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27 gennaio, 2016

“THE REVENANT”: MOLTO RUMORE PER…? Di Francesco Vignaroli


Cortona, Cinema Signorelli. Lunedì 25 gennaio 2016

No, non completo la citazione shakespeariana perché costituirebbe un giudizio eccessivamente negativo, ma ciò non toglie che, a parte le tante chiacchiere che si stanno facendo, da questa nuova fatica di Alejandro Gonzales Iñarritu mi aspettavo molto di più, e proprio in virtù della firma prestigiosa che Revenant – Redivivo reca in calce. Invece, dopo il geniale Birdman, giustamente premiato con i due Oscar più importanti –miglior film e miglior regia-, il regista messicano sceglie di non rischiare tornando nelle sale con un’opera solida ma convenzionale, piuttosto piatta e lineare nel suo meccanico –pari a quello del protagonista- incedere narrativo. In altre parole: una storia dal respiro un po’ corto…

Selvaggio Nord degli Stati Uniti, lungo il fiume Missouri, quando ancora gli indiani, cioè i veri americani, lottavano per la propria terra contro i bianchi: ecco le coordinate spazio-temporali di Revenant, una drammatica (e lunga) storia di vendetta, quella che un padre (DiCaprio) cerca per il proprio figlio, brutalmente pugnalato a morte da un compagno di disavventure. Sopravvissuto a stento al confronto corpo a corpo con un orso, e ad almeno due assalti degli indiani, l’uomo è tenuto in vita unicamente dal desiderio di fare giustizia. Tutto qui? Già…





La storia, ispirata a fatti realmente accaduti, è tutt’altro che originale, e va in archivio come un avventuroso film “di vendetta” di medio livello, all’insegna di un “tutto già visto” pur, dal punto di vista estetico, impeccabile.
I personaggi sono monodimensionali, protagonista compreso; di quest’ultimo possiamo cogliere solo la parte istintiva (anche perché lo vediamo spesso “impegnato” a sopravvivere…), mentre della sua psicologia non riusciamo a scorgere quasi nulla, e in questo modo è difficile trovarlo carismatico o memorabile: decisamente, non siamo in presenza di un nuovo eroe epocale del grande schermo! Leonardo DiCaprio, comunque, ce la mette proprio tutta, spendendosi in quella che è forse l’interpretazione più sofferta di tutta la sua carriera, e mettendo una seria ipoteca sulla conquista del tanto agognato primo Oscar come miglior attore protagonista (fra un mesetto sapremo…). Nella versione italiana l’attore perde qualcosa a causa della diabolica perseveranza della direzione del doppiaggio, cocciuta nell’affibbiargli la solita vocetta adolescenziale ormai anacronistica, se non ridicola, per un attore quarantenne (quando si decideranno a prendere atto che il tempo è passato anche per lui?!?!). Fortunatamente, la penuria di battute in Revenant nasconde, almeno in parte, la magagna…
Tornando alla storia, troviamo qualche fievole eco “alla” Balla coi lupi (o “alla” Piccolo grande uomo, se preferite) negli accenni, lasciati subito cadere, alla questione relativa ai problemi dei nativi e a quella del rapporto uomo/Natura, ma non mancano nemmeno alcune -evitabili- esagerazioni da film di supereroi, come la lotta con l’orso o il volo col cavallo nel burrone.
Notevoli, invece, la fotografia, le scene di battaglia e gli splendidi scenari naturali del film, ma non credo che tutto ciò possa bastare a Iñarritu per bissare il trionfo di Birdman


Francesco Vignaroli

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