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26 febbraio, 2016

Incontro con Toni Servillo. In tour presso il Teatro del Giglio con un suo spettacolo sulla sua Napoli. Di Enrico Esposito


Teatro del Giglio, Lucca. Sabato 20 febbraio 2016

Toni Servillo non recita in un film da circa tre anni e mezzo. L'ultima volta, e che volta, che performance l'abbiamo ammirato ne "La Grande Bellezza", il capolavoro di Paolo Sorrentino che sabato scorso é stato presentato eccezionalmente in versione integrale al Cinema Astra di Lucca. Una versione molto ampia di quasi tre ore della pellicola vincitrice dell'Oscar come Miglior Film Straniero comprensiva di alcune scene inedite, tra le quali spiccano un cammeo intenso di Fanny Ardant ed un'interpretazione di un celebre regista italiano da parte di Giulio Brogi in una scena in cui viene svelato il senso del concetto di "Grande Bellezza".
Toni Servillo in persona ha descritto in una breve ma pregnante introduzione il significato del film nonché alcuni aneddoti relativi alla sua messa a punto e alla parabola fortunata che ha condotto lui, Sorrentino e altri collaboratori a raggiungere il successo meritato. L'attore partenopeo ha parlato di una "passione liceale" coltivata attraverso gli strumenti della pazienza e dei sacrifici, nata dal basso, dalle esibizioni pubbliche nelle scuole, nelle feste di paese e dall'amore per il cinema dei grandi maestri Rossellini, Rosi, Visconti, Fellini.
L'interprete di "Jep Gambardella" ha rivendicato la sua natura fondamentale di attore di teatro, protagonista di oltre 200 recite nel Belpaese e fuori, sofferente come se fosse la prima volta nelle serate in cui si ricevono più fischi e silenzi che risate. L'amore per il teatro di tradizione millenaria europea, a partire da quel Molière da cui egli aveva mosso i primi passi. Servillo ha riconosciuto i necessari insegnamenti ricevuti da quest'arte che gli hanno permesso di potersi cimentare successivamente col cinema e regalare
prove di livello molto elevato come ne "La Grande Bellezza".


Enrico Esposito

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