23 marzo, 2016

La storia va avanti e anche noi ci andiamo con lei...


Dopo quattro anni il Corriere dello Spettacolo cambia veste. Da ora in poi ci troverete al www.corrieredellospettacolo.net. Questo sito non scomparirà, ma rimarrà perché voi possiate continuare a vederne i contenuti. La storia va avanti e anche noi ci andiamo con lei. 



22 marzo, 2016

"Peli" ma veri a OfficinaTeatro. Di Marina Cioppa


Officina Teatro, San Leucio. Domenica 20 marzo 2016

"Peli" di Carlotta Corradi, con la regia di Veronica Cruciani, interpretato da Alex Cendron e Alessandro Riceci, con la produzione di Quattroquinte in collaborazione con OffRome, è in scena ad OfficinaTeatro, San Leucio. Due donne dell'alta borghesia, una partita di burraco come quelle che si giocano di venerdì tra amiche, abiti chic e tacchi alti. Uno spettacolo che egregiamente dimostra che per essere donne non bastano collant, parrucche e rossetto eppure per circa un'ora di tempo due donne non più nel fiore degli anni battibeccano, si raccontano pettegolezzi e si punzecchiano con eleganza pur trascendendo nella verità della vita, i peli.  Peli, esteticamente brutti, ma veri. La verità finisce per venir fuori quando gli attori, denudatisi in scena di tutte le edulcorazioni che la società impone, si spogliano dei pregiudizi del buoncostume. Scritto per due uomini, lo spettacolo rende la drammaturgia fresca ed intensa, fatta di un dialogo a due il cui ritmo viaggia a tamburo battente. Gli attori hanno rotto gli schemi e le sovrastrutture che essi stessi avevano posto sin dall'inizio della vicenda. La regia è per lo più lineare pur fregiandosi di stacchi immortalati da un disegno luci elegante. Alex Cendron, nei panni della donna avanguardista, smuove la conversazione. Alessandro Riceci in una perfetta recitazione, spinge numerosi momenti in cui diventa  pirotecnico ed autentico. Entrambi, seppur vestiti dei soli boxer, restano agli occhi del pubblico "donne" trascinate dalle loro fragilità e dal vissuto che le unisce.
Non è facile camminare su tacchi a spillo, recitando bene, poi, è roba da dei.

Marina Cioppa


PELI
di Carlotta Corradi
regia Veronica Cruciani
con Alex Cendron e Alessandro Riceci
scene e costumi Barbara Bessi musiche Paolo Coletta
progetto luci Gianni Staropoli

una produzione Quattroquinte in collaborazione con OffRome

Luigi Tabita sarà Regan nel nuovo allestimento di "Re Lear” del Teatro Stabile di Catania


Il bravo attore Luigi Tabita, che il Corriere dello Spettacolo aveva già incontrato (http://www.corrieredellospettacolo.com/2013/08/luigi-tabita-lartista-nipote-darte.html), dal primo aprile sarà impegnato in una nuova avventura teatrale, che vede la coproduzione del Teatro Stabile di Catania e del Teatro Stabile di Napoli. 

Foto Andrea Salvini
Si tratta del “Re Lear” di William Shakespeare, in prima assoluta al Teatro Stabile di Catania e poi in tournée, che vedrà come protagonista nel ruolo di Re Lear Mariano Rigillo. “Una tragedia di denuncia contro un potere che logora e tramuta" la definisce lo stesso Tabita, che interpreterà il personaggio di Regan, perfida figlia del potente Lear. Infatti la regia, affidata al raffinato Giuseppe Dipasquale, ha deciso di fare interpretare a due uomini le due figlie shakespeariane che si contrappongono al padre per impadronirsi del suo potere conducendolo sino alla pazzia. Una scelta questa che vuole essere una critica al maschilismo del potere e che vuole evidenziare come le donne, raggiungendolo, perdano di sovente la loro femminilità e diventino uomini; è come se, a causa di un sessismo interiorizzato, le donne, quando assumono ruoli autoritari, abbandonino la loro indole per diventare sempre più maschili, come se l'essere mascolino conferisse a loro più autorevolezza agli occhi del mondo. Tabita interpreta proprio uno di questi due personaggi, vere anime nere dell'affascinante plot.
Uno spettacolo da non perdere, che attraverso un classico sviluppa una tematica fondamentale e presente con forza nella nostra odierna società.



