Roma, Teatro Stanze Segrete
(Via della Penitenza 3 – Trastevere). Fino al 13 marzo 2016
Lei entra in scena ed
è subito mare, vento di burrasca, onde che si infrangono sul rostro di quella
nave che trasporta il suo amore, lontano per insensate avventure guerriere e
poi, come in un cerchio magico che si rigenera all’infinito, donna di lotta
attiva, al di sopra dei giudizi della storia ma legata al quel filo rosso della passione, qui
per la giustizia sociale. Il cerchio si chiude, ma solo momentaneamente, con la
ragazza sorridente che va incontro alla perfidia del potere con l’ingenuità dei
suoi pochi anni. Un cerchio che si perpetuerà, per sempre. Dall’amore di
Penelope per il suo Ulisse, che grida e rivendica la supremazia dell’amore
sull’assurdità delle guerre, alla figura di Gudrun Esslin, terrorista delle
Baader Meinhoff, qui colta nel suo fiero ma dolce sentimento nei confronti
dell’amato vicino di cella Andreas
, per terminare con la giovane violentata e umiliata nei recenti e tristi accadimenti del G8 di Genova, la poesia di Enrico Bernard vola alto affidandosi ancora una volta alla sua Musa, Melania Fiore, che suggestivamente dà corpo e anima ai tre personaggi così distanti nel tempo eppure così simili, nelle passioni e in quegli ideali di cui paradossalmente sono vittime. Tre donne che reclamano la coesistenza dell’amore con la forza della ragione. Melania, con la sua imponente presenza scenica, ancora una volta fa suoi i versi poetici e i personaggi, restituendoli con forza evocativa, ammantandoli di dolcezze inaspettate senza mascherarne la scomoda potenza. Danza Melania, intorno a quel cerchio eterno in cui tutto ritorna, e canta con la sua meravigliosa voce, affidandola alla Ensslin, riuscendo a rendere fruibile un testo non facile, forse tra i più difficili tra quelli di Bernard finora messi in scena. Geniale l’utilizzo dell’unico elemento di scena, un legno corroso dalla forma interpretabile di volta in volta e strettamente collegato ai personaggi e alle loro storie. Un teatro sociale in versi, una lunga poesia che rende omaggio alla forza femminile, resa viva da Melania Fiore, sempre più capace di cogliere l’intima essenza delle cose e trasformarla in potente rappresentazione scenica. Al Teatro Stanze Segrete fino al 13 marzo.
, per terminare con la giovane violentata e umiliata nei recenti e tristi accadimenti del G8 di Genova, la poesia di Enrico Bernard vola alto affidandosi ancora una volta alla sua Musa, Melania Fiore, che suggestivamente dà corpo e anima ai tre personaggi così distanti nel tempo eppure così simili, nelle passioni e in quegli ideali di cui paradossalmente sono vittime. Tre donne che reclamano la coesistenza dell’amore con la forza della ragione. Melania, con la sua imponente presenza scenica, ancora una volta fa suoi i versi poetici e i personaggi, restituendoli con forza evocativa, ammantandoli di dolcezze inaspettate senza mascherarne la scomoda potenza. Danza Melania, intorno a quel cerchio eterno in cui tutto ritorna, e canta con la sua meravigliosa voce, affidandola alla Ensslin, riuscendo a rendere fruibile un testo non facile, forse tra i più difficili tra quelli di Bernard finora messi in scena. Geniale l’utilizzo dell’unico elemento di scena, un legno corroso dalla forma interpretabile di volta in volta e strettamente collegato ai personaggi e alle loro storie. Un teatro sociale in versi, una lunga poesia che rende omaggio alla forza femminile, resa viva da Melania Fiore, sempre più capace di cogliere l’intima essenza delle cose e trasformarla in potente rappresentazione scenica. Al Teatro Stanze Segrete fino al 13 marzo.
Paolo
Leone
Libere Onde presenta: Donne
d’amore e di lotta, scritto e diretto da Enrico Bernard
Con Melania Fiore. Luci e
assistente alla regia: Riccardo Santini; Musiche: G. Verdi, A. Dvorak, S.V.
Rachmaninoff, F. Chopin, Patti Smith
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