In occasione delle repliche de Lo Schiaccianoci, fino al 13 marzo al Teatro Alla Scala, vogliamo ripercorrere la storia di uno dei balletti più amati di sempre.
Balletto con musiche di Pëtr Il'ič
Čajkovskij, su indicazioni del coreografo Marius Petipa e, successivamente di
Lev Ivanov, viene commissionato dal direttore dei Teatri Imperiali Russi, Ivan
Aleksandrovič Vsevoložskij dal racconto Schiaccianoci
ed il Re dei Topi di Hoffmann (1816). Čajkovskij compone la musica tra il
1891 e il 1892: la prima rappresentazione ha luogo il 18 dicembre 1892 a San
Pietroburgo, Teatro Mariinskij, diretta dall’italiano Riccardo Drigo e con la coreografia
di Lev Ivanov. L’opera non ha per niente successo. Antonietta Dell'Era,
milanese allieva di Carlo Blasis, è la Fata Confetto, personaggio poi
soppresso, affiancata da Pavel Gerdt ed Olga Preobrajenska; il ruolo di Clara è
interpretato da una bambina della scuola di ballo del Teatro Mariinskij. Petipa
si limitò ad ideare la coreografia che poi passò ad Ivanov, a quanto pare, per
motivi di salute.
Dopo la prima esecuzione di Ivanov ne
seguono diverse: una rivista da Gorskij nel 1917, ed una da Lopukhov nel 1929. Esce
per la prima volta dalla Russia nel 1934 quando, mentre al Teatro Mariinskij va
in scena la versione di Vasilij Vajnonen dove ruolo di Clara (o Maria, o Masha
nelle versioni russe) coincide per la prima volta con quello della Fata
Confetto, al Sadler's Wells di Londra la Vic-Wells Ballet Company riprende la
coreografia di Ivanov, con la grande Alicia Markova nel ruolo della Fata. Un
successo clamoroso, ripreso poi nel 1937 con Margot Fonteyn e Robert Helpmann.
I Ballets Russes de Monte Carlo
portano in scena Schiaccianoci nel
1936 nella versione di Boris Romanov; in Scala lo si vede per la prima volta nel
1938, coreografia di Margareta Petrovna Froman, con Nives Poli protagonista.
Ancora, nel 1951, Frederick Ahton mette
in scena la sua coreografia per il Sadler Wells Theatre Ballet, con Svetlana Bersova
e David Blair. Nel 1957 David Lichine firma la sua versione per il London’s
Festival Ballet.
La prima versione americana è di
George Balanchine per il New York City Ballet, 1954, con sua moglie Maria
Tallchief e Nicholas Magallanes; Balanchine decide di dividere il balletto in
due parti, seguendo la trama originale: la realtà e il sogno. Non si deve
dimenticare che Balanchine, georgiano, aveva danzato la coreografia originale
di Lev Ivanov prima di trasferirsi negli Stati Uniti,
John Cranko firma la sua versione per
lo Stuttgart Ballet nel 1966, apportando numerose varianti: non più Clara ma
Lena, non c’è lo Schiaccianoci ma il soldato Kondrad, non c’è Drosselmeyer ma la Fata Fitzliputz: versione dubbia.
In Scala, dopo il debutto del
1938,bisogna aspettare il 1956 per vedere di nuovo il balletto, coreografia di
Alfred Rodriguez, con Margot Fonteyn e Michael Somes. Nel 1969 si vede per la
prima volta la versione di Rudolf Nureyev, che è tutt’ora la più rappresentata
in Scala, dove Drosselmeyer e lo Schiaccianoci sono impersonati dallo stesso
danzatore, spesso lo stesso Nureyev: con lui, Liliana Cosi e Vera Colombo. Nel
1970 arriva il Balletto del Bolshoij con la versione di Jurij Grigorovic da
Marius Petipa, con Natalia Bessmertnova e Ekaterina Maximova. Solo nel 2000 arriva
una nuova versione, quelle di Ronald Hynd, che però non ebbe grande successo, nonostante
Roberto Bolle. La coreografia di Nacho Duato approda in Scala nel 2014, con
Maria Eichwald e Roberto Bolle, come quella al momento in scena, ed è senza
dubbio frutto della modernità del coreografo spagnolo.
Luca
Treccia
Fino
al 13 marzo
Biglietti
da EUR 11,00 a EUR 150,00
Teatro
alla Scala
Piazza
della Scala, Milano
www.teatroallascala.org
Nessun commento:
Posta un commento