al Teatro Stabile di Catania dal 1 aprile al 17 aprile 2016

21 marzo, 2016

Rusteghi i giera e rusteghi xe rimasti. Di Luca Benvenuti


Teatro Toniolo, Mestre (VE). Dal 18 al 20 marzo 2016

Capolavoro scritto da Goldoni tra il 1759 e il 1760 per il Teatro di San Luca, I rusteghi prelude a una nuova fase creativa che vede affievolirsi gli elogi al mondo borghese, prima celebrato nella figura del generoso Pantalone. Da un lato il mercante Lunardo, capobanda di quattro laudatores temporis acti che, spinti da ideali di compostezza, rigore e autorità padronale, angustiano mogli e figli. Dall’altro i familiari che scalpitano dentro la prigione costruita dall’ordine rustego, sopraffatti da continui rimproveri e mortificazioni. Tale modello si sgretolerà eccezionalmente grazie all’intervento di Felice, donna dalla spiccata oratoria. Da poeta che era l’autore, la lingua veneziana trova qui massimo splendore e, oltre a costruire occasioni d’ilarità, diventa elemento caratterizzante dei personaggi, ognuno col suo intercalare. Quello che stupisce è l’attualità delle sentenze selvadeghe, non dissimili da quelle che l’orecchio esperto carpisce oggi al bacaro, al mercà o al caffè, a testimoniare quanto in tre secoli la mentalità isolana non si sia aperta ai cambiamenti sociali.

Giuseppe Emiliani confeziona uno spettacolo tradizionale, senza alcun intento innovativo, atteggiamento plausibile dato che Goldoni offre già tutti gli elementi perché la commedia funzioni. Emiliani lavora con una compagnia omogenea che, rispetto alla recita vista al Teatro Goldoni lo scorso febbraio, ha superato problemi di coesione e ritmo. Le scene di Federico Cautero si adattano perfettamente al palcoscenico del Toniolo. Pannelli e tende scorrevoli giocano sul contrasto tra verticalità e orizzontalità, aprendo e chiudendo ambienti ora angusti ora ariosi, illuminati con suggestive tinte tiepolesche da Enrico Berardi. Preziosi e in stile i costumi di Stefano Nicolao, volti a creare rimandi cromatici tra le coppie. Eleganti le musiche di Massimiliano Forza e gli arrangiamenti di Fabio Valdemarin.

Tra i rusteghi Giancarlo Previati si prodiga in un ottimo Lunardo, seguito dal misogino Simon di Piergiorgio Fasolo e dal Cancian di Alessandro Albertin, voce stentorea e muso duro. Costretto in pose affettate il conte cicisbeo di Michele Maccagno. Alberto Fasoli è un Maurizio accademico e Francesco Wolf un Filippetto ingenuo. Margherita Mannino, vegnimo a dire el merito, deve ritenersi soddisfatta perché la sua Lucietta è la miglior interpretazione femminile. Mannino vanta un’ottima dizione, un volume perfetto che evita di perdere qualsiasi battuta e una gestualità ben studiata, elementi che convergono perfettamente nella fanciulla al limitare tra l’adolescenza e l’età adulta. La Marina di Maria Grazia Mandruzzato è ferina, sottile e tagliente, la classica zia. A Cecilia La Monaca l’ardua parte di Margarita, moglie di Lunardo, nel complesso ben sostenuta. Veniamo a Felice, personaggio chiave qui interpretato da Stefania Felicioli, attrice dalla lunga carriera goldoniana. La compostezza e l’autorità non le mancano, esaltate dal costume in argento a sguazzo (d’altronde è una cittadina, ceto superiore a quello mercantile), e anche il recitato si è fatto più serrato, adulto e convincente rispetto alla scorsa occasione.  

Risate a scena aperta e applausi entusiasti da parte del nutrito pubblico.

Luca Benvenuti


I rusteghi
di Carlo Goldoni

Personaggi e interpreti:
Canciano, cittadino: Alessandro Albertin
Felice, moglie di Canciano: Stefania Felicioli
Il conte Riccardo: Michele Maccagno
Lunardo, mercante: Giancarlo Previati
Margarita, moglie di Lunardo in seconde nozze: Cecilia La Monaca
Lucietta, figliuola di Lunardo del primo letto: Margherita Mannino
Simon, mercante: Piergiorgio Fasolo
Marina, moglie di Simon: Maria Grazia Mandruzzato
Maurizio, cognato di Marina: Alberto Fasoli
Filippetto, figliuolo di Maurizio: Francesco Wolf

Regia: Giuseppe Emiliani
Scenografie: Federico Cautero
Costumi: Stefano Nicolao
Disegno luci: Enrico Berardi
Musiche: Massimiliano Forza   
Arrangiamenti: Fabio Valdemarin


Produzione: Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale

"Danny e il profondo blu, una danza apache" di John Patrick Shanley regia di John R.Pepper. Di Daria D.


