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07 febbraio, 2016

Chiara Taigi e il Coro Lirico Siciliano insieme per il Concerto in onore di Sant’Agata. Di Laura Cavallaro


Settimana musicale agatina, Catania. 30, 1 e 4 febbraio 2016

Foto Sebastiano Trigilio
Come ogni anno a Catania il mese di febbraio è segnato da un gran numero di eventi volti a celebrare Sant’Agata, patrona della città. Anche questa volta immancabile è la partecipazione dell’Arcidiocesi di Catania, che in collaborazione con il Coro Lirico Siciliano, ha promosso la rassegna Settimana musicale agatina, all’interno della Monumentale Chiesa della Badia di Sant’Agata. I tre appuntamenti, permeati dalla religiosità, sono destinati a promuovere il legame tra musica e devozione. Tema che abbiamo sentito particolarmente forte nel secondo dei tre appuntamenti, il concerto in onore di Sant’Agata di giorno 1 Febbraio, il quale si è sviluppato in tre momenti: una prima parte dedicata all’esecuzione della Missa brevis Sanctae Ceciliae, composta dal Maestro Francesco Costa per la ventinovesima edizione del Festival Internazionale della Musica di Macao. La seconda parte della serata è poi proseguita con l’esecuzione di alcuni inni e cantate in onore della martire, frutto della produzione ottocentesca venuta alla luce grazie a un copioso lavoro di ricerca presso l’Archivio musicale,e si è conclusa con alcune arie tratte dalle opere di Bellini, Rossini, Verdi e Mascagni.
Il Maestro Costa oltre che meticoloso direttore del coro è anche compositore virtuoso. L’opera,in prima esecuzione nazionale, èproposta attraverso quei movimenti che meglio la contraddistinguono: Introitus, Kyrie, Offertorium, Sanctus e Agnus Dei. Una composizione degna di nota e suggestione che intreccia cinque vocalità soliste agli inappuntabili interventi del coro, creando un momento d’intima e sincera intensità religiosa-musicale. Piacevolissimi i dialoghi tra i solisti e il complesso di voci, senza dimenticare i ricorrenti canoni che hanno arricchito la sonorità e hanno contribuito a rendere la composizione diversificata nei colori. Tra i solisti ottima la prova dei soprani Miriam Carsana e Giulia Mazzara, due voci ricche di espressività e di pulizia nell’emissione, così come encomiabile è la precisione del mezzosoprano Antonella Arena e il timbro gradevole del contralto Daniela Calcamo. Daniele Cannavò, basso dal timbro morbido è in linea con il resto del gruppo mentre la leggiadria del timbro e gli accenti appropriati del sopranista Alberto Munafò Siragusa hanno conferito la giusta atmosfera di solennità alla messa.

Foto Sebastiano Trigilio
E’ affidata alla voce di Geppina Macaluso la lettura di un Omaggio a Sant’Agata, nel quale si raccontano in poesia i tratti salienti della storia della Santuzza. Ospite d’eccezione il soprano Chiara Taigi, fasciata in un lungo abito fucsia,che nell’eseguire lo Stans Beata Agatha di Filippo Tarallo, si è espressa sapientemente senza esasperare la linea del canto. L’antifona è nota ai più perché eseguita dalle suore benedettine del Santissimo sacramento all’alba di giorno sei, poco prima che il fercolo rientri in Cattedrale, quando i migliaia di fedeli si abbandonano a un silenzio ossequioso per sentirle intonare la preghiera.Il concerto è poi proseguito con la Cantata in onore della nostra concittadina di Nicolosi Sciuto, che ha evidenziato ancora una volta le potenzialità e il canto all’unisono delle due sezioni del coro, quella più corposamaschile e quella più vellutata delle voci femminili. La numerosa platea intervenuta alla serata si è alzata in piedi alle prime note dell’ Inno a Sant’Agata di Licciardello, vera e propria colonna sonora dei lunghi festeggiamenti.
La serata si è conclusa con la Taigi che ha intrattenuto il pubblico con alcune arie d’opera, accompagnata al pianoforte dal maestro Francesco Drago, che si è dimostrato come sempre un ottimo musicista. La cantante si è fatta notare per una forte carica e presenza scenica anche se nella cavatina Casta diva la voce è apparsa inconsistente, stridula nel registro acuto e spesso offuscata dalla potenza del coro. Nella celebre preghiera “Dal tuo stellato soglio” di Rossini l’unica pecca che è emersa, nonostante l’indubbio valore dei solisti, è stata una scarsa omogeneità delle voci. Oltre alla Taigi e a Munafò, che ha regalato ancora una volta un’esecuzione dove il suonoera sostenuto con grande finezza,hanno fatto buono sfoggio di musicalità e perfetta dizione il baritono Giovanni Luca Failla, il cui timbro è apparso nasale e il mezzosoprano Serena Cravana.Bene anche il basso Riccardo Bosco nell’aria verdiana Il Santo nome di Dio.

Foto Sebastiano Trigilio
Eppure il soprano Chiara Taigi, che ha enfatizzato, eccessivamente l’aspetto interpretativo, risultando spesso ridondante a scapito della vocalità,sul finale del concerto con l’Ave Maria tratta dall’Otello prima e l’inno di Mascagni Inneggiamo, il Signor non è morto poi, si è congedata dal pubblico in maniera egregia puntando questa volta su una carica fortemente spirituale che ha ridato spazio al canto e  le ha permesso di raggiungere momenti di forte impatto emotivo.
Alla fine il pubblico ha applaudito con entusiasmo alla bravura degli artisti tutti e alla bellezza di un programma confezionato sempre con impeccabile gusto.


Laura Cavallaro

1 commento:

  1. Bellissimo concerto è stato indimenticabile, risentito la registrazione con telefonino, sono siciliano e presente al concerto, ringraziamo il grande Maestro Costa e grandi emozioni, ho ascoltato due soprani ma non ho sentito questa grande vocalità descritta anzi, il mezzosoprano soffriva molto in varie note, musicale è stato il sopranista.
    Non comprendo però invece la chiusura del concerto con un bravo pianista e le note sulla voce di Taigi, direi una voce d'angelo, la casta diva ci ha fatto piangere e l'inizio è pianissimo come le registrazioni della Callas chiudendo con una Cavalleria stupenda con una voce dolce e decisa cantata con il sentimento della nostra Sicilia, non potevamo chiedere di più oltre la bellissima ed elegante presenza di questa cantante che ormai abbiamo adottato in Sicilia.
    Invito la signora dell'articolo ad un ascolto più attento e vero in futuro
    Mauro

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