tra il 1972 e il 1979. Proprio nel ’79, ritornato in Ungheria, Markó fondò il Győri Balett con alcuni allievi del Magyar Nemzeti Balett. L’audace modernismo ereditato dal maestro fu punto di partenza imprescindibile per i nuovi lavori. Negli anni la compagnia divenne un’istituzione nel mondo della danza, praticando diversi generi, dal classico al contemporaneo. Per tutto gennaio il Győri Balett è in tournée italiana con Bolero e Carmina Burana.

András Lukács creò Bolero per il Wiener Staatsbalet nel 2012. In un’immaginaria sala nera una ballerina scandisce le prime battute, mostrando il movimento base su cui si inseriranno le altre variazioni, per poi far entrare il resto dei colleghi, una ventina tra uomini e donne. L’unione di elementi della ballroom e della danza moderna genera un effetto grottesco nelle intenzioni di Lukács, che sceglie movimenti sempre più serrati man mano che ci si avvicina al culmine.

23 gennaio, 2016

LA SUPERCASALINGA. Ridere per esorcizzare. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Kopo (Via Vestricio Spurinna 47/49 – Metro A Numidio Quadrato). Dal 21 al 24 gennaio 2016

Ci sono quelle sere in cui vai a teatro e rimani sorpreso. A volte negativamente, altre (meno frequenti) in modo positivo. Al teatro Kopo devi saperti aspettare di tutto, sappiatelo, per l’ineusaribile curiosità artistica della sua direttrice e del suo fidato staff che non si accontentano dell’ovvio, dello scontato. E allora capita che vai a vedere La supercasalinga e rimani spiazzato, perché non è una commedia come le altre, magari divertente, ben scritta e ben interpretata. No, questo spettacolo è una forma d’arte diversa, non meno nobile del teatro di prosa. Roberta Paolini, l’interprete, è un concentrato di esilarante tecnica clownesca, frutto di prestigiosi studi nell’ambito del teatro fisico comico. Non dice una parola, si esprime (tantissimo) con suoni gutturali, mimica facciale straordinaria, situazioni chiarissime create ad hoc sul palcoscenico e dà vita ad un personaggio, la supercasalinga appunto, esilarante si, ma caricatura di una triste condizione nevrotica purtroppo ancora presente, più di quanto si immagini. Solitudini, subdoli decaloghi comportamentali atavici, resistenti al progresso. Un mondo tecnologico, di aspirapolveri computerizzate e prodotti detergenti di ogni risma, che ammiccano pericolosamente al mondo femminile, come mortifere sirene.

“QUELLO CHE NON HO”: NERI MARCORE’ CANTA DE ANDRE’ E RICORDA PASOLINI. Di Francesco Vignaroli


Cortona, Teatro Signorelli. Giovedì 21 gennaio 2016

LA NUOVA INDUSTRIALIZAZIONE PRETENDE CHE NON SIANO CONCEPIBILI ALTRE IDEOLOGIE CHE QUELLA DEL CONSUMO. UN EDONISMO NEOLAICO, CIECAMENTE DIMENTICO DI OGNI VALORE UMANISTICO E CIECAMENTE ESTRANEO ALLE SCIENZE UMANE” (Pier Paolo Pasolini, dall’articolo Acculturazione e acculturazione contenuto in Scritti Corsari)

“CANTAMI DI QUESTO TEMPO L’ASTIO E IL MALCONTENTO DI CHI E’ SOTTOVENTO…” (Fabrizio De André, da Ottocento)

LA MAGGIORANZA STA COME UNA MALATTIA, COME UNA SFORTUNA, COME UN’ANESTESIA, COME UN’ABITUDINE PER CHI VIAGGIA IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA” (Fabrizio De André, da Smisurata preghiera)


