21 febbraio, 2016

PIRANDELLO 100 ANNI DOPO: “SI GIRA!” DAI QUADERNI DI SERAFINO GUBBIO OPERATORE, AGLI ALBORI DELLA CINEMATOGRAFIA E DEI SUOI EFFETTI. Di Francesco Pace


Teatro Galilei 104, Città della Scienza, Napoli. Dal 12 al 14 Febbraio 2016

Da un secolo a questa parte ormai, per fortuna o per sfortuna, anche il mondo dell’arte e dello spettacolo ha preso contatti, via via più forti fino ad oggi, con quella che è la macchina, ovvero con tutto ciò che è meccanico: dal sipario elettronico fino ad arrivare alla trasposizione e alla registrazione dello spettacolo per poi essere trasmesso. In altre parole siamo arrivati, con l’avvento della prima metà del Novecento, al cinema. La settimana arte, così definita dalla critica, va ad affiancarsi al Teatro divenendo un nuovo genere spettacolare che vede nella macchina il primo mezzo di esistenza.
Ed è proprio la macchina, in questo caso la macchina da presa, e le sue alterazioni che provocò nella società e nel comportamento umano la chiave dello spettacolo “Si Gira!” andato in scena al Teatro Galilei 104 di Città della Scienza di Napoli dal 12 al 14 Febbraio scorso. L’opera, ripresa dai Quaderni di Serafino Gubbio Operatore di Luigi Pirandello, racconta la storia di questo novello tecnico di ripresa ingurgitato in questo mondo agli albori ma che già reca con sé tutti i caratteri insani che lo contraddistinguono: il divismo della prima attrice Nestoroff, la brama di successo della giovane Sese’, la “gara” delle case di Produzione per il titolo di “film più venduto”. Serafino Gubbio infatti si trova a dover fare i conti con una realtà nella quale fa fatica ad inserirsi ma dove poi, è costretto quasi “meccanicamente” appunto, a diventare parte integrante del sistema, annullando così il suo apparato di emozioni e sensazioni per adeguarsi alle regole della macchina: succede così quando, durante la registrazione di una scena in cui l’attore Ferro viene realmente sbranato da una tigre, l’operatore Serafino imperterrito continua a girare la manovella della macchina, alienato ormai completamente dalla situazione drammatica che si sta consumando, diventando così uno degli ingranaggi della cinepresa, della “macchina”. Serafino Gubbio è estraniato da quanto accade poiché non lo vede direttamente con i suoi occhi, ma attraverso il filtro di un marchingegno elettronico che elimina totalmente il processo visione-emozione-reazione.
Una critica assai dura quella di Pirandello, si può ben capire, alla meccanicizzazione dell’arte che non fa altro, secondo il drammaturgo siciliano, a rendere ancora più impercettibile il rapporto verità/finzione, tanto caro al nostro padre del Teatro novecentesco. La riscrittura e la drammaturgia di Stefano Massini (allievo di Luca Ronconi, e anche regista dello spettacolo) pone l’accento ancor di più sulla distanza esistenziale tra Serafino Gubbio e tutti gli altri personaggi ormai già parte dell’ingranaggio nel quale, alla fine dello spettacolo, il protagonista verrà poi, suo malgrado, inglobato. Un plauso particolare a tutti gli attori della Compagnia che hanno incarnato in maniera quasi impeccabile lo spirito del testo e che, insieme alla maestrìa del Regista Massini, hanno reso molto attuale l’opera nonostante la sua “età”. Attuale proprio perché il romanzo (pubblicato 1916) è come se volesse anticipare ai lettori la deriva che potrà prendere questa nuova arte sulla società e cioè quello che è oggi, a distanza di 100 anni appunto.
Ottimo l’allestimento scenico che coniuga, in un alternarsi che appare piacevole, la prosa alla proiezione di filmati d’epoca che hanno il compito qui non di “straniare” il pubblico (parlando alla Brecht) ma di coinvolgerlo e immergerlo pienamente nella storia e nella rappresentazione, aiutato, in questo processo, dalle musiche a supporto dell’azione.
Il cinema oggi ci regala anche momenti di passione emotiva e intellettuale anche grazie all’opera di importanti registi. E’ pur vero però che quella di Pirandello fu una critica, come abbiamo visto, lungimirante e mai come oggi dovrebbe farci aprire gli occhi su un uso più intelligente e “sano” della macchina per evitare che questa si sostituisca alle nostre emozioni.

Francesco Pace


Teatro Galilei 104 – Via Coroglio, 104 (NAPOLI)
“SI GIRA!”
dai Quaderni di Serafino Gubbio operatore
di Luigi Pirandello
drammaturgia e regia Stefano Massini
produzione Arca Azzurra Teatro

con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Duccio Baroni, Silvia Frasson, Gabriele Giaffreda

Nessun commento:

Posta un commento