Cortona,
Cinema Signorelli. Lunedì 25 gennaio 2016
No, non completo la citazione shakespeariana perché
costituirebbe un giudizio eccessivamente negativo, ma ciò non toglie che, a
parte le tante chiacchiere che si stanno facendo, da questa nuova fatica di
Alejandro Gonzales Iñarritu mi aspettavo molto di più, e proprio in virtù della
firma prestigiosa che Revenant –
Redivivo reca in calce. Invece, dopo il geniale Birdman, giustamente premiato
con i due Oscar più importanti –miglior film e miglior regia-, il regista
messicano sceglie di non rischiare tornando nelle sale con un’opera solida ma
convenzionale, piuttosto piatta e lineare nel suo meccanico –pari a quello del
protagonista- incedere narrativo. In altre parole: una storia dal respiro un
po’ corto…
Selvaggio Nord degli Stati Uniti,
lungo il fiume Missouri, quando ancora gli indiani, cioè i veri americani,
lottavano per la propria terra contro i bianchi: ecco le coordinate
spazio-temporali di Revenant, una
drammatica (e lunga) storia di vendetta, quella che un padre (DiCaprio) cerca
per il proprio figlio, brutalmente pugnalato a morte da un compagno di
disavventure. Sopravvissuto a stento al confronto corpo a corpo con un orso, e
ad almeno due assalti degli indiani, l’uomo è tenuto in vita unicamente dal
desiderio di fare giustizia. Tutto qui? Già…
La storia, ispirata a fatti realmente
accaduti, è tutt’altro che originale, e va in archivio come un avventuroso film
“di vendetta” di medio livello, all’insegna di un “tutto già visto” pur, dal
punto di vista estetico, impeccabile.
I personaggi sono monodimensionali, protagonista
compreso; di quest’ultimo possiamo cogliere solo la parte istintiva (anche
perché lo vediamo spesso “impegnato” a sopravvivere…), mentre della sua psicologia
non riusciamo a scorgere quasi nulla, e in questo modo è difficile trovarlo
carismatico o memorabile: decisamente, non siamo in presenza di un nuovo eroe
epocale del grande schermo! Leonardo DiCaprio, comunque, ce la mette proprio
tutta, spendendosi in quella che è forse l’interpretazione più sofferta di
tutta la sua carriera, e mettendo una seria ipoteca sulla conquista del tanto
agognato primo Oscar come miglior attore protagonista (fra un mesetto sapremo…).
Nella versione italiana l’attore perde qualcosa a causa della diabolica
perseveranza della direzione del doppiaggio, cocciuta nell’affibbiargli la
solita vocetta adolescenziale ormai anacronistica, se non ridicola, per un
attore quarantenne (quando si decideranno a prendere atto che il tempo è passato
anche per lui?!?!). Fortunatamente, la penuria di battute in Revenant nasconde, almeno in parte, la
magagna…
Tornando alla storia, troviamo qualche
fievole eco “alla” Balla coi lupi (o “alla”
Piccolo grande uomo, se preferite) negli accenni, lasciati subito cadere,
alla questione relativa ai problemi dei nativi e a quella del rapporto
uomo/Natura, ma non mancano nemmeno alcune -evitabili- esagerazioni da film di
supereroi, come la lotta con l’orso o il volo col cavallo nel burrone.
Notevoli, invece, la
fotografia, le scene di battaglia e gli splendidi scenari naturali del film, ma
non credo che tutto ciò possa bastare a Iñarritu per bissare il trionfo di Birdman…
Francesco
Vignaroli
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