Neri Marcoré racconta di aver scoperto gli Scritti corsari (raccolta di articoli polemici pubblicati dall’autore sul Corriere della Sera tra il 1973 e il 1975) di Pier Paolo Pasolini nel 1995, quasi per caso, nell’attesa dell’inizio di un concerto di Fabrizio De André. Da questa circostanza, forse, è nato lo spunto per l’ideazione dello spettacolo Quello che non ho in cui Marcoré, accompagnato da tre ottimi giovani musicisti, alterna l’esecuzione delle canzoni di De André a brevi riflessioni sull’attualità ispirate a Pasolini e ai suoi articoli “corsari”. A parte lo spunto autobiografico di partenza, cosa unisce “PPP”, uno dei massimi intellettuali italiani del ‘900, al grande “Faber”? Mi vengono in mente almeno un paio di elementi, più che sufficienti a giustificare l’accostamento: la libertà e il coraggio intellettuale di essere “contro” (contro il Potere, le ingiustizie, il pensiero dominante, l’omologazione…).

"Affatto Deluse-Che Strenna!", direttamente da Non è la Rai!


Dopo il grande entusiasmo suscitato dal primo CD per i 20 anni dalla fine di “NON E’ LA RAI”, le protagoniste del programma cult di Gianni Boncompagni tornano in studio di registrazione per i loro fan a dare anima musicale a nuove canzoni di quegli anni indimenticabili. 

Lanciato in anteprima su Nonelarai.it, ospita tante beniamine che hanno deciso di rincidere i loro pezzi dell'epoca; tra queste ricordiamo: Pamela Petrarolo, Francesca Pettinelli, Eleonora Cecere, Angela DI Cosimo, Sabrina Marinangeli, Miriam Calzolari e Monica Catanese. Il Disco ospita anche le vocalist e coriste che aiutavano le ragazze meno talentuose nei playback e partecipavano ai cori di tutte le canzoni. "Affatto Deluse-Che Strenna!" è acquistabile sul sito www.nonelarai.it, per far così un tuffo nelle sonorità anni ‘90 e riascoltare le voci delle ragazze tutto pepe di Non è la Rai!

22 gennaio, 2016

DENISE MEROLLA, RADIO E TV DI GRAN… CARRIERA. Intervista di Alberto T.


La sua prima apparizione nel piccolo schermo risale ai tempi di Generazione X, lo storico programma condotto da Ambra Angiolini. Tanti altri ne sono seguiti, in qualità di pubblico o di protagonista, fino ad arrivare alla web tv e alla radio. Che fra Denise “La Denny” Merolla e i mezzi di comunicazione ci sia feeling, lo dimostra l’empatia con cineprese, microfoni e pubblico. Un habitat che continua ad esserle naturale nonostante abbia ripreso gli studi universitari, guardi da vicino il mondo della moda e pensi ad un futuro come igienista dentale. Ma il presente di questa ragazza di 30 anni, nata alle porte di Milano ed ora sbarcata ufficialmente all’ombra della Madonnina in compagnia del suo ragazzo, è fatto di studi di registrazione e ore di divertimento davanti alla telecamera. Una speaker della porta accanto…

Che, come detto, fin da piccola si è avvicinata al mondo della tv.

Da giovanissima ho partecipato al talk show presentato da Ambra, poi ho ricoperto il ruolo di pubblico in vari show televisivi, da “Stranamore” a “Che tempo che fa?”. Da allora non mi sono più fermata…

COME VIENE VIENE. Di Carlo inaugura Comicamente, rassegna al Teatro Alba Radians di Albano. Di Paolo Leone


