Roma, Teatro Ambra Garbatella
(Piazza G. da Triora 15). Dal 18 al 20 gennaio 2016
In scena per soli tre
giorni al Teatro Ambra Garbatella, la messa in scena di questo che è il primo
testo (mai rappresentato) scritto da Davide Sacco, emergente ed
interessantissimo autore, ha sfidato l’onda banale del facile, dello spettacolo
accomodante e appiattito su tematiche scontate. Non poteva essere altrimenti,
dal creatore di quel Piccolo e squallido
carillon metropolitano, pièce ammirata l’estate scorsa nella rassegna del
Fontanone Estate. E’ un Pulcinella dai vaghi sentori pirandelliani, quello
fuoriuscito dalla sua penna e dal bel lavoro di adattamento e regia di
Donatella Barbagallo, altra speleologa del teatro, che non si accontenta della
strada facile. Da due teste così, è nato uno spettacolo intelligente,
divertente, dalle sfumature che attingono alla commedia dell’arte, al
melodramma, al “nonsense virtuosistico” per dirla con la regista. Un sogno, un
gioco, un processo ai camuffamenti di
tutti noi. Un giudice, due avvocati e i testimoni via via chiamati davanti al
povero Pulcinella, ingabbiato tra le corde tese dalle sue stesse maschere, surreale magia del teatro che analizza il
tentativo di liberazione dell’uomo, forse vano, e lo fa giocando nelle
profondità dell’animo. Allusioni, stilettate, commozione, una farsa sulla
nostra società e anche sull’ambiente del teatro e di quei critici che si parlano
addosso senza nemmeno osservare.
Eloquente il personaggio interpretato dalla stessa Barbagallo, sempre con gli occhi chiusi, a sputar sentenze a destra e manca, inquietante e corvino. Anche nei momenti più onirici e complessi (il personaggio della Matrona, di struggente poesia), non si perde mai il contatto con la ricchezza dei significati e di un lavoro che lascia il segno senza annoiare, con un bel ritmo. Spettacolo piacevole, impegnato e profondo ma che arriva al cuore dello spettatore con il sorriso. Un lavoro accurato, anche nei costumi e nella scenografia, scarna ma suggestiva, che ha permesso di assistere a tre serate di bel teatro. Toccante il finale, in cui il monito sul pericolo di accettare la bruttezza e farsi mettere una maschera, arriva dritto al cuore con quel grido…”Attenzione, popolazione!” di antica memoria. Bravi tutti gli interpreti.
Eloquente il personaggio interpretato dalla stessa Barbagallo, sempre con gli occhi chiusi, a sputar sentenze a destra e manca, inquietante e corvino. Anche nei momenti più onirici e complessi (il personaggio della Matrona, di struggente poesia), non si perde mai il contatto con la ricchezza dei significati e di un lavoro che lascia il segno senza annoiare, con un bel ritmo. Spettacolo piacevole, impegnato e profondo ma che arriva al cuore dello spettatore con il sorriso. Un lavoro accurato, anche nei costumi e nella scenografia, scarna ma suggestiva, che ha permesso di assistere a tre serate di bel teatro. Toccante il finale, in cui il monito sul pericolo di accettare la bruttezza e farsi mettere una maschera, arriva dritto al cuore con quel grido…”Attenzione, popolazione!” di antica memoria. Bravi tutti gli interpreti.
Paolo
Leone
Processo, morte e
santificazione
di un Pulcinella che non
voleva portare la maschera
Di Davide Sacco; Con D.
Barbagallo, G. Cancelli, S. Chiliberti,
C. Della Rossa, S. Flamia,
G. Abramo, B. Monico e V. Palma.
Adattamento e Regia di
Donatella Barbagallo
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