Teatro Delfino, Milano. 11,12,13 e 18,19,20 marzo 2016

In “Danny e il profondo blu, una danza apache” di John Patrick Shanley con la regia di John R. Pepper, Edward Hopper incontra Charles Bukowski, nel solito  bar notturno dove i poveracci  ci vanno per dimenticare le loro miserie ma vengono sopraffatti, quasi messi a tacere dall’aspetto too loud and frantic della performance e si perde così quella poesia esistenziale che troviamo con tanta forza, e anche tanti silenzi, nei quadri e nelle pagine indimenticabili dei due artisti.

"Medea", una donna del passato, una donna di oggi. Di Flavia Severin


Teatro Ghione, Roma. Dal 15 al 24 marzo 2016

Il mito greco di Medea è stato rivisitato da diversi autori moderni e, per questa rappresentazione teatrale in scena dal 15 al 24 marzo 2016 al Teatro Ghione di Roma, il regista Francesco Branchetti utilizza il testo dello scrittore francese Jean Anouilh. L’opera è simile per molti aspetti della trama alla versione di Euripide, ma ha soprattutto un suo tratto distintivo, tipico dei “Testi Neri” di questo autore, e cioè un’analisi attenta e minuziosa delle passioni prorompenti e oscure dell’animo umano, nonché un’introspezione e un’indagine psicologica dei personaggi.

20 marzo, 2016

NINA’S DRAG QUEENS in “VARIETÀ TACCO DODICI”. Di Daria D.


Zelig Cabaret, Milano (Viale Monza 140). Venerdì 18 Marzo 2016

Se il cabaret e il varietà come espressioni artistiche portano la zeta di Zorro ma che sto scrivendo?  Scusate è la zeta di Zelig il famoso locale di Milano nato nel 1986,  i suoi protagonisti, pensiamo per esempio a Paolo Rossi, Silvio Orlando, Lella Costa, Angela Finocchiaro, Claudio Bisio, Gioele Dix, Aldo Giovanni e Giacomo, per citarne alcuni,  hanno il marchio della tripla A.  Questo simbolo di eccellenza che unisce tutti questi e molti altri attori/comici che sono partiti da qui, lo darei anche alle meravigliose Nina’s Drag Queen, che il 18 marzo 2016 hanno portato in scena, dopo il successo de “Il giardino delle ciliegie” al Teatro Leonardo, il vario “Varietà Tacco dodici”.

Fari a vista per "Piccola Antigone e Cara Medea" all'Elicantropo dal 17 marzo 2016. Di Marina Cioppa


Teatro Elicantropo, Napoli. Sabato 19 marzo 2016

"Piccola Antigone e Cara Medea" al Teatro Elicantropo di Napoli. In una serata al femminile Teresa Ludovico, regista e attrice dello spettacolo, è anche sulla scena per interpretare Antigone e Medea. Lo spettacolo è firmato Teatro Kismet OperA.
La Ludovico mette in scena due testi di Antonio Tarantino, premio Ubu edito da Ubulibri. "Piccola Antigone" è la prostituta anziana e sfiorita che ripete "il mestiere è il mestiere", educa i suoi clienti alla pulizia del corpo e spiega loro le richieste che può soddisfare non escludendo il sovrapprezzo per misure extra.

“LA LEGGENDA DEL PALLAVOLISTA VOLANTE”: LA STRAORDINARIA VITA DI ANDREA ZORZI. Di Francesco Vignaroli


Teatro Dovizi, Bibbiena (AR). Mercoledì 16 marzo 2016

L’incontro tra teatro e sport non di rado fa scintille. Se, poi, a “recitare” la propria vita è un grande (in tutti i sensi!) uomo di sport in carne e ossa, lo spettacolo è assicurato! A sorprendersi e sorprenderci ne La leggenda del pallavolista volante è un monumento vivente dello sport italiano, uno dei più grandi giocatori di pallavolo al mondo di tutti i tempi: Andrea “Zorro” Zorzi!

Testimonianze ed aneddoti "Ricordando Dino Risi"


Venerdì 18 marzo, alle ore 18, presso il Cinema Antares di Ceccano, si è tenuto un prestigioso ed indimenticabile incontro dal titolo “Ricordando Dino Risi (1916-2016)”.
L’evento rientra nel quadro del Festival “Il Cinema e la Memoria”, giunto alla V Edizione, diretto da Amedeo di Sora e Gerry Guida,  quest’anno dedicato a Dino Risi, regista tra i più rappresentativi della storia del cinema italiano ed internazionale, di cui ricorre il centenario della nascita. L’incontro è stato elegantemente presentato dalla giovane attrice e scrittrice Claudia Conte, luminosa in un tailleur firmato Samanta Pan Couture.