Albano Laziale, Teatro Alba Radians. Giovedì 21 gennaio 2016

Inizia come meglio non poteva la rassegna comica al Teatro Alba Radians di Albano Laziale, cittadina tra le più attive nel campo della cultura tra quelle situate nel comprensorio dei Castelli Romani. Oltre al meraviglioso Festival che ogni estate propone quasi un mese di spettacoli per ogni gusto nel suggestivo spazio dell’Anfiteatro severiano, e alla stagione teatrale invernale che vede grandi nomi e compagnie fare tappa in provincia prima o dopo quelle nei più celebri teatri romani, ora è la volta di una frizzante rassegna all’insegna della risata e della leggerezza. Proposto da Papik Produzioni e Menti Associate, il primo appuntamento è stato il 21 gennaio con la corrosiva satira di Alessandro Di Carlo e il pubblico ha risposto con entusiasmo, più di trecento paganti per una serata atipica. Eh si, perché Di Carlo non è uno che lavora di fino, lui va giù pesante con la sciabola e la clava, picchia duro, provoca, inveisce, “rabdomante dell’animo altrui” come si definisce. Capta il malessere celato dal bon ton, scardina i pensieri che non si dicono, e la sua follia è il motivo della nostra risata.

21 gennaio, 2016

“GLI AMORI DI MODI’”: AMEDEO MODIGLIANI VERSO IL FUTURO (1920-2020). Di Francesco Vignaroli


Arezzo, Galleria Comunale di arte contemporanea. Fino al 21 febbraio 2016

“QUANDO CONOSCERO’ LA TUA ANIMA DIPINGERO’ I TUOI OCCHI” (Amedeo Modigliani)

Nel 2020 cadrà il centesimo anniversario della morte del grande pittore e scultore italo-francese Amedeo Modigliani (Livorno, 1884 – Parigi, 1920). In vista di questa importante ricorrenza, l’Istituto Amedeo Modigliani di Roma sta organizzando un cammino di avvicinamento ricco di iniziative culturali, economiche e sociali per celebrare il Maestro e divulgarne la storia e le opere in tutto il mondo, attraverso mostre d’arte ma non solo: sono stati e saranno coinvolti anche altri ambiti artistici, come la musica, il cinema e il teatro (cito la pièce Modigliani e le sue donne, scritta e diretta da Angelo Longoni, che sarà a Perugia dal 5 al 7 febbraio prossimi), per un percorso multidisciplinare e multisensoriale nel segno di Modigliani. Il progetto più ambizioso e importante di questa “missione” dell’Istituto Modigliani è rappresentato senz’altro dall’allestimento, nel 2020, di una grande esposizione generale (con date e luoghi da definire) delle 322 opere, cioè l’opera omnia, a tutt’oggi attribuite al Maestro. Come realizzare l’obiettivo, tenuto conto che i dipinti di Modigliani sono sparsi ai quattro angoli del globo (Europa, USA, Brasile; Cina…), e che molti di essi appartengono a collezionisti privati a dir poco riluttanti anche solo a mostrarli in loco? Qui sta il colpo di genio: ricorrendo alla tecnologia! L’Istituto Modigliani, che detiene i diritti delle opere -tutte- dell’artista, ne ha autorizzato la riproduzione in alta definizione su speciali pannelli costituiti da un materiale simile alla vecchia pellicola fotografica; ogni copia rispetta il formato esatto dell’originale.

Antonio Carfora, giovane orgoglio del cinema partenopeo. Di Claudia Conte


Care lettrici e lettori del Corriere dello Spettacolo,
in questo freddo giorno di gennaio intervistiamo un giovanissimo attore napoletano, già conosciuto dal grande pubblico vista la sua partecipazione ad importanti progetti cinematografici, oggi a Roma per un importante provino. Antonio Carfora, 12 anni, segni particolari: simpaticissimo!

Ciao Antonio, iniziamo parlando dei tuoi esordi...

Ho iniziato a studiare recitazione all'età di sei anni grazie a mio nonno Salvatore che mi ha iscritto ad un corso di recitazione a Napoli. Dopo poco ho girato il mio primo film "Pupetta, la ragazza con la pistola", produzione Ares Film, interpretavo un bambino di strada. Non ricordo molto di questa esperienza perchè ero molto piccolo...

Che cosa significa essere attore secondo te?

Secondo me un bravo attore deve saper attirare il pubblico con il suo carisma!

