Teatro Galilei 104, Città
della Scienza, Napoli. Dal 12 al 14 Febbraio 2016
Da un secolo a questa
parte ormai, per fortuna o per sfortuna, anche il mondo dell’arte e dello spettacolo
ha preso contatti, via via più forti fino ad oggi, con quella che è la
macchina, ovvero con tutto ciò che è meccanico: dal sipario elettronico fino ad
arrivare alla trasposizione e alla registrazione dello spettacolo per poi
essere trasmesso. In altre parole siamo arrivati, con l’avvento della prima
metà del Novecento, al cinema. La settimana arte, così definita dalla critica,
va ad affiancarsi al Teatro divenendo un nuovo genere spettacolare che vede
nella macchina il primo mezzo di esistenza.
Ed è proprio la
macchina, in questo caso la macchina da presa, e le sue alterazioni che provocò
nella società e nel comportamento umano la chiave dello spettacolo “Si Gira!”
andato in scena al Teatro Galilei 104 di Città della Scienza di Napoli dal 12
al 14 Febbraio scorso. L’opera, ripresa dai Quaderni di Serafino Gubbio
Operatore di Luigi Pirandello, racconta la storia di questo novello tecnico di
ripresa ingurgitato in questo mondo agli albori ma che già reca con sé tutti i
caratteri insani che lo contraddistinguono: il divismo della prima attrice
Nestoroff, la brama di successo della giovane Sese’, la “gara” delle case di
Produzione per il titolo di “film più venduto”. Serafino Gubbio infatti si
trova a dover fare i conti con una realtà nella quale fa fatica ad inserirsi ma
dove poi, è costretto quasi “meccanicamente” appunto, a diventare parte
integrante del sistema, annullando così il suo apparato di emozioni e
sensazioni per adeguarsi alle regole della macchina: succede così quando,
durante la registrazione di una scena in cui l’attore Ferro viene realmente
sbranato da una tigre, l’operatore Serafino imperterrito continua a girare la
manovella della macchina, alienato ormai completamente dalla situazione
drammatica che si sta consumando, diventando così uno degli ingranaggi della
cinepresa, della “macchina”. Serafino Gubbio è estraniato da quanto accade
poiché non lo vede direttamente con i suoi occhi, ma attraverso il filtro di un
marchingegno elettronico che elimina totalmente il processo visione-emozione-reazione.
Una critica assai
dura quella di Pirandello, si può ben capire, alla meccanicizzazione dell’arte
che non fa altro, secondo il drammaturgo siciliano, a rendere ancora più
impercettibile il rapporto verità/finzione, tanto caro al nostro padre del
Teatro novecentesco. La riscrittura e la drammaturgia di Stefano Massini
(allievo di Luca Ronconi, e anche regista dello spettacolo) pone l’accento
ancor di più sulla distanza esistenziale tra Serafino Gubbio e tutti gli altri
personaggi ormai già parte dell’ingranaggio nel quale, alla fine dello
spettacolo, il protagonista verrà poi, suo malgrado, inglobato. Un plauso
particolare a tutti gli attori della Compagnia che hanno incarnato in maniera
quasi impeccabile lo spirito del testo e che, insieme alla maestrìa del Regista
Massini, hanno reso molto attuale l’opera nonostante la sua “età”. Attuale
proprio perché il romanzo (pubblicato 1916) è come se volesse anticipare ai
lettori la deriva che potrà prendere questa nuova arte sulla società e cioè
quello che è oggi, a distanza di 100 anni appunto.
Ottimo l’allestimento
scenico che coniuga, in un alternarsi che appare piacevole, la prosa alla
proiezione di filmati d’epoca che hanno il compito qui non di “straniare” il
pubblico (parlando alla Brecht) ma di coinvolgerlo e immergerlo pienamente
nella storia e nella rappresentazione, aiutato, in questo processo, dalle
musiche a supporto dell’azione.
Il cinema oggi ci
regala anche momenti di passione emotiva e intellettuale anche grazie all’opera
di importanti registi. E’ pur vero però che quella di Pirandello fu una
critica, come abbiamo visto, lungimirante e mai come oggi dovrebbe farci aprire
gli occhi su un uso più intelligente e “sano” della macchina per evitare che
questa si sostituisca alle nostre emozioni.
Francesco
Pace
Teatro Galilei 104 – Via
Coroglio, 104 (NAPOLI)
“SI GIRA!”
dai Quaderni di Serafino
Gubbio operatore
di Luigi Pirandello
drammaturgia e regia Stefano
Massini
produzione Arca Azzurra
Teatro
con Giuliana Colzi, Andrea
Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Duccio Baroni,
Silvia Frasson, Gabriele Giaffreda
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