Trieste, Il Rossetti-Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia, Sala Bartoli. Dal 12 al 31 gennaio 2016
Un chirurgo, il
dottor Nikola Kos (Riccardo Maranzana) vive in bilico tra la professione
medica, dalla quale è stato dimissionato e quella del calzolaio (šuster, appunto)
che praticava da studente; trascina la propria vita incontrandosi e
scontrandosi con la sorella Bella (Ester Galazzi), vedova del famoso cantante
lirico Sergej Donski e la figlia Anna (Lara Komar), giornalista di cronaca nera,
fidanzata da anni con Elcriso Stefanović (Andrea Germani), cantante lirico. Presenti
nelle loro vite anche i due fratelli Brezdan: Branko, detto il Filosofo
(Francesco Migliaccio), che avrebbe voluto insegnare filosofia, ma si trova
invece poliziotto colluso con la mafia locale e in seguito amante di Anna, e
Lele (Filippo Borghi), criminale dalla nascita cui gli è stata mozzata la
lingua perché logorroico; appaiono fugacemente altre figure, Johnny, un uomo
sul lungofiume del Danubio, un compare (tutte interpretate da Adriano
Braidotti).
La nebbia, che appare
all’inizio e nella quale si muovono i personaggi, continua ad incombere simbolicamente
per tutta la durata dello spettacolo, anche quando si è definitivamente alzata.
In essa sono immersi tutti, dialogando senza riuscire a comprendersi a causa di
un frequente sfasamento tra un passato ormai perduto in cui alcuni di loro
tentano di rifugiarsi, ed un presente rifiutato perché incomprensibile. Le
esistenze sono contradditorie, determinate dalle scelte di altri o risultato di
eventi esterni,a loro volta causa di scelte professionali ed etiche non
proprie: il protagonista, smarrito, ad un certo punto si domanda: “Dove ho di
nuovo sbagliato?” La verità è velata, ognuno ha la propria e non riesce a
comunicarla agli altri; ci si uccide per futili motivi, senza vere ragioni,
anche fra vicini di casa.I personaggi di Dušan Kovačevićsono eroi tragici
inseriti in una commedia dai toni profondamente noir che risultano, proprio per
questo, grotteschi, fuori luogo, avulsi dal contesto, prigionieri di una
società disumanizzante. I ruoli, apparentemente semplici nascondono, sotto la
superficie, drammi profondi causati dalla convivenza di epoche e civiltà
diverse, di mondi arcaici, moderni e contemporanei, in cui la violenza si
scontra con un’educazione tipica della borghesia mitteleuropea ormai morta,
spazzata via dall’indifferenza per il valore della vita da parte di una generazione
uscita da una guerra fratricida che continua ad essere presente, celandosi
dietro ai regolamenti di conti fra bande nemiche, perché “la guerra quando
comincia non sa fermarsi, visita ogni casa.” Ognuno vive in un proprio quadro
senza comprendere quello in cui stanno gli altri, da cui è completamente
separato.
Grazie a questa
produzione de Il Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia,la
commedia “Doktoršuster”, scritta da Dušan Kovačević nel 2001, viene proposta per
la prima volta in Italia. La regia è della croata Helena Petković con gli attori
della Compagnia Stabile del Teatro; la traduzione è di Dragan Mraović, mentre
l’adattamento e la drammaturgia sono di Mila Lazić. Un’occasione unica per
vedere in scena l’opera di un autore, noto per essere l’autore di
“Underground”, il film del 1995 diretto da Emir Kusturica, premiato con la Palma
d’Oro al Festival di Cannes dello stesso anno, ma difficile da conoscere nella
sua produzione teatrale a causa della scarsità delle traduzioni in italiano
delle sue opere. Gli attori sanno rendere in modo convincente le
caratteristichedei rispettivi ruoli: lo straniamento di Kos, l’esuberanza di
Bella, la triste consapevolezza di Branko, l’ambivalenza di Anna, la follia di
Lele e l’inadeguatezza di Elcriso, che appare più degli altri fuori dal
contesto, forse perché è quello più “normale”. La combinazione di queste
“maschere” si muove partendo dalle sponde del Danubio, fiume di Belgrado, città
sempre presente sulla scena e mai nominata,si sposta nell’abitazione di Kos che
da edificio cadente si trasforma in clinica per criminali e sul Danubio
ritorna, rievocando il suo ruolo di “ponte” con la Vienna frequentata dal
giovane Kos, studente di medicina di giorno e calzolaio di notte, lontana nel
tempo e nello spazio. Le scene sono essenziali ma efficaci, ben congeniate. La
musica è presente in pochi, rari momenti, evocatrice di atmosfere perdute,
diventando così elemento pregnante. I lunghi applausi finali hanno dimostrato
il buon apprezzamento da parte del pubblico.
Paola Pini
DOKTOR ŠUSTER
dal
12 al 31 gennaio 2016
Politeama Rossetti, Sala Bartoli
Di:Dušan Kovačević
Drammaturgia: Mila Lazic
Scene: Silvio Vujicic
Costumi: Silvio Vujicic
Luci: Davide Comuzzi
Suono: Carlo Turetta
Regia: Helena Petkovic
Produzione: Teatro Stabile del Friuli Venezia
Giulia
Interpreti: Riccardo Maranzana, Lara Komar, Ester
Galazzi, Francesco Migliaccio, Filippo Borghi, Andrea Germani, Adriano
Braidotti
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