Antonio, la tua famiglia ti ha sostenuto nel tuo percorso nella recitazione?

20 gennaio, 2016

L’IDENTITÁ COME UNA MASCHERA: IL "FU MATTIA PASCAL" DI TATO RUSSO. Di Sara Bellebuono


Trento, Teatro Sociale. Dal 14 al 17 gennaio 2016

Il fu Mattia Pascal di Tato Russo, andato in scena al teatro Sociale di Trento dal 14 al 17 gennaio 2016, assume quasi le caratteristiche di un thriller. Lo spettacolo è tratto dal celebre romanzo che Luigi Pirandello pubblicò nel 1904, in un periodo travagliato della sua vita. Le preoccupazioni economiche e l’aggravarsi dei problemi psichici della moglie Antonietta, segnarono pesantemente l’autore, che riversò il suo pessimismo nelle sue opere. Nel romanzo, il suo primo grande successo, ritroviamo le tematiche che domineranno la produzione letteraria di Pirandello: l’inettitudine dell’uomo contemporaneo, la sensazione di vuoto che lo tormenta, l’inconoscibilità del reale.
Possiamo dunque immaginare quanto sia difficile mettere in scena un’opera così complessa. Già due registi hanno recentemente affrontato quest’opera a teatro: Tullio Kezich nel 2004 (con Massimo Dapporto nella parte di Mattia Pascal) e Stefano Mecca nel 2008, che intitolò lo spettacoloIo sono la tua pazzia.

"Processo, morte e santificazione di un Pulcinella che non voleva portare la maschera". Di Paolo Leone


Roma, Teatro Ambra Garbatella (Piazza G. da Triora 15). Dal 18 al 20 gennaio 2016

In scena per soli tre giorni al Teatro Ambra Garbatella, la messa in scena di questo che è il primo testo (mai rappresentato) scritto da Davide Sacco, emergente ed interessantissimo autore, ha sfidato l’onda banale del facile, dello spettacolo accomodante e appiattito su tematiche scontate. Non poteva essere altrimenti, dal creatore di quel Piccolo e squallido carillon metropolitano, pièce ammirata l’estate scorsa nella rassegna del Fontanone Estate. E’ un Pulcinella dai vaghi sentori pirandelliani, quello fuoriuscito dalla sua penna e dal bel lavoro di adattamento e regia di Donatella Barbagallo, altra speleologa del teatro, che non si accontenta della strada facile. Da due teste così, è nato uno spettacolo intelligente, divertente, dalle sfumature che attingono alla commedia dell’arte, al melodramma, al “nonsense virtuosistico” per dirla con la regista. Un sogno, un gioco, un processo ai  camuffamenti di tutti noi. Un giudice, due avvocati e i testimoni via via chiamati davanti al povero Pulcinella, ingabbiato tra le corde tese dalle sue stesse maschere, surreale magia del teatro che analizza il tentativo di liberazione dell’uomo, forse vano, e lo fa giocando nelle profondità dell’animo. Allusioni, stilettate, commozione, una farsa sulla nostra società e anche sull’ambiente del teatro e di quei critici che si parlano addosso senza nemmeno osservare.

