Cari lettori del
Corriere dello Spettacolo,
Oggi in esclusiva per
voi Maximilian Nisi, raffinato attore attualmente in scena con lo spettacolo
"I Narcisi. Ovvero dente per dente" con Vincenzo Bocciarelli per la
regia di Mario Mattia Giorgetti.
Foto Max Malatesta |
Ciao
Maximilian. Di cosa tratta la commedia?
Nel 1963 Edmo
Fenoglio decise di metterla in scena al Teatro S. Erasmo di Milano. Corrado
Pani ed Antonio Venturi furono interpreti eccellenti ed il riscontro del
pubblico e della critica fu grande.
È una pièce scritta
sapientemente da un autore di grande sottigliezza intellettuale e di forte
tensione morale. Terron oltre ad essere stato un sagace drammaturgo fu un
attento psicologo e l'analisi che offre dei suoi personaggi 'fagocitati' da un
paese in trasformazione è notevole.
Esattamente venti.
Che paura! Dopo tre anni di frequentazione quotidiana alla Scuola del Piccolo
Teatro di Milano diretta e fondata da Giorgio Strehler, abbiamo lavorato per
tre anni nelle stesse produzioni. Erano anni 'densi' quelli; anni con un senso
di necessità che, ahimè, è andato via via scemando. Shakespeare, Dostoevskij,
Sofocle, Goldoni, Cechov. Abbiamo fatto tourneè che duravano mesi. Abbiamo
preso parte a spettacoli che erano veri e propri eventi per noi che li
facevamo, per il pubblico che li veniva a vedere e per la critica che li
recensiva. Abbiamo recitato in Grecia, a Seul, a Pechino, a Tokio, a Singapore.
Poi il lavoro ci ha divisi e ci ha portato a percorrere strade diverse. Il
'caso' ha voluto che ci rincontrassimo un pomeriggio, qualche mese fa, ad una
mostra io, lui e Mario Mattia Giorgetti, direttore della rivista Sipario, regista
e Presidente della Fondazione Carlo Terron ed eccoci qua.
Cosa
vi aspettate da questo progetto?
La commedia è bella,
noi siamo molto giusti nei ruoli: Fausto-il sole sembra scritto per Vincenzo ed
io mi trovo abbastanza a mio agio nei panni di Ugo, detto uccello di fuoco.
Abbiamo voglia di far conoscere un testo, intelligente e divertente, che oggi
ci sembra attuale più che mai.
La nostra è una
società narcisistica, superba, capricciosa. Il narciso è l'uomo iper-moderno
che suscita amore, tenerezza, ammirazione ma non può a sua volta provare o
ricambiare tutto ciò. È l'uomo anestetizzato affettivamente che non ha
interesse ad entrare in relazione con il prossimo creando con lui dei legami.
Come nel mito di Ovidio il narciso può innamorarsi solo di ciò che gli
assomiglia ed è affascinato solo dalla sua immagine ideale. È una vera e
propria malattia, un' idolatria fatale, subdola e pericolosa.
Mario
Mattia Giorgetti curerà la regia dello spettacolo. È la prima volta che lavori
con lui?
No. Conosco Mario Mattia
dal 1994. Fu lui a portare in Italia Teodoros Terzopoulos per dirigere l'
"Antigone" di Sofocle al Teatro Olimpico di Vicenza. Lo conobbi in
quell'occasione. Fu un'esperienza unica. Dividevo la scena con Galatea Ranzi,
Pino Micol, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Paolo Musio e Vincenzo,
straordinario messaggero. Io ero Emone. Grazie a quel ruolo vinsi nel 1995 il
Lauro Olimpico. Fu poi la volta de "Il Mercante di Venezia" di
Shakespeare e di "Visiting Mr. Green" di Baron spettacoli da me
interpretati e da lui diretti. Vincenzo ha recitato con la sua regia ne
"Il processo agli innocenti" di Carlo Terron. Mario Mattia è un uomo
di teatro, un uomo di cultura. È sempre in viaggio per il mondo, attento e
curioso come un bambino.
Tornassi
indietro rifaresti il percorso che stai facendo? Sceglieresti sempre il
mestiere dell'attore?
In verità non ho mai
scelto di fare l'attore. È capitato. È stata una concomitanza di eventi in cui
non so neanch'io come mi ci sia trovato. È come se fossi salito su un treno un
mattino in cui ero particolarmente assonnato. Ecco, il mio viaggio è cominciato
così. E continuo a viaggiare su quel treno senza sapere esattamente dove mi
stia portando. A volte penso che una meta precisa non ci sia.
Copeau diceva che il
teatro non nasce dove la vita è piena e dove alberga la soddisfazione ma dove
ci sono delle ferite, dei vuoti. Io ho mille ferite ed infiniti vuoti. Ho
paure, mancanze ed eterne speranze. Forse per questo faccio il teatro: ho la
necessità folle di raccontare tutto questo nel tentativo di esorcizzarlo.
Curata da Claudia
Conte
www.claudiaconte.com
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