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17 gennaio, 2016

SE LA POLE DANCE E’ DISCIPLINA DA… MAMME. Di Alberto T.


Esibizioniste un po’ bisogna esserlo, altrimenti si rischia di mollare il colpo dopo poche lezioni. Sensuali non guasta, “anche se la sensualità sta negli occhi di chi guarda”. Sportive lo si diventa, se non altro perché tre allenamenti a settimana bastano e avanza per tonificare qualunque corpo. E se poi si è mamme, beh questo può persino cambiare la vita. Se pensavate che la Pole Dance fosse “cosa” da ragazzine, siete fuori strada. E se immaginavate che fosse un ballo da scantinato di periferia, siete rimasti indietro nel tempo. Oggi, ballare Pole dance va di moda più che mai, tanto che la disciplina ambisce ad entrare nelle Olimpiadi. E a buttarsi sono soprattutto donne dalla trentina in su. Magari mamme. Donne della porta accanto che, infilato top e coulotte, ballano attorno al palo. Irene Gollin ne ha fatto una “malattia” tanto da esser passata da allieva a maestra, Stefania Ongaro è sulla buona strada per seguire le strade della sua mentore.
Cosa le accomuna? Qualche decine di ore a settimane passate nella Palestra di via Mentana a Monza nello Studio Pole Dance (www.studiopolemonza.com), l’essere un pizzico egocentriche, vivere la pole dance come una sfida ed essere mamme. Già, donne con un figlio, rispettivamente di 5 e 6 anni. Se a qualcuno suona strano, ecco la loro storia. “Siamo persone normali – scherzano – entrambe ci siamo buttate in questo mondo per recuperare una parte di noi stesse. Non ci sentivamo bene con noi stesse ed ora siamo in splendida forma, fisica e mentale”. Come loro, in Italia il numero è in costante crescendo. 

Basta pensare che, nella realtà di Monza, le iscritte sono passate da qualche decina a più di 140, di cui solo il 10% ha meno di 18 anni e una dozzina supera i 55 anni di età. “Scelgono la pole dance perché qui trovano qualcosa che regala un senso di sicurezza e di appagamento con se stesse, è una disciplina che ti fa sentire forte e bella, ti costringe a guardarti e accettare il tuo corpo”. Nata in Oriente e sviluppatasi negli States, in Italia la Pole Dance è sbarcata ad inizio Millennio. Un lasso di tempo forse troppo ridotto per smarcarsi dalla lap dance che lancia l’immaginario verso altri scenari. “Ma la volgarità sta negli occhi di chi guarda e nei contesti in cui la si esegue. La nostra Scuola effettua spettacoli di Pole Dance fra i tavoli delle pasticcerie e nelle piazze davanti a mamme e bambini. E i nostri figli sono orgogliosi di spiegare ai loro compagni che noi balliamo sul palo”. 

Nulla di cui vergognarsi. Sarà perché Irene ha nelle vene lo sport e il movimento, oppure perché come Stefania tante donne scelgono la pole dance per riprendere in mano il loro corpo, specialmente dopo una gravidanza. “Non ci siamo mai sentite volgari, abbiamo provato per gioco a sentirci sensuali. La verità è che questa avventura ci ha dato amicizia, nuove occasioni per uscire, pace col nostro corpo e tonicità”. Già, perché l’aspetto sportivo non manca. Chi pratica Pole a livello semi-professionale, o chi la insegna, si ritrova con spalle grosse e vita sottile. Un “triangolo rovesciato”, come lo chiamano in gergo, in cui i muscoli si delineano e lo specchio si trasforma da nemico in amico. “All’inizio non viene nulla, normale che sia così – aggiunge Irene – in più, per avere maggior attrito col palo, nei primi mesi bisogna muoversi con quanta più pelle nuda, il che significa indossare solo top e pantaloncini. Col lavoro, però, il risultato arriva e le soddisfazioni ripagano la fatica”. Traguardi da tagliare ad ogni età, perché non esiste il momento giusto per iniziare. Dipende tutto, da se stesse e dall’occasione. 

“Se vuoi sentirti forte e bella, non c’è età per la Pole – prosegue Stefania – forse per una donna, il post parto può rappresentare il punto da cui ripartire per ricostruire un benessere fisico e mentale”. Si parte da qui, da una ricerca interiore, per poi costruire movimenti, figure, partecipare ai contest sparsi sul territorio italiano. E, proprio da Monza, Irene Gollin ha fatto partire il “dizionario” aggiornato della Pole Dance. Un sito web, www.poledancetionary.it, in cui sono racchiusi passaggi e movimenti nel tentativo di creare un linguaggio comune e radunare sotto un’unica dicitura le figure al palo. “Non solo un dizionario, ma soprattutto un motore di ricerca dei trick di PoleDance in base alla posizione di braccia, gambe e corpo.... per la figura che hai visto, ma di cui non conosci il nome”. Il segno che la disciplina sta crescendo. “Un tempo mi offendevo se la pole dance veniva paragonata alla lap dance – conclude Irene – invece sono semplicemente due cose diverse. Ho una sola certezza: la Pole Dance ti fa entrare in contatto col tuo corpo attraverso la mente. E, ti rende più sicura in ogni ambito del quotidiano”.   


Alberto T.

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