“GOSPODIN”, UN DON CHISCIOTTE ANTICAPITALISTA. Di Francesco Vignaroli


Castiglion Fiorentino, Teatro Comunale Mario Spina. Lunedì 18 gennaio 2016

Germania, più o meno ai giorni nostri. Gospodin ha deciso di vivere “UNA NUOVA FORMA DI VITA” (sic) e di “AFFERRARE IL CAPITALISMO PER LE PALLE”, voltando le spalle a una società di “BORGHESUCCI”. Fermo nel suo proposito, stabilisce un dogma in quattro punti che prevedono, tra le altre cose, la totale rinuncia al denaro e alla proprietà; per questo accetta di buon grado di farsi svuotare la casa dalla moglie che, essendosene andata, reclama per sé la mobilia; per questo, senza battere ciglio, presta il televisore a un amico artista per un’improbabile istallazione intitolata “Tempus fuckit” (!). L’unica privazione che non accetta è quella causatagli dagli uomini di Greenpeace, che gli hanno requisito il suo amato lama. Dopo aver ceduto alla moglie anche il letto, Gospodin si ritrova a dormire sulla paglia nel suo appartamento vuoto. Nonostante non abbia più un soldo, si rifiuta di lavorare, vivendo in totale emarginazione e proseguendo la sua crociata anticapitalista e antimperialista, deciso più che mai a non arrendersi al sistema.

19 gennaio, 2016

“La Strada”. Un grande “Quasi”. Di Daria D.


Milano, Teatro Franco Parenti. 13 - 24 gennaio 2016

Una storia di suicidi amatoriali, un quasi dramma, una quasi commedia, un quasi racconto psicologico, insomma un Quasi, come del resto è tutto quello che voleva essere e fare Jack, Francesco Brandi, un quasi pittore, un quasi scrittore... che apre la scena, sotto la neve, alle prese con una catena da montare, e che naturalmente arriverà quasi a mettere, se non fosse che la presenza improvvisa di Paul, Francesco Sferrazza Papa, lo distrae e lo infastidisce e così quasi dimentica perché sia lì, lui e il suo cane di pezza cui si rivolge come fosse quasi vero. Perché lui era venuto lì per suicidarsi, ma se hai intenzione di suicidarti che ti importa se la catena non si monta? E se ti occupi della catena bastarda allora sei proprio un suicida amatoriale!
Paul è il giovane bello e “dannato” della storia, che cerca di fuggire da un matrimonio cui è “costretto”, ma da chi? Ma perché? Un tipo così, che ha tutto nella vita, o almeno così appare agli occhi invidiosi di Jack, non avrebbe certamente problemi a stare con moglie e amante nello stesso momento, anche dopo il fatidico “Sì”, cosa che del resto ha fatto per anni. Insomma, fugge nella bufera di neve, e sulla sua strada incontra il poveraccio di Jack, che vorrebbe solo morire in pace. Comincia così una schermaglia di battute tra il giovane povero e incavolato e quello ricco annoiato e triste, dove vengono fuori molti cliché tipici di chi ha e di chi non ha.

17 gennaio, 2016

SE LA POLE DANCE E’ DISCIPLINA DA… MAMME. Di Alberto T.


Esibizioniste un po’ bisogna esserlo, altrimenti si rischia di mollare il colpo dopo poche lezioni. Sensuali non guasta, “anche se la sensualità sta negli occhi di chi guarda”. Sportive lo si diventa, se non altro perché tre allenamenti a settimana bastano e avanza per tonificare qualunque corpo. E se poi si è mamme, beh questo può persino cambiare la vita. Se pensavate che la Pole Dance fosse “cosa” da ragazzine, siete fuori strada. E se immaginavate che fosse un ballo da scantinato di periferia, siete rimasti indietro nel tempo. Oggi, ballare Pole dance va di moda più che mai, tanto che la disciplina ambisce ad entrare nelle Olimpiadi. E a buttarsi sono soprattutto donne dalla trentina in su. Magari mamme. Donne della porta accanto che, infilato top e coulotte, ballano attorno al palo. Irene Gollin ne ha fatto una “malattia” tanto da esser passata da allieva a maestra, Stefania Ongaro è sulla buona strada per seguire le strade della sua mentore.

14 gennaio, 2016

“SOLO!”: STEFANO BOLLANI IN CONCERTO AD AREZZO. Di Francesco Vignaroli


Auditorium Arezzo Fiere e Congressi. Martedì 12 gennaio 2016

Funambolico, virtuoso, pirotecnico, ironico e, soprattutto, assolutamente imprevedibile: Stefano Bollani. Non ci credete? E allora, ditemi chi altro riuscirebbe a mescolare insieme Per Elisa, Sandokan, Ufo robot, Summertime, Paolo Conte, Battiato, Scott Joplin e chi più ne ha più ne metta, ottenendone un cocktail (analcolico, mi raccomando!) così gustoso che non si vorrebbe mai smettere di bere?!
Ma partiamo dall’inizio. Il pianista si è presentato al pubblico aretino -come si suol dire- “in splendida solitudine”, accompagnato solo da un pianoforte classico e da uno elettrico. Fedele al proprio proverbiale eclettismo, Bollani ha proposto una scaletta che ha dimostrato, nel caso in cui ce ne fosse ancora bisogno, tutta la sua sconfinata passione e conoscenza della musica, di ogni tipo di musica, senza limiti né pregiudizi. In apertura, tre doverosi omaggi ad altrettanti grandi artisti scomparsi: Life on Mars? di David Bowie, Putesse essere Allero (splendida) di Pino Daniele e Sopra i vetri di Enzo Jannacci, nella quale il nostro si è esibito anche al canto (ma ormai, per chi segue Bollani, non è certo una novità).

09 gennaio, 2016

ELENA MASCHERONI, L’ASPIRANTE OTTICO STRIZZA L’OCCHIO ALLA FOTOGRAFIA. Intervista di Alberto T.


Se nella botte piccola si dice ci sia il vino buono, in Elena Mascheroni c’è un concentrato di bellezza, sensualità e malizia che ha stregato i fotografi di mezza Italia. Lei è “piccola, ditemelo pure che non mi offendo”, ma terribilmente sexy. Occhi verdi, capelli biondissimi, fisico che non passa inosservato. Vent’anni, residente a due passi dall’aeroporto di Malpensa, non è un caso Elena che sia pronta per spiccare il volo nel mondo della fotografia. L’età è dalla sua parte, un pizzico di esibizionismo non le manca, la simpatia si intuisce a pelle. Bellissima ma acqua e sapone, perché la semplicità fa parte del suo dna. Sarà perché l’esser diventata fotomodella è una strada intrapresa quasi per caso, sarà perché fra dieci anni si vede ancora in questo mondo ma anche donna manager in un negozio di ottica. Ambiziosa più che mai. E se così non fosse, con i suoi 150 centimetri non avrebbe potuto scalare le montagne dell’invidia. Ed invece, oggi è gettonatissima e richiestissima. “Il mio sogno è quello di essere una fotomodella di cui si parla bene perché sa muoversi, sa curare il suo corpo e mettersi in posa trasmettendo emozioni”. Idee chiare in testa…

Eppure, fino a pochi anni fa, il tuo quotidiano era fra i banchi di scuola…

08 gennaio, 2016

IL FANTASMA DELLA GARBATELLA. Non solo risate. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Ambra Garbatella. Fino a domenica 10 gennaio 2016

Nuova commedia firmata Gabriele Mazzucco, dichiaratamente comica, “di intrattenimento” (parole testuali dell’autore). Ma quando una penna ha una determinata cifra stilistica, questa non viene tradita nemmeno in un testo molto divertente come Il Fantasma della Garbatella, in scena al Teatro Ambra fino a domenica 10 gennaio. Dopo l’innovativo “M’iscrivo ai terroristi”, l’autore romano si rilassa (per modo di dire) con una commedia sì leggera, ma ricca di una comicità colta, di citazioni e riferimenti sottili, di allusioni sociopolitiche da cogliere, che non possono mancare nella sua ironica e caustica visione della vita e della messa in scena. Con un ritmo forsennato, la storia viene affidata ad un cast di suoi fidati attori che riescono, già alla prima del 7 gennaio, ad interpretare al meglio i rispettivi ruoli, Lallo (il fantasma, uno strepitoso Andrea Alesio), un noto malandrino della Garbatella, deceduto tre anni prima, viene inviato direttamente da Dio nel suo vecchio quartiere, in casa della cugina zitella, Angelina (Paola Raciti, tempi comici perfetti) per appurare se il genere umano sia pronto per la nuova venuta del Messia. Compagno di viaggio, uno strambo arcangelo Raffaele (Chiara Fiorelli, una bella conferma).

"Don’t stop dreaming", il nuovo disco di Paolo Preite prodotto da Fernando Saunders


In passato avevamo già parlato di Paolo Preite, il giovane cantautore romano classe 1985, che finalmente è giunto alla pubblicazione del suo primo album solista Don’t stop dreaming, con l’etichetta discografica SeaHorseRecordings, che si può trovare sia in formato digitale sia nei migliori negozi di musica. Le tracce presentate sono dieci: DON'T STOP DREAMING, Where did you go, Love Love Love, Io Re Di Me, Neda, I Wanna Hold Your Hands, Life Show, Mary, Just One Kiss, The King Of All Winds. Tutte le canzoni sono state scritte da Preite, tranne Where did you go, Io Re Di Me e Neda, scritte in collaborazione con Fernando Saunders – che in passato ha collaborato con grandi musicisti del calibro di Lou Reed, Jeff Beck e Marianne Faithfull -, il quale ha anche prodotto il disco del cantautore romano, dove un sound acustico porta dentro di sé reminiscenze rock, folk, country…

07 gennaio, 2016

“IL LAGO DEI CIGNI” SINTETIZZATO. Di Chiara Pedretti


Milano, Teatro della Luna. Sabato 2 gennaio 2016

A Milano, al Teatro Della Luna, è andata in scena una sola replica de Il Lago dei Cigni interpretato dalla Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini, con la coreografia di Luigi Martelletta.
Un classico della tradizione, che vede la sua prima rappresentazione nel lontano 1877, con musica di Piotr Ciaikovskij, in tre o quattro atti a seconda delle versioni. Non si contano le versioni coreografiche: più o meno classiche, con il finale positivo o negativo, contemporanee, o addirittura stravolgimenti completi della storia delle donne trasformate in cigni dal cattivo di turno, il Mago Rothbart.
La versione di Martelletta è fortemente legata alla tradizione, ma ne fa un’opera innanzi tutto più breve, nemmeno due ore, sintetizzata tagliando molte parti, spesso in effetti di abbellimento ma poco utili ai fini della storia. Primo e secondo atto tradizionali costituiscono la prima parte: la festa al castello del Principe Siegfried, l’uscita con gli amici e la scoperta dei cigni che di notte tornano ad assumere sembianze femminili, con conseguente colpo di fulmine tra Siegfried e Odette. La seconda parte si apre con l’atto del Cigno Nero-Odile, ma qui anche si chiude: manca la parte finale, dove Siegfried, pentito per aver giurato amore eterno ad Odile credendola Odette, cerca di riunirsi con l’amata. Martelletta sceglie innanzi tutto il finale negativo: Siegfried, accortosi dell’errore, si dispera ma la sua Odette ormai è senza speranza: lo spettacolo si chiude con lei morta, adagiata su un albero.

ELEONORA IOTTI, IL FASCINO DELLA ROMAGNA. Intervista di Alberto T.


Bella è bella, altrimenti non sarebbe mai arrivata fra le finaliste di Miss Italia. In gamba lo è, altrimenti una delle più importanti aziende della pelletteria mai le avrebbe affidato un ruolo di responsabilità in uno dei punti vendita più importanti del territorio. E sensuale… è sensuale, vedere le sue foto per credere. La parlantina non le manca arricchita da una “r” che conquista l’interlocutore, il fascino neppure tanto che continua ad essere fra le ragazze immagine più richieste del Centro Italia, nel cuore di quell’Emilia Romagna in cui abita e lavora. Eleonora Iotti è donna manager che non disdegna il campo dell’immagine e della fotografia, una di quelle ragazze che incarnano l’essenza del detto “oltre alle gambe c’è di più”. Perché vada per una fotografia, ma l’espressione fa la differenza. E Eleonora lo ha imparato a fatica, conquistando fasce nei concorsi di bellezza, facendo da testimonial per importanti brand locali e lanciandosi nel 2016 per un’avventura che potrebbe legarla ad un marchio di straordinaria importanza per il mondo femminile. Egocentrica ed esibizionista, innamorata della palestra e del fashion, sembra aver bevuto l’elisir dell’eterna giovinezza. Bella oggi come lo era a Miss Italia, richiestissima dai fotografi, animatrice delle notti romagnole più cool. Più in gamba di così…

Bellissima e sensuale: dove sta il trucco?

Anima sana in corpore sano, ecco dove sta il mio segreto! Ho un rapporto particolare con la mia bellezza, e sono davvero convinta che l’anima possa stare meglio se la si tratta bene. Ecco perché curo ogni lato di me stessa, senza compiere troppe rinunce!

Insomma, non sei la fotomodella che non mangia per sentirsi in forma…

06 gennaio, 2016

“LA SCUOLA” VENT’ANNI DOPO: TORNA IN TEATRO IL CELEBRE SPETTACOLO DI DOMENICO STARNONE


Teatro Morlacchi, Perugia. Domenica 3 gennaio 2016

LA SCUOLA ITALIANA FUNZIONA SOLO CON CHI NON NE HA BISOGNO” (Prof. Cozzolino/Silvio Orlando)

Giugno 1991. In Italia c’è la lira, destinata a durare ancora per una decina d’anni; i telefoni cellulari sono enormi, e con quell’antenna sembrano piuttosto dei buffi walkie-talkie. E per quanto riguarda la scuola? Il ministro dell’istruzione è Rosa Russo Iervolino, gli esami di stato sono valutati in sessantesimi…Tra le tante differenze rispetto alla scuola attuale, c’è però una costante: giugno è l’ultimo mese di lezioni, ed è quindi tempo di bilanci. I professori sono chiamati a esprimere il giudizio che deciderà il futuro degli studenti. Nella palestra adibita ad aula insegnanti provvisoria (dato che nella vera aula insegnanti piove dal soffitto un misterioso liquido giallo…), lo scalcinato corpo docente della IV D è riunito per decretare i promossi e i bocciati dell’anno scolastico appena concluso, in un clima a dir poco effervescente: prima delle discussioni di rito, la riunione si trasforma in un guazzabuglio di sfoghi personali, regolamenti di conti, rivelazioni e pettegolezzi vari…

Il Teatro Verdi di Trieste conclude il 2015 con due concerti fuori cartellone. Di Paola Pini


Trieste, Teatro Giuseppe Verdi. 23 e 31 dicembre 2015

La Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha allestito, per la fine del 2015, due bei concerti, la sera del 23 dicembre, antivigilia di Natalead ingresso libero e il pomeriggio del 31, come “pre-aperitivo” in attesa del nuovo anno con biglietti a prezzo unico e popolare. In entrambi la proposta è stata varia, perfettamente adatta alle due occasioni, ma non scontata, alternando i brani che tutti si attendono, in particolare il 31, con valzer, polke, suite da balletti e l’inevitabile Radetsky Marsch, con altri meno scontati, scritti da compositori per lo più italiani e non abituali in simili contesti.
Piacevoli serate, successo delle iniziative, con orchestra e interpreti che hanno saputo dare al pubblico emozioni e divertimento. Il concerto natalizio ha visto sul podio il M° RyuchiroSonoda, presente a Trieste per la direzione de “L’elisir d’amore” di Donizetti e, oltre all’Orchestra e al Coro del Teatro, diretto dal M° Fulvio Fogliazza, per molti dei brani in programma gli spettatori hanno potuto ascoltare alcuni dei solisti della stessa opera: il soprano Roberta Canzian, il tenore Luis Gomes e il baritono Filippo